Palazzo Accorsi sgombera»

Palazzo Accorsi, sgombera» Entro la fine dell'anno dovranno traslocare inquilini e negozi Palazzo Accorsi, sgombera» Dopo l'intervento di emergenza dei giorni scorsi, un'ordinanza dell'assessore vieta ogni opera di consolidamento fino a quando le 15 famiglie e i commercianti non avranno lasciato l'edificio Palazzo Accorsi, in via Po, sede dell'omonima Fondazione, chiuso in una gabbia d'acciaio tra sabato e domenica per la sua precaria stabilità, dovrà essere sgomberato. Lo ha deciso l'assessore alla casa Gian Paolo Zanetta, con una ordinanza notificata ieri alla stessa Fondazione, alla Licis (impresa incaricata della ristrutturazione dell'edificio), ai tecnici progettisti e direttori del lavori. L'assessore Zanetta ha disposto: «La proprietà dovrà prendere contatti con il Comune per definire lo sgombero degli inquilini e dei negosi». E inoltre: «/ rinforsi attuali sono provvisori. Visto il degrado del complesso, devono essere sostituiti con interventi definitivi, sema mettere a repentaglio l'incolumità degli abitanti». A conferma della serietà della situazione, l'assessore ha ordinato l'installazione di spie di sicurezza per controllare la stabilità del palazzo Inoltre ha vietato alla Licis •opere di consolidamento per i negasi, gli ammessati e pia¬ no nobile prima dello sgombero totale del complesso, che comunque si ritiene debba essere eseguito entro l'anno in corso». Cosi una quindicina di famiglie (alcune già con l'alloggio assegnato) e 7 negozianti dovranno traslocare. 'Non ci fa piacere questa decisione — ha commentato Giulio Ometto, consigliere della Fondazione — ci saranno grosse spese per affrontare questa emergensa. Deciderà il consiglio dell'Ente». Una riunione straordinaria degli am¬ ministratori si è già svolta ieri sera. Per i commercianti coinvolti (molti già sfrattati da tre anni) sarà un problema andarsene entro dicembre, e trovare un'altra sistemazione. «Assieme alla collega Spagnuolo — ha assicurato l'assessore Zanetta — cercheremo una soluzione alternativa per non bloccare queste attività». Uno degli interessati, l'ottico Giorgio Orla, dice: «Con 40 milioni me ne sarei già andato... Altri non so quanto chiederanno». Lidia Fioretti, titolare della panetteria al numero 55: «Abbiamo ancora delle cambiali da pagare. Dopo i lavori, potremo davvero tornare?». Conclude Violetta Avogadro, che ha sotto i portici un negozio di pelletteria ed è anche presidente dell'Associazione Torino-via Po: «La situasione è precipitata in pochi giorni, c'è anche chi è in difficoltà. Speriamo enei lavori finiscano al più presto cosi potremo tornare. Questa situasione precaria ci danneggia». bil i dll N i f i

Persone citate: Gian Paolo Zanetta, Giorgio Orla, Giulio Ometto, Lidia Fioretti, Spagnuolo, Violetta Avogadro, Zanetta