Parigi, un «patron» alla testa del ministero di Enrico Singer

Parigi, un «patron» alla testa del ministero Jacques Maisonrouge, nuovo direttore generale del dicastero dell'Industria Parigi, un «patron» alla testa del ministero E' l'ex presidente deH'Ibm-Europa - Dovrà adattare le strutture burocratiche ai progetti di rilancio PARIGI — Per la prima volta in Francia un -grand patron* slede sulla poltrona di direttore generale del ministero dell'Industria. Jacques Maisonrouge, ex presidente della Ibm-Europa, è stato appena nominato e già nel mondo politico e Imprenditoriale parigino si respira aria di svolta. Uno dei posti finora monopolio del -grands commis* dello Stato usciti dall'Ena, la mitica Ecole Nationale d'Administration, passaporto per tutte le carriere pubbliche, è stato affidato a un manager internazionale. E con una missione precisa: riorganizzare, snellire, tagliare se necessario. Trasformare il grigio palazzo di rue de Grenelle nel -Grenelle Consulting Group*, come place dire al ministro Alain Madelin, il più giovane e liberale del governo Chirac. Meno controlli sulle imprese e più consigli per muoversi nella competizione mondiale. Per questo la scelta di un «uomo del privato* che dovrà adattare le strutture burocratiche alle necessità del rilancio industriale. Non senza qualche resistenza nella vecchia guardia del ministero, abituata a decenni di dirigismo: gollista come di sinistra. Jacques Maisonrouge non si è ancora installato nell'ufficio al secondo piano di rue de Grenelle (la sua nomina è di mercoledì scorso), ma ha già le Idee chiare. « Una delle debolezze del nostro Paese è la chiusura in compartimenti stagni tra amministrazione, industria e grandi università. Far cadere queste barriere sarà uno dei miei obiettivi principali*. Intanto Gambiera l'organizzazione del ministero. I seimila Impiegati, inquadrati in undici direzioni «verticali» (come elettronica, tessile, meccanica), lavoreranno in dipartimenti «orizzontali»: finanze, affari sociali, concorrenza, qualità, interventi. Sono le regole del gioco che Jacques Maisonrouge ha imparato in trent'anni passati nel cuore del gigante dell'informatica americano. Quando, nel 1954, entrò nella Ibm aveva alle spalle i due migliori licei di Parigi — Voltaire e Saint-Louis — e una laurea in ingegneria industriale. Poi ha scalato tutti i gradini della carriera: da direttore commerciale aggiunto i per la Francia a presidente della Ibm-Belgio. Fino a raggiungere (nel '74) la presidenza per l'Europa e la vicepresidenza della Corporation. Unico francese ad avere mai fatto parte del «board» della multinazionale. Nell'84, a seasant'anni. Jacques Maisonrouge ha preso la sua -retraite* dalllbm. E' andato In pensione, ma non ha abbandonato 11 mondo degli affari. Tanto che adesso, per assumere il nuovo incarico pubblico, dovrà dimettersi dal consigli di amminlstrzione della società Air Liquide, della Lyonnaìse des Eaux e di Moet-Hennessy. Una lunga attività che Maisonrouge ha anche raccontato in un libro pubblicato nell'85 — -International manager* — e che lo ha fatto vivere per diciassette anni negli Stati Uniti dove ha avuto dalla moglie (francese) cinque figli. Ma proprio questo suo passato mode in Usa è l'argomento principale dei critici dell'operazione decisa dal ministro Madelin. C'è chi lo considera troppo legato all'industria americana e guarda con sospetto alle sue teorie'— per esempio quella di attirare capitali stranieri in Francia — che rompono con una tradizione molto radicata. E nemmeno del tutto smentita dal governo Chirac che, nel caso della privatizzazione appena avviata di gran parte del settore pubblico, ha innalzato steccati contro le •incursioni» della finanza internazionle. Timori condivisi anche da una parte degli imprenditori francesi che si sentono deboli, ed esposti, nel confronto mondiale. Sono voci e preoccupazioni che Jacques Maisonrouge conosce bene. Accettando l'incarico di direttore generale del ministero dell'Industria, ha ammesso che «il governo ha deciso di correre un rischio*. Come dire che 11 -grand patron* non è disposto a rinunciare alle sue idee in nome del calcoli e dei dosaggi della politica. Il primo banco di prova è già all'orizzonte: la battaglia tra i tecnici dei vari ministeri economici europei per dare corpo al «mercato unico delle merci e del capitali» che la Cee ha in programma di varare nel 1992. Il ministro Alain Madelin ha lamentato che tedeschi e inglesi hanno pronte centinaia di proposte per le future direttive comunitarie e che, ancora una volta, la Francia mrischia di essere in ritardo e di subire le iniziative altrui: Enrico Singer