Chirac: non tratto, premo di Enrico Singer

Chimc: non tratto# premo Il Primo Ministro francese giustifica le iniziative del governo sul caso Abdallah Chimc: non tratto# premo Quella di mons. Capucci è una mediazione «non richiesta» e proseguirà «in altre capitali» - «Non lasceremo strade intentate per fermare il terrorismo» - Parigi punta su Damasco - Arrestato presunto basista delle Fari PARIGI — Monsignor Hilarlon Capucci, dopo il suo colloquio a sorpresa con Georges Ibrahim Abdallah nel carcere della Sante, potrebbe avere «altri incontri in altre capitali*. Ma la sua è una mediazione autonoma: «non richiesta» dal governo francese, che si sarebbe limitato ad accettarla «perché nessuno, oggi, può permettersi di lasciare strade intentate per fermare l'attacco terrorista contro la Francia». Cosi, dopo un lungo silenzio ufficiale, il portavoce del primo ministro Chirac, Baudouin, ha cercato di fare il punto sull'intreccio di Iniziative più o meno segrete avviate sul caso Abdallah. Per Baudouin non ci sono dubbi, né margini per specu lazioni su un «cedimento» francese di fronte al terrorismo. Quella di Capucci è un'iniziativa personale, le rivelazioni di stampa su contatti tra emissari di Chirac e uomini delle Fari a Madrid, nel maggio scorso, sono false. «Lo Stato non parla con i terroristi, ma soltanto con altri Stati per sollecitare pressioni, se sono possibili, e per spiegare la sua posizione, che non può essere altro che la fermezza di fronte al ricatto». Questo, insomma, per 11 governo di Parigi è il confine tra azione diplomatica (e anche mediazione) e trattativa intesa come patteggiamento con «bande di assassini: Ma qualche cosa si sta muovendo. Lo conferma prima di tutto la tregua che da nove giorni, ormai, risparmia a Parigi nuove bombe. E lo confermano, in fondo, anche le parole del portavoce di Chirac. La Francia sta puntando sulla carta del contatto con le capitali che possono •influenzare» i terroristi. E, soprattutto, con Damasco. «Il governo cerca l'appoggio della Siria; scriveva ieri Le Monde, ripercorrendo gli avvenimenti degli ultimi giorni: le telefonate di Chirac al vicepresidente siriano Khaddarci, la visita-lampo del ministro francese della Cooperazione a Damasco, la stessa clamorosa apparizione di monsignor Capucci, amico personale del leader siriano Assad. E c'è anche un cambiamento di tono nel confronti di chi «manovra i terroristi: All'Indomani della carneficina di Montparnasse (5 morti e 60 feriti), Chirac aveva promesso una «risposta fulminante» contro i «direttori d'orchestra» del terrore, annunciando che presto Parigi avrebbe avuto le prove del complotto. L'altra sera, a New York, in una conferenza-stampa seguita al suo intervento all'Assemblea dell'Onu, il premier francese ha detto di non poter puntare l'indice contro alcuno Stato. I giornali francesi già si lanciano in nuove Ipotesi: l'offensiva delle Fari (gruppo libanese ma di storica osservanza siriana) per ottenere la scarcerazione del suo capo Abdallah sarebbe sfuggita al controllo dei suoi protettori. O sarebbe un'iniziativa autonoma dei servizi segreti che una trattativa «da Stato a Stato» potrebbe adesso bloccare. Resta sempre il problema di che cosa concedere (o minacciare) in un negoziato di questo tipo. L'unica cosa certa — e ripetuta anche ieri dal portavoce di Chirac — è che la sorte di Abdallah «è nelle mani della giustizia francese, e non sari influenzata da alcun ricatto». Per questo il rischio della ripresa degli attentati è concreto, e la polizia continua nella sua azione per individuare almeno i «manovali» del terrorismo. Ieri è stato arrestato un francese sospettato di essere un basista del commando delle Fari che ha agito a Parigi. Si tratta di un personaggio noto dell'estremismo di sinistra: Frédéric Oriach, 32 anni, già fondatore dei Napap (Nuclei armati per l'autonomia popolare), uno del gruppi in parte poi confluiti nel movimento eversivo Action Directe. Oriach è stato fermato in modo spettacolare, davanti alle telecamere della tv, nel giardini del Lussemburgo, dove aveva organizzato un incontro con i giornalisti per protestare la sua estraneità agli attentati. Su una sua eventuale incriminazione dovrà decidere il giudice parigino che conduce l'inchiesta sulle bombe. Ma una cosa è significativa: Frédéric Oriach ha vissuto a lungo in Siria. In Francia, nell'81, è stato condannato a 5 anni di prigione per associazione sovversiva, e quando, nell'aprile scorso, è uscito di prigione, è tornato di nuovo in Medio Oriente. A Parigi era ricomparso appena 11 20 agosto scorso: alla vigilia degli attentati delle Fari. Enrico Singer