La Cee riapre a Est di Fabio Galvano

La Cee riapre a Est Dopo 6 anni ripreso il dialogo col Comecon La Cee riapre a Est Riunione esplorativa a Ginevra «in un clima cordiale» - L'Occidente però insiste per accordi bilaterali con i Paesi comunisti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Il ghiaccio è rotto, ora si tratta — fra Cee e Comecon — di stringere i nodi di un difficile dialogo sospeso sei anni fa e rilanciato in questi giorni a Ginevra. Il «clima cardiale' dell'incontro, sottolineato nel breve comunicato congiunto diramato ieri a conclusione dei lavori, fa da incoraggiante sfondo a quella che Bruxelles etichettava semplicemente come 'riunione esplorativa', ma a cui il mondo dell'Est avrebbe forse desiderato attribuire connotati più altisonanti. Sta di fatto che fra i capi delle due delegazioni — per la Cee l'inglese Maslen. per il Comecon il sovietico Kurovskij — si è avviato un processo destinato a creare un punto d'incontro fra le due realtà economiche europee; un processo che. attraverso una molteplicità di dialoghi bilaterali economici e conseguentemente politici, potrebbe anche favorire una svolta nel rapporti fra Est e Ovest. Al di là di tali espressioni d'ottimismo, tutu.via. non si è ancora andati: è stata la cautela, di fatto, a dominare i tre giorni di contatti ginevri ni svoltisi nella sede del Bit (l'Ufficio Internazionale del Lavoro). Si è discusso — in termini concreti — un progetto sovietico di dichiarazione congiunta, sul quale la delegazione comunitaria ha chiesto una serie di chiarimenti e a cui avrebbe anche apportato alcune modifiche; ma nel clima di totale riserbo che avvolgeva l'avvenimento non si è ritenuto — né e Gi nevra né a Bruxelles — di rendere noto il documento stesso, presunta base del futuro incontro (probabilmente all'inizio dell'anno prossimo) fra il responsabile comunitario per i rapporti esterni, il commissario Willy De Clercq, e il segretario generale del Comecon, il sovietico Vjaceslav Sychov. Ciò che si sottolinea con insistenza in ambienti comunitari é che la Cee ha ottenuto ferme garanzie sul punto da essa ritenuto fondamentale nella ripresa negoziale; e cioè che l'avvio di dialogo fra le due istituzioni sia subordinato o perlomeno affiancato alla conclusione di accordi commerciali bilaterali fra la Comunità da una parte, i singoli Paesi del Comecon dall'altra. Ciò rappresenta una necessità inderogabile, si osserva in quanto la Cee rappresenta un'entità economica, mentre la controparte non ha una politica commerciale comune né dispone di strumenti per una tale politica. Su questo nodo, sfociato nell'insistenza sovietica di scavalcare i rapporti bilaterali, si era di fatto arenata nel 1980 la trattativa avviata nel 1977. A Bruxelles si sottolineava ieri, a margine dei contatti ginevrini, che intese bilaterali sono già state stabilite ne¬ gli ultimi mesi fra la Cee e due Paesi del Comecon, Romania e Cecoslovacchia. Altri due Paesi, Polonia e Ungheria, hanno avviato contatti esplorativi sulla stessa via. Poiché quella pregiudiziale è stata accolta in linea di principio dall'Est, si ritiene che presto anche Unione Sovietica, Germania Est e Bulgaria (e successivamente gli extraeuropei: Mongolia. Vietnam e Cuba) potrebbero avviare analoghe procedure. Attualmente la Cee accusa un deficit annuo di circa 16 mila miliardi di lire negli scambi con l'Urss e con gli altri sei Paesi europei del Comecon; ma non sono pure questioni mercantili a muovere i passi della Commissione. L'importante, si fa notare, è che l'impasse sia stata sbloccata: che da entrambe le parti sia stata espressa in termini concreti la volontà di trovare nuove intese, politiche oltre che commerciali. Era stato il leader sovietico Gorbaciov. nei colloqui moscoviti con Craxi del maggio 1985. a rilanciare l'ipotesi del negoziato: -E' venuto il momento — egli aveva detto — di organizzare relazioni economicamente vantaggiose. Tenendo conto che i Paesi Cee operano come entità poli tica, noi siamo disposti a cercare un linguaggio comune in tema di problemi internazionali concreti'. Due settimane più tardi Sychov proponeva la ripresa dei contatti, e De Clercq rispondeva (luglio) illustrando la pregiudiziale dei rapporti bilaterali successi vamente accolta (settembre) dal segretario generale del Comecon. Da quel momento c'è stato uno scambio di lettere fra Bruxelles e segretariato Comecon da una parte, fra Cee e singoli Paesi Comecon dall'altra: il presupposto per gli incontri ginevrini conclusisi Fabio Galvano ieri. Willy de Clerq

Persone citate: Craxi, De Clercq, Gorbaciov, Maslen, Willy De Clercq