Sonda italiana a caccia di pianetini di Piero Bianucci
Sonda italiana a caccia di pianetini Torino, dovrebbe studiare gli asteroidi che sfiorano la Terra Sonda italiana a caccia di pianetini Gara aperta con la missione «Vesta» preparata da sovietici e francesi TORINO — C'è una pattuglia di pianetini che sfiorano la Terra. Sono poco più che macigni erranti nello spazio, il loro diametro è appena di qualche chilometro, ma il fatto che volteggino periodicamente sulla nostra testa li rende tanto pericolosi (ci sono tracce di collisioni nella storia geologica del nostro pianeta) quanto scientificamente interessanti. Ieri, ospite dell'Aeritalia, un gruppo di ricercatori torinesi e pisani ha presentato il primo progetto per una missione spaziale destinata allo studio di uno di questi pianetini. Ne scopriremmo cosi l'aspetto, la densità, la composizione. E forse l'impresa potrebbe essere realizzata completamente con risorse italiane. ■ La missione si chiama •Piazzi», dal nome dell'astronomo che nel 1801 scopri il primo asteroide. Dice Paolo Paollcchi: «Il costo del progetto è relativamente basso, la tecnologia è già di¬ sponibile. Si tratta di inviare nello spazio un carico di 60 chilogrammi di strumenti e di pilotare passo passo da Terra un rendes-vous con un pianetino del gruppo 'AmorApollo', in modo da osservare questi sassi cosmici nei minimi particolari. L'impresa è ambiziosa se vogliamo fare tutto in casa, ma abbastanza di routine se la si affronta in una collaborazione con l'Agenzia spaziale europea». L'Idea della missione «Piazzi» nasce all'Osservatorio di Torino, dove lavora Vincenzo Zappala, uno dei maggiori esperti di asteroidi, e a Pisa, tra Università e Centro di calcolo (Cnuce). «Come Aeritalia — dice Franco Bevilacqua, direttore Studi speciali del Gruppo si stemi spaziali — noi siamo interessati a un progetto come questo che offrirebbe l'occasione per dimostrare la nostra piena maturità nell'industria dello spazio». Ma naturalmente ci sono problemi di bilancio. La missione «Piazzi» potrebbe co¬ stare quasi 300 miliardi: si riuscirà a farla rientrare nel Piano spaziale italiano? La domanda nasce anche dal fatto che 11 progetto è In competizione con una missione franco-russa chiamata «Vesta» il cui obiettivo è di mettere un satellite artificiale intorno a Marte e di raggiungere la fascia principale degli asteroidi, dove si aggirano i pianetini piti grandi (molti hanno un diametro oltre 1 100 chilometri il maggiore, Cerere, raggiunge i mille). Nella missione «Vesta» è possibile una partecipazione europea, e quindi Italiana. Molti scienziati italiani pre senti alla riunione di ieri presso iAeritalia sono favorevoli a questa cooperazione piuttosto che a un'impresa tutta italiana, ovviamente rischiosa perché tutta giocata con le nostre sole forze tecnologiche e scientifiche D'altra parte, come hanno fatto notare anche Coradlni e Fulchignonl, dell'Università di Roma, le due missioni sono abbastanza complementari. «Vesta» potrebbe essere lanciata nel 1994, «Piazzi» nel 1998, facendo tesoro dell'esperienza precedente. Ma, insiste Andrea Milani, uno degli ideatori del programma «Piazzi», il contributo di questa sonda sarebbe insostituibile perché soltanto la «Piazzi» abborderebbe il pianetino a bassa velocità, e comunque questi «sassi» che sfiorano la Terra costituiscono una categoria a sé, di particolarissimo interesse. Conclusioni? Ieri si è formata una commissione di lavoro per approfondire 1 progetti. Intanto si potrebbe varare uno studio di fattibilità per la sonda «Piazzi». Costerebbe soltanto 200 milioni, pochi spiccioli se si pensa che le missioni spaziali hanno una tariffa vicina al due miliardi per ogni chilo di materiale lanciato nello spazio. Piero Bianucci
Persone citate: Andrea Milani, Franco Bevilacqua, Paolo Paollcchi, Vincenzo Zappala
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