La Rosa di Eco divide New York

La Rosa di Eco divide New York Presentato ieri in Usa e in Canada l'atteso film di Annaud tratto dal romanzo best-seller La Rosa di Eco divide New York Sulla stampa americana prevalgono i giudìzi negativi: «Ridotta alla nuda trama, la materia è inconsistente e lugubre» - Lo scrittore non ha voluto essere presente alla «prima» - Protagonista Sean Connery NEW YORK — Umberto Eco era il grande assente. Ieri a New York, alla «prima» del film che Jean-Jacques Annaud ha tratto dal suo romanzo /I nome della rosa, protagonista Sean Connery. Eco, che tre anni fa, quando era comi ata la lavorazione del filn aveva accettato di collaborare attivamente (suo figlio Stefano faceva additrittura l'aiuto regista di Annaud), si è progressivamente allontanato dall'impresa, e ha finito col definire 11 film •opera di Annaud e non mia». Non si pub neanche dire se e quando lo scrittore vedrà la pellicola. Infatti, quando II nome della rosa sarà proiettato in prima europea a Firenze, il 18 ottobre, Eco ha dichiarato che sarà a New York. Dopo una serie di proiezioni private avvenute la scorsa settimana, Il nome della rosa ha ufficialmente «aperto» ieri In due sale di New York, Los Angeles e Toronto. Domani sarà distribuito in altre otto citta americane e solo ai primi di ottobre è prevista una distribuzione capillare su tutto il territorio degli Stati Uniti. L'uscita del film ha creato grande aspettativa data la notorietà del romanzo e del suo autore in America: le prime reazioni critiche sono discordi, ma prevalgono 1 giudizi negativi. Il nome della rosa, tratto dal romanzo filologico-poliziesco di Eco che è stato uno dei più grandi successi editoriali degli ultimi anni sul plano mondiale, è un film di produzione tedesca e viene distribuito dalla 20th Century Fox: 18 milioni e mezzo di dollari il costo, regista il giovane francese Annaud, noto soprattutto per «La guerra del fuoco» (un film che piacque moltissimo allo stesso Eco). Il film e uscito da troppe poche ore per conoscere le reazioni del pubblico Usa, ma vi sono già quelle di alcuni critici le cui recensioni sono apparse in questi giorni sul principali quotidiani e setti' manali americani. Jack Curry su Usa Today ritiene che troppa carne sia stata messa al fuoco e il film viene a mancare di un centro di coesione, se non nell'eccellente interpretazione di Sean Connery, un po' Sherlock Holmes un po' James Bond del secolo XTV. Tiepide anche le accoglienze del critico del New York Times Vincent Canby, che scrive: -Il romanzo di Eco è soprattutto il gioco erudito di un professore universitario... Privato delle sue dotte digressioni... Ridotto alla sola trama, poliziesca (come nell'a- (lattamento cinematografico) su chi ha conficcato, testa in giù, padre Venanzio nel calderone del sangue di maiale e perché, rende II nome della rosa inconsistente e lugubre». Estremamente positiva invene la recensione di David Ansen sul settimanale Newsweek, che vede nell'adattamento filmico di Jean-Jacques Annaud una brillante chiave di lettura cinematografica per il complicato intrigo da romanzo poliziesco in chiave allegorica, sviluppato in oltre 500 erudite pagine da Umberto Eco. Ansen apprezza soprattutto il fatto che il giovane regista si sia cimentato nell'ardita Impresa di condensare tanto materiale, carico di intricate diatribe ideologiche tra il papato, i francescani e le dottrine eretiche di quell'epoca, denso di storia e di teologia in ogni pagina in poco più di due ore di proiezione. *Chapeau», dichiara il critico a conclusione del suo pezzo. Accanto a Sean Connery, che indossa il saio del venerando frate francescano Guglielmo da Baskerville, nel film di Annaud vi sono il giovane discepolo Adso da Melk interpretato da Christian Slater. mentre il principale antagonista, l'inquisitore Bernardo Qui, ha il volto di Murray Abraham (vincitore dell' Oscar per la sua interpretazione di Salleri nel film Amadeus). Altro nome di spicco è William Hickey (il vendicativo padrino mafioso nel film di John Huston L'onore dei Frizzi) che in questo film è Ubertino da Casale, monaco benedettino in odore di santità. L'adattamento dal romanzo reca la firma di quattro sceneggiatori: Andrew Birkin, Gerard Brach, Howard Franklin, Alain Godard. La scenografia è di Dante Ferretti, che ha ricostruito l'atmosfera tetra di un'abbazia medievale in un'epoca particolarmente oscura del cristianesimo, nel 1327, quando il Papa era ad Avignone. La fotografia è del bravissimo Tonino Delli Colli che ha saputo catturare le inquietanti luci e le ombre di un'illuminazione di candele e lampade a olio. r. si. Sean Connery in «11 nome della rosa»: le poche lodi sono per lui