Più controlli sull'atomo

Più controlli sull'atomo Firmati a Vienna due accordi per il dopo-Cemobil Più controlli sull'atomo All'Agenzia internazionale per l'energia atomica 83 Paesi si sono impegnati a comunicare tempestivamente eventuali incidenti e a darsi reciproca assistenza - Manifestazione di Greenpeace VIENNA — Ottantatré dei 113 membri dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) hanno firmato ieri sera due convenzioni con le quali si impegnano ad avvertire tempestivamente la comunità internazionale nel caso di un incidente nucleare eh' ix>ssa avere effetti al di a delle frontiere e a presta.e adeguata assistenza. I due - testi sono stati redatti in seguito all'incidente alla centrale nucleare di CentóbU del 26 aprile che ha causato 31 morti e ha inquinato con la ricaduta radioattiva numerosi Paesi. Oli Stati firmatari della prima convenzione si impegnano a rendere noto -immediatamente* l'incidente «in un reattore, qualunque sia la sua ubicazione* e in «qualsiasi installazione del ciclo nucleare* si sia verificato, avvisando i Paesi che potrebbero essere vittime delle radiazioni del momento in cui è avvenuto l'incidente, della località e della natura dell'incidente stesso. La convenzione entrerà in vigore fra 30 giorni. Le cinque potenze nucleari militari (Urss, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Cina), come altri Paesi, si sono dichiarate pronte ad avvertire anche in caso di -altro tipo di incidente*, cioè di incidenti che implicano armi o esperimenti nucleari. La convenzione però non rende obbligatoria la dichiarazione di questi incidenti. Nella seconda convenzione gli Stati si impegnano a cooperare tra loro e con l'Alea per una reciproca assistenza nell'eventualità di un incidente nucleare che possa avere effetti al di là delle loro frontiere. I membri dell'Alea hanno inoltre approvato per consenso una risoluzione finale nella quale «riconoscono che l'energia nucleare continuerà ad essere un'importante fonte di energia per lo sviluppo economico e sociale*. I Paesi del Nord Europa hanno tentato di far introdurre l'espressione restrittiva di 'importanza per numerosi Paesi*, ma la loro proposta è stata respinta. Una manifestazione antinucleare si è svolta ieri alle 13,30 davanti al Palazzo imperiale della Hofburg, dove era in corso l'assemblea della Aiea. I dimostranti hanno cercato di bloccare l'ingresso. Venti manifestanti sono stati arrestati. In precedenza il direttore generale dell'Alea, Hans Blix, aveva rifiutato un incontro con una delegazione degli ecologisti di Greenpeace. La delegazione intendeva presentare a Blix uno studio sulla sicurezza nucleare fatto da esperti definiti -indipendenti*. Giovedì alcuni attivisti del movimento avevano compiuto una spettacolare manifestazione contro l'uso dell'energia atomica arrampicandosi sulla grande ruota del Prater per appendervi un grande striscione con la scritta -Basta con l'energia nucleare*. Le due convenzioni firmate a Vienna sono il risultato di un ampio dibattito il cui primo obiettivo è stato quello di chiarire le cause e le circostanze dell'incidente di Cernobil. Sia pure tardivamente, i sovietici hanno fornito ampie informazioni sull'accaduto. In sintesi, si è accertato che all'origine dell'incidente c'è stata una serie di gravissimi errori dei tecnici della centrale. Sotto accusa rimane dunque, più- che l'energia atomica, la sua gestione. Evidentemente la sicurezza di questa gestione deve essere garantita con più fermezza di quanto finora si è fatto, sia sul piano nazionale sia su quello internazionale. Proprio questo è l'obiettivo che si propongono le due risoluzioni firmate ieri. L'obbligo per i membri dell'Alea di informare tempestivamente i Paesi eventualmente coinvolti in un incidente può apparire ovvio. Ma non lo è poi tanto se sono stati necessari i controlli della radioattività fatti dai tecnici svedesi per scoprire ciò che era avvenuto a Cernobil. E anche -filosoficamente* significativa è la riaffermazione dell'importante ruolo dell'energia nucleare nello sviluppo economico e sociale. Ma il vero problema non sta tanto nell'affermare principi, quanto nel metterli in pratica. L'Alea, come molti organi¬ smi internazionali a cominciare dal più importante, l'Onu, ha senza dubbio un'alta autorità morale, ma ha poi pochissimi mezzi per garantire che questa autorità venga rispettata. Gli impianti militari americani e francesi, per esempio, sono sempre rimasti chiusi ai rappresentanti dell'Alea. E naturalmente ancora più difficili sono i controlli in un Paese come l'Unione Sovietica, dove il confine tra ciò che è militare e ciò che è civile risulta estremamente labile. Dopo le convenzioni firmate ieri, dunque, è importante che si faccia un passo ulteriore: quello di dotare l'Alea di effettivi poteri di controllo. Soltanto cosi potranno riacquistare credibilità sia l'Agenzia di Vienna sia la stessa energia nucleare. p. b.

Persone citate: Blix, Hans Blix

Luoghi citati: Cina, Francia, Gran Bretagna, Nord Europa, Stati Uniti, Unione Sovietica, Urss, Vienna