La Nato riscrive la strategia

La Nato riscrive la strategia of« secret» sulla risposta ili caso di guèrra nucleare La Nato riscrive la strategia Otto anni di studi - Istruzioni anche sul modo di comunicare con Mosca per un armistizio DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — La Nato ha messo a punto nuove direttive — di carattere politico più che militare — sulle modalità di impiego dell'arma nucleare in caso di conflitto, il documento, che è per ora •top secret», sarà probabilmente esaminato nei prossimi giorni dagli ambasciatori permanenti dell'Alleanza e successivamente trasmesso al ministri della Difesa, in occasione di una loro riunione già In programma 11 mese prossimo a Gleneagles, in Scozia. Prenderebbe le mosse, rispetto a un precedente, analogo documento del 1969, dal rinnovato quadro della strategia nucleare occidentale, frutto del continuo rinnovamento tecnologico ma anche dell'Installazione del missili Cruise e Pershing-2. Le direttive precisano, per esempio, quali consultazioni — e a quale livello — sono necessarie fra gli alleati; Indicano anche, a seconda dei casi, la necessità o meno di comunicazioni dirette con Mosca. Ma soprattutto il documento — 40 fitte pagine intitolate «Direttive politiche generali per l'uso di armi nucleari in difesa della Nato» — contempla ogni possibile procedura di pianificazione e coordinamento fra gli alleati; esamina le situazioni in cui un'offensiva del Patto di Varsavia potrebbe portare a un'escalation nucleare; precisa 1 criteri per l'uso di quelle armi — sia sotto forma di prolettili d'artiglierìa o di missili — come deterrente per dissuadere Mosca dal proseguire le ostilità. Il rapporto, secondo fonti non ufficiali della Nato, è una sintesi della cosiddetta «strategia della deterrenza e della risposta flessibile». Sono state necessarie quattro stesure prima che il documento fosse considerato compiuto e definitivo: la sua messa a punto ha richiesto otto anni di lavoro da parte di un gruppo di ricerca Nato. Rispetto alle direttive del 1969 l'accento viene posto in particolare — oltre che sulle rinnovate tecnologie militari e sulle nuove armi strategiche a disposizione dell'Alleanza — sul concetto del «secondo colpo», che presume quindi una sopravvivenza dopo un primo scambio nucleare fra i due blocchi. Per quanto riguarda le armi, si insiste sul ruolo determinante che in una guerra del futuro potrebbero avere 1 missili lanciati dai sottomarini, che finora non rientravano in uno scenario europeo di difesa. Sarebbe una novità anche tutto ciò che riguarda l'escalation nucleare di secondo colpo contro il territorio sovietico: il documento del 1969, non potendo tenere conto del missili di crociera e dei Pershing-2, prevedeva infatti tale ipotesi soltanto in casi particolarmente circoscritti sia geograficamente sia da un punto di vista militare, come per esempio uno scontro ai confini fra la Turchia e l'Unione Sovieti¬ ca. Secondo fonti informate il documento si prefigge in particolare il coordinamento fra le gerarchie militari e la loro Interazione in subordine al potere politico. Le nuove direttive precisano, appunto, le modalità di tale controllo; ma eliminano anche, rispetto al passato, complicate istruzioni militari o l'insistenza su complesse procedure di consultazione scarsamente applicabili durante una crisi. Le direttive Nato precisano le priorità strategiche in caso di conflitto nucleare prolungato; In uno scenario da «giorno dopo» illustrano i criteri di una risposta relativamente graduata e graduale. Fra le mille terribili prospettive di un conflitto, compare anche — rispetto all'edizione precedente — quello che si potrebbe definire un appello al buon senso: precise istruzioni su come comunicare con il Cremlino per «segnalare» il desiderio di armistizio nucleare. f ga,

Persone citate: Cruise

Luoghi citati: Bruxelles, Mosca, Scozia, Turchia