Parigi tratta perAbdallah di Enrico Singer

Parigi tratta perAbdallah Mentre Chirac ripete all'Orni la tesi della fermezza sul terrorismo Parigi tratta perAbdallah Mons. Capucci, amico di Damasco; ha avuto un lungo colloquio alla Sante con il capo delle Fari PARIGI — La porta principale della vecchia prigione parigina della Sante si è aperta, ieri poco dopo mezzogiorno, per far entrare l'uomo delle «mediazioni impossibili.: monsignor Hilarlon Capucci, l'ex vicario patriarcale greco-cattolico di Gerusalemme, processato e Incarcerato in Israele nel '74 per «collaborazione con l'Olp., un personaggio che ha già dimostrato di sapersi muovere nel labirinto dei negoziati con i gruppi terroristici mediorientali. E monsignor Capucci ha parlato per un'ora, senza altri testimoni, con Georges Ibrahim Abdallah, il capo delle Frazioni armate rivoluzionarie libanesi, arrestato due anni fa in Francia: l'uomo al centro del ricatto che, nelle ultime settimane, ha insanguinato Parigi. C'è chi parla di trattativa ormai avviata, anche se dai risultati ancora imprevedibili. Chi di una iniziativa clamorosa che 11 governo francese avrebbe sollecitato, o soltanto consentito, per convincere Abdallah — almeno — a lanciare un appello ai terroristi perché cessi l'ondata di attentati. Da parte ufficiale il silenzio è assoluto. Ma monsignor Hilarlon Capiteci non poteva entrare alla Sante senza l'autorizzazione del ministro dell'Interno, e quindi con l'accordo del premier Chirac e dello stesso Mitterrand. Mosse scoordi¬ nate, in questo momento, non sono possibili. E Capucci, che è arrivato a Parigi venerdì sera, ha avuto più di un colloquio con il vicerninistro dell'Interno, Robert Pandraud. Ma nessuno azzarda commenti. Anche Hilarion Capucci, per ora, non parla. L'unica informazione che è filtrata sull'incontro In carcere viene dalle persone che accompagnano il prelato: • Georges Ibrahim Abdallah è stato molto colpito dalla visita'. Niente di più. L'impressione, comunque, è che l'obiettivo di un intervento cosi spettacolare sia quello di ottenere una dichiarazione da parte del capo delle «Fari.. Un passo per far calare la febbre: in cambio di che cosa, però, è impossibile dirlo senza scendere sul terreno delle ipotesi incontrollabili. Quello che sembra escluso è l'accettazione da parte francese della richiesta centrale dei terroristi. La linea della fermezza è stata ripetuta ancora ieri sera da Chirac di fronte all'assemblea delle Nazioni Unite; e. soprattutto, per la scarcerazione di Abdallah non ci sarebbe stato bisogno del coup de théatre di monsignor Capucci. Probabilmente Parigi ha voluto tentare una carta in più. E l'ex vicario greco-cattolico di Gerusalemme potrebbe essere l'uomo giusto. Hilarion Capucci, siriano di origine (è nato ad Aleppo nel '25), è amico personale del presidente della Siria. Hafez el Assad. Possiede quindi una delle possibili chiavi per raggiungere le Fari, considerate di 'osservanza siriana.. E' amico anche dell'iraniano Khomelni: anzi la sua mediazione più sorprendente (e riuscita) fu quella per ottenere la restituzione dei corpi degli otto «marines» americani uccisi nel deserto di Tabas, il 15 aprile '80. durante il raid fallito per liberare gli ostaggi prigionieri nell'ambascita Usa di Teheran. E nella capitale iraniana potrebbe essere un'altra delle chiavi per fare pressione sugli uomini di Abdallah. In più, Capucci ha già trattato per conto della Francia: intervenne nell'85 per ottenere la liberazione del diplomatico Gilles Peyrolles rapito a Tripoli del Libano, sempre dalle Fari. Ed ha anche un debito di riconoscenza con la Francia: quando fu processato dagli israeliani nel '74, il suo difensore in tribunale altri non era se non Roland Dumas, l'ex ministro degli Esteri del governo socialista, allora soltanto avvocato ma già deputato e stretto collaboratore di Mitterrand. Una prova, o almeno un indizio in più. del coordinamento dell'iniziativa di ieri tra capo dell'Eliseo e primo ministro per ricercare in qualche modo un contatto. Del resto, ieri, il governo di Parigi ha lanciato anche un'offensiva diplomatica: 11 ministro della Cooperazione. Michel Aurillac, ha compiuto una visita-lampo a Damasco dove ha incontrato il vicepresidente siriano Abdel Halim Kaddam. Anche qui nessuna indiscrezione, ma il disegno appare sempre lo stesso: sollecitare delle pressioni per fermare i terroristi che hanno già ucciso undici persone e ne hanno ferite 270 con gli attentati a Parigi senza cedere alla loro richiesta di libertà per Georges Ibrahim Abdallah. E' una strategia confermata dalle ultime rivelazioni dei giornali francesi: già due volte il governo socialista prima, e quello di Chirac poi, avrebbero trattato con le Fari. Durante il rapimento di Peyrolles ed anche nel maggio scorso (a Madrid, secondo quanto ha scritto ieri il Canard En chalné). Ma ogni filo si sarebbe spezzato in luglio quando il presidente americano Reagan avrebbe convinto Mitterrand che la scarcerazione di Abdallah (accusate di avere assassinato l'addetto militare Usa a Parigi, Charles Ray. e il diplomatico israeliano Yacob Barsimantov) sarebbe stata un 'Cedimento inammissibile'. Da qui l'ondata di bombe delle Fari e l'apparente vicolo cieco delle trattative dal quale la Francia cerca ora di uscire. Enrico Singer