Il Veneto offre vino da record di Sergio Miravalle

H Veneto offre vino da record Arriva la stagione della vendemmia dopo il metanolo-day H Veneto offre vino da record L'uva prodotta supererà i 10 milioni di quintali - Carpené Malvolti: «Avremo un grande spumante» - Ottimismo anche nel Friuli: «La pioggia di fine agosto ha consentito ai grappoli di crescere bene» -1 responsabili del Ferrari apriranno un bar-ristorante nel centro di Mosca - Grandi attese per la qualità del «Pinot» DAL NOSTRO INVIATO CONEGLIANO VENETO — L'Italia delle vendemmie è in piena attività. Un viaggio nelle principali regioni vitivinicole conferma che si raccolgono uve di ottima qualità. Dopo i mesi della disperazione e del pessimismo, seguiti allo scandalo del metanolo, a molti produttori sta tornando il sorriso. 'Un'annata come questa servirà più di tante campagne promozionali a favore del vino italiano — commenta con entusiasmo Bernardino Cisilan, direttore della cantina sociale di Gambellara, nel Vicentino al confine con il Veronese, 400 soci e centomila ettolitri di vino prodotti ogni anno «la qualità delle uve Garganego, dalle quali otteniamo il Gambellara doc e il Soave, è veramente buona. I grappoli arrivano in cantina ben maturi e soprattutto sani. Da queste parti quando è così, diciamo che è vendemmia da Recioto, cioè adatta alla produzione del vino passito che si ottiene solo nelle annate migliori». In tutto il Veneto la quantità di uva prodotta supererà abbondantemente i dieci milioni di quintali. Nelle zone della pianura colpite dalle gelate del gennaio '85 molti vigneti hanno dovuto essere estirpati, ma quelli rimasti hanno ripreso a produrre. •Soprattutto ci fa ben sperare la qualità dei primi mosti — annuncia Etile Carpenè Malvolti, della storica casa di spumanti di Conegliano Veneto — il caldo di questi giorni sta aggiustando anche le uve che avrebbero dato qualche problema di gradazione. Il Prosecco '86 sarà un grande spumante: Nella zona di Valdobbiadene il mosto da uve doc arriverà a costare circa mille lire il litro. «// metanolo non ci ha colpiti — precisano alla Carpenè Malvolti, che produce circa 3 milioni di bottiglie a doc — per il Prosecco le richieste sono anzi in netto aumento, segno che i consumatori iniziano a esigere prodotti di origine certa e di qualità garantita-. Anche nel Veronese 11 bel tempo di questo fine settembre sta mettendo le cose a posto. 'Stiamo raccogliendo le uve Rondinella, Corvina e Molinara che servono per ottenere l'Amarone — spiega Lorenzo Tedeschi, contitolare di una azienda agricola di otto ettari nel cuore della zona storica del Valpolicella — se il tempo tiene concluderemo una vendemmia davvero più che accettabile». Anche in Friuli tira vento di ottimismo. Si stanno raccogliendo circa un milione e mezzo di quintali di uva. «La siccità estiva ci aveva fatto temere guai, ma le piogge di fine agosto hanno consentito ai grappoli di crescere bene — precisa Rodolfo Rizzi della cooperativa produttori di Cormòns, 220 soci, 25 mila quintali di uva conferita ogni anno.° «in cantina abbiamo già i mosti di Tocai, Pinot grigio, Collio, Verduzzo, Malvasia. Ora stiamo raccogliendo le uve rosse di Merlot e Cabernet. I risultati sono in generale buoni con qualche punta di eccellenza'. A Cormons, domenica scorsa è arrivato un telegramma del presidente Reagan che ringraziava per l'invio di tre bottiglie del «vino della pace». 'E' prodotto da un vigneto che abbiamo vicino alla cantina dove coltiviamo 400 tipi di vitigni provenienti da tutto il mondo. Lo abbiamo già vendemmiato e ne ricaveremo diecimila bottiglie che, grazie all'Alitalia, invieremo anche quest'anno ai principali capi di Stato». E' un segnale di come il vino italiano cerchi, con intraprendenza e fantasia, di conquistare nuovi spazi d'immagine. Un altro esempio significativo è offerto dalla Ferrari di Trento la casa di spumanti classici che, dopo il «colpo» di questa primavera, quando riuscì a inserire le sue bottiglie riserva nella lista dei vini del Lido di Parigi, tenta ora la difficile strada dell'Est. Sono infatti a buon punto i contatti per aprire nel centro di Mosca un elegante «Ferrari club», bar-ristorante sullo stile di quello già inaugurato l'anno scorso a Filadelfia, cui dovrebbero presto seguire quelli di Londra e Pechino. 'Possiamo guardare cosi lontano anche perchè abbia¬ mo alle spalle annate ottime come quella che stiamo vinificando e eccezionali come lo è stata quella dell'85 — conferma Mauro Lunelli, uno dei tre fratelli che conducono, l'azienda trentina (produce circa un milione e mezzo di bottiglie di spumante classico l'anno) — anche la quantità è buona, superiore di almeno il 10 per cento all'anno scorso». n comitato vitivinicolo trentino ha già stilato una prima indagine provinciale che conferma il buon andamento complessivo per le uve «base-spumante» di Chardonnay, e Pinot, Riesling e Moller Thurgau. Si sta completando bene anche la maturazione delle uve rosse. La produzione trentina dovrebbe attestarsi su ir 1,2 milioni di quintali, di fatto la stessa dell'anno scorso, a causa di alcune grandinate nella Vallagarina e nel Basso Sarca. I chicchi di ghiaccio hanno fatto strage di grappoli anche in Alto Adige, in partico¬ lare nel Meranese. In molti vigneti della zona la vendemmia è praticamente inutile. Più a Sud, nella vallata di Appiano la raccolta della Schiava gentile ha confermato buone gradazioni. 'Anche per le uve bianche Silvaner e Pinot le qualità si annunciano buone, i grappoli sono ben maturi e daranno vini molto equilibrati» dichiara Claus Sparer, segretario della cooperativa «Viticoltori Alto Adige» che raggruppa sette cantine sociali. I prezzi sono in ascesa: nella zona di Caldaro l'uva è pagata 60/70 mila lire il quintale, ma per le bianche di pregio si superano anche le centomila e per l'aromatico Oerwuztraminer si arriva almeno a 250 mila. Un solo ettaro di vigneto sui crinali di queste montagne può rendere oltre cento milioni l'anno. Una bella vendemmia davvero. Sergio Miravalle