Carabinieri podisti catturano pericoloso boss dei catanesi di Angelo Conti

Carabinieri podisti catturano pericoloso boss dei catanesi Ammanettato con uno stratagemma in una cascina del Canavese Carabinieri podisti catturano pericoloso boss dei catanesi E' Salvatore Boncore, ricercato da due anni per due omicidi e traffico di stupefacenti Carabinieri deltaplanisti e carabinieri podisti. Non sono componenti di reparti speciali dell'Arma, ma militari del nucleo operativo di Torino costretti a ricorrere a doti di trasformista pur di ammanettare un boss nascente del «clan dei catanesi». Salvatore Boncore, 29 anni, residenza puramente anagrafica in via Baltea 1, uno dei pochi ricercati di un certo livello ancora in libertà dopo il blitz del dicembre '84, è stato arrestato dagli uomini del maresciallo Nanni dopo mesi di lavoro. Si trattava di individuarne il nascondiglio, «difeso» anche dai parenti attentissimi a non lasciar trapelare il minimo indizio, e di catturare l'uomo, ritenuto molto pericoloso, senza provocare reazioni. Il boss aveva detto agli amici, un anno fa, che si sarebbe trasferito in una località del Sud. Si era invece fermato in frazione Remondato di Rocca Canavese. Qui aveva acquistato (da una possidente di Corio, Barbara Cresto, 102 anni) un'ala di una cascina, ad una ventina di metri dalla strada. Ci abitava con la moglie Nives ed il figlioletto Christian di due anni. -Una famigliola tranquilla — racconta Maddalena Massocco, che abita nella cascina a fianco —, in apparenza di brave persone. Tutti abbiamo cercato di aiutarli perché lui aveva spiegato di essere arrivato da poco dal Sud e di essere disoccupato. Lo chiamavamo per fare lavori nei campi o per spaccare la legna-. Un comportamento che lo poneva al di sopra di ogni sospetto e che gli consentiva, come ha raccontato ai carabinieri, -di mantenersi in buona forma fisica-. Il plano per l'arresto scatta sabato scorso. Individuato il cascinale (dopo pedinamenti ed intercettazioni telefoniche) viene effettuata una ricognizione aerea per individuare le strade di campagne che si dipartono dalla cascina. Scartata l'ipotesi di un elicottero, troppo appariscente, si preferisce sfruttare «per servizio» la passione di un giovane militare, deltaplanista. Con il velivolo sorvola la cascina e scatta fotografie. Lunedi la prova generale: gli uomini della squadra antidroga salgono su di un trattore, travestiti da contadini. Fingono di lavorare in un campo vicino, controllano le mosse del ricercato. La cattura, martedì, rivela ulteriori doti da trasformisti degli uomini del maggiore Sticchi: in maglietta e panta¬ loncini dai colori sgargiantiuna decina di perfetti podistraggiungono la cascinaChiedono alla moglie deBoncora un po' d'acqua, fingendosi assetati: -Venite, ce n'è per tutti-, I podisti-carabinieri entrano nella casa, strovano davanti il ricercatoAl consueto -Carabinieri. Leè in arresto- l'uomo resta allibito. -Chi siete?- chiede esterrefatto. Glielo spiegano i brigadieri Alborghetti e Durantini che tirano fuori da un tascapane due ordini dcattura (per l'omicidio Calcagno e per traffico di stupefacenti), il mandato di cattura per l'omicidio Mirolla ed un ordine di carcerazione relativo ad una condanna per rapina aggravata. Angelo Conti l.a cascina nel Canavese dove si nascondeva Salvatore Boncore il (d pedinamenti lonini dai colori sgargianti

Persone citate: Alborghetti, Calcagno, Cresto, Maddalena Massocco, Nives, Salvatore Boncore

Luoghi citati: Corio, Rocca Canavese, Torino