Italia for Africa

Italia ter Africa La Farnesina rilancia i progetti di aiuti al Sahel Italia ter Africa Andreotti incontra a New York i ministri di 40 Paesi ROMA — Andreotti ha visto ieri a New York 1 ministri degli Esteri di una quarantina di Paesi africani, convenuti negli Usa in occasione della sessione dell'assemblea generale dell'Onu. Scopo dell'incontro è stato lo studio, a diretto contatto con i responsabili africani, delle iniziative e delle misure più idonee «per proseguire il piano di azioni di solidarietà verso i Paesi dell'Africa colpiti da particolari calamità (come la siccità nella regione del Sahel) o di cooperazione allo sviluppo fra gli Stati dell'area subsahariana». Si tratta, quindi, di un programma distinto da quello del «Fondo aiuti italiani» presieduto dal sottosegretario Forte e destinato a aiuti d'emergenza contro la fame, an che se in pratica questi piani del Dipartimento per la Cooperazione e lo sviluppo della Farnesina finiscono spesso per confluire sugli stessi Paesi, che non solo per motivi contingenti sono fra i più diseredati del continente africano. Seguendo, dunque, le indicazioni del piano approvato a fine maggio dalla seS' sione speciale delle Nazioni Unite per l'Africa, il ministro Andreotti ha esaminato con i rappresentanti di Tanzania, Senegal, Sudan, Zambia, Uganda, Somalia, Camerun, Mozambico, Kenya, Ciad e degli altri Paesi 1 mezzi più adatti per armonizzare gli aiuti italiani inserendoli nel contesto delle altre iniziative Il programma della Farnesina si articola attorno a due poli principali di aiuto. Il primo è l'iniziativa di solidarietà per il Sahel, lanciata a fine '82 e che prevede un impegno di spesa di 750 miliardi di lire da distribuire nell'arco di 5-7 anni. I Paesi interessati al piano di lotta contro la siccità sono Buriana Faso, Capo Verde, Ciad, Gambia, Mali, Mauritania, Niger, Senegal. E qui l'azione italiana si è già concentrata sugli obiettivi dello sviluppo dell'agricoltura, dell'approvvigionamento idrico, della sanità e del potenziamento delle infrastrutture di base. Nell'ambito di questo programma, alla fine del 1985 risultavano avviati 104 programmi con un impegno per 555 miliardi, dei quali 200 già erogati. In questi ultimi mesi, sono stati individuati altri trenta progetti per un valore globale di circa 200 miliardi che consentono pertanto di completare l'iniziativa italiana per il Sahel. Scomponendo il piano di aiuti per i singoli Paesi, il maggiore beneficiarlo dell'iniziativa risulta 11 Niger (progetti del valore di 131 miliardi) seguito da Senegal, Burkina-Foso, Mali. Il secondo polo del programma di aiuti è destinato alla regione sub-sahariana dove dall'inizio degli Anni 80 si è registrato un progressivo deterioramento della situazione economica, determinato sia dalia rece&siolìe ììiùlidiale sia da calamità naturali, che ha fatto precipitare il reddito medio prò capite a un livello inferiore a quello di 15 anni fa, con un tasso globale di crescita negativo. L'Italia ha quindi erogato nel quinquennio '81-85 la somma di 1743 miliardi di lire ai Paesi di questa regione (principalmente Somalia, Etiopia, Mozambico, Tanzania) destinando altri 300 miliardi al Fondo speciale per l'Africa della Banca Mondiale. Anche per questi Paesi, sono stati attivati aiuti nei settori agricolo e agro-alimentare, sanitario, formazione, infrastrutture, trasporti e telecomunicazioni, p. pat.

Persone citate: Andreotti, Kenya