Blitz sciita a Beirut Est

Blitz sciite q Beirut Est I musulmani spalleggiano l'assalto di maroniti ribelli: 37 morti Blitz sciite q Beirut Est Feroci scontri, offensiva respinta - In undici anni è il primo attacco oltre la linea verde - Presi militari siriani travestiti da falangisti - Damasco voleva «addomesticare» le forze fedeli al presidente Gemayel BEIRUT — Trentasette persone sono morte In una battaglia avvenuta nel settore cristiano, che ha coinvolto, per la prima volta in undici anni, forze di stanza nel settore musulmano. Uomini di Elie Hobeika, il capo delle milizie cristiane divenuto fautore della .pax siriana» e sconfitto dall'ex compagno d'armi Samlr Geagea 11 15 gennaio in una sanguinosa battaglia nel mesi scorsi, hanno oltrepassato la •linea verde» che divide la capitale, attaccando il quartiere residenziale di Ashra- fieh. Un portavoce di Hobelka, che ora risiede a Damasco, ha smentito, ma i testimoni non hanno dubbi. Travestiti con divise della fazione di Hobeika hanno partecipato al combattimento anche sciiti di Amai, multanti del partito pansiriano Bath e di altre formazioni filo-Assad. Molti di loro, a quanto affermano fonti maronite, sarebbero stati fatti prigionieri. Pesanti le perdite degli attaccanti. Si parla di 200 uomini tra morti e feriti: in mezzo a questi ultimi ci sarebbero anche sei soldati e un capitano dell'esercito di Damasco. La Voce del Libano, in un comunicato trasmesso alle 14, accusava 11 capo del servizi segreti siriani, generale Razi Kaanan, di avere scatenato le milizie musulmane contro Beirut Est. Tre ore più tardi le emittenti di Beirut Est hanno diffuso un comunicato di Samlr Oeagea, attuale leader delle Forze Libanesi (fi), annunciando che ad Ashrafieh e negli altri quartieri del settore orientale la situazione era tornata •sotto controllo-. Le stesse radio, che normalmente non riferiscono su battaglie lnter-cmt'cne. avevano messo in oncia soprattutto musiche militari in mattinata, quando, oltre che ad Ashrafieh, si stava combattendo in altre zone di Beirut Est, come a Karm El Zeitoun e a Saint-Joseph. Ashrafieh, uno del più popolati quartieri cristiani, nonché feudo del presidente Gemayel, è stata per tutto 11 giorno al centro di una cruenta battaglia, con scambi di artiglieria pesante, mentre il settore musulmano veniva a sua volta colpito da Est. L'ultimo bilancio delle vittime parla di 37 morti nel settore cristiano e quattro in quello occidentale. I vigili del fuoco sono accorsi per spegnere numerosi incendi. Fonti vicine a Oeagea hanno rivelato che alla vigilia della battaglia sono Iniziati a circolare volantini a firma «esercito cristiano» repubblicano, un'organizzazione finora sconosciuta, che accusavano il presidente Amin Gemayel e lo stesso leader militare di stare cercando di riawiclnarsi a Israele. Il settore maronita era stato 'Svegliato» nel cuore della scorsa notte dalle esplosioni dei primi scontri, dovuti, secondo le emittenti musulmane, a combattimenti tra forze fedeli a Geagea e altre fazioni di «fi». Stando a questa versione, erano gli uomini di Maroun Mashalani a essere Insorti. Mashalani, 27 anni, è stato rapito l'altro ieri e secondo alcune fonti sarebbe passato dal campo del falangisti a quello di Hobelka. Altri resoconti l'hanno dato per ucciso. La battaglia ha vissuto forse le ore più drammatiche dopo mezzogiorno, ora locale, quando anche alcuni aerei dell'aviazione militare libanese hanno sorvolato Beirut Est a bassa quota. Sembra che unita cristiane dell'esercito avessero ricevuto l'ordine di sventare il colpo di mano e riprendere 11 controllo di Beirut Est. I voli avevano appunto lo scopo di copri¬ re l'azione delle truppe regolari, ma le milizie di Oeagea sembra siano riuscite a risolvere da sole la situazione. In serata sono giunte tuttavia da Beirut valutazioni contrastanti: Hobeika ha rotto 11 silenzio, attribuendo ai suoi uomini 11 controllo di punti chiave. L'ambasciatore taliano a Beirut, Antonio Mancini, ha detto di avere avuto numerosi contatti-radio (i telefoni sono stati Inservibili per buona parte della giornata) con gli italiani residenti nella capitale libanese. 'Erano nei rifugi, non penso ci siano feriti' ha spiegato. Il significato politico dell'attacco di ieri sembra non lasciar dubbi. La Siria, persa ogni speranza di convincere Gemayel ad accettare una riforma istituzionale pilotata da Damasco, vorrebbe sottrargli «dall'Interno» l'indispensabile appoggio delle milizie maronite. La sconfitta di Hobeika, malgrado l'appoggio avuto dai militari siriani, sembra però aver troncato sul nascere il progetto. Damasco ha in Sirta' 30 mila uomini, che controllano la valle della Bekaa ed altre zone di interesse strategico. Il presidente Assad non parla di invasione, ma di aiuto a un Paese vicino in difficoltà. Non mancano però, anche In Libano, 1 fautori della Grande Siria, che auspicano una sempre più marcata sottomissione del piccolo Paese mediterraneo a quella che è stata definita la «Prussia del Medio Oriente». Malgrado 11 serrato impegno militare, Damasco non viene tuttavia a capo — come non ne vennero gU israeliani con l'operazione Pace In Galilea — del rebus libanese. Il suo piano di pace elaborato alcuni mesi fa riuscì a mettere d'accordo Amai e drusl. finché il presidente Gemayel, dopo un lungo pendolarlato con la capitale siriana per consultazioni, ritirò il «si» maronita. Vani, da quel momento, tutti 1 tentativi per ritrovare un'intesa.