Presidenza Rai sì di Manca di Marcello Sorgi

q pPresidenza Rai, sì di Manca Stasera il vertice tra i cinque per la designazione ufficiale q pPresidenza Rai, sì di Manca Ieri ha avuto un ultimo colloquio con Craxi - «Ho ricevuto garanzie che dopo questa esperienza la mia carriera politica potrà riprendere e continuare» - Sul suo nome, accordo degli alleati con qualche riserva del pri ROMA — «Ho avuio il massimo delle garanzie, l'assicurazione che la mia carriera politica, dopo quest'esperienza, potrà riprendere e continuare. Cosi ho accettato l'offerta di Craxi e del psi. Sono grato ai partiti di maggioranza che hanno espresso un primo orientamento favorevole sul mio nome. Spero die si possa arrivare presto a un incontro e a un chiarimento con l'opposizione, perché considero quella della Rai una questione istituzionale*. Caduti anche gli ultimi dubbi. Enrico Manca (che ieri ha avuto un altro colloquio con Craxi) è pronto a salire oggi sulla rampa di lancio, per entrare nell'orbita Rai. La decisione era stata praticamente presa già la scorsa settimana, quando il suo nome ha cominciato a circolare. Ma da ieri Manca sa già di poter contare su un generale appoggio (con un lieve distino del pri) dei partiti di i. ggioranza. A Paolo Pillitteri, il responsabile socialista del settore tv che ha sondato gli umori degli alleati di governo in attesa del vertice convocato per stasera, il compito s'è presen tato più facile del preristo. «Fin dall'inizio gli abbiamo detto che da parte della de non c'era ostilità-, assicura Clemente Mastella, portavoce della segreteria democristiana. 'Siamo convinti che sarà un ottimo presidente — insiste Mauro Bubbico, responsabile de per le comunicazioni di massa — ma crediamo che sul suo nome come sugli altri problemi aperti, dopo l'indicazione della maggioranza si dovrà cercare un consenso più ampio-. Franco Nicolazzi, leader socialdemocratico, taglia corto: «Siamo favorevoli e convinti che non ci saranno difficoltà a nominare il vicepresidente socialdemocratico'. Solo il pri, con un fondo della «Voce repubblicana*, ha richiamato l'attenzione sull'importanza della legge sull'emittenza televisiva rispetto ai discorsi «su nomi e poltrone'. Questo non vuol dire — spiegavano ieri nella sede repubblicana — che il pri sia contrario a Manca. Oltre alla questione, bloccata da tre anni, della presidenza e del rinnovo del Consiglio d'amministrazione della Rai, tre problemi sono all'ordine del giorno della odierna riunione e aspettano di essere risolti. Il rapporto fra reti pubbliche e private, che allargherà (entro certi limiti) anche alle tv di Berlusconi l'uso della «diretta» e l'«interconnessione» (attualmente molti programmi vengono trasmessi in «differita, da una regione all'altra). La distribuzione di pubblicità fra tv e giornali (questione molto cara al pri). Il rinnovo della legge per i contributi all'editoria (che tuttavia dovrebbero durare solo altri due anni). Pur disponibili sul nome di Manca, i partiti di maggioranza sul resto non si sbilanciano. Quanto all'opposizione, il pei per ora attende guardingo, aspetta i risultati del vertice dei cinque. Molto dipenderà, spiegano a Botteghe Oscure, dalle mosse successive alla designazione di Manca: se contestualmente o subito dopo sarà indicato anche il nome del vicepresidente (cosa a cui Nicolazzi mostra di tenere, ma che anche al pri potrebbe interessare) la reazione comunista sarà più dura. Puntuale come in tutte le vigilie di decisioni di rilievo per la Rai. è poi ripresa anche la girandola di nomi per i molti posti scoperti nel vertice dell'azienda. Nell'organigramma sono una settantina: dalla direzione del Tgl. che presto dovrebbe essere lasciata libera da Albino Longhi. destinato alla direzione delle relazioni esterne (candidati di area de: Nuccio Fava e Fulvio Damiani, ma il primo ha più probabilità), a quella del Tg3 (esce Luca Di Schiena, entra Sandro Curzi, comunista), a una delle vicedirezioni dello stesso telegiornale (in corsa Lucio Cecchini, repubblicano), a un'altra vicedirezione del Tg2 (si parla di Enzo Carra, commentatore politico del «Tempo, e portavoce del vicepresidente del Consiglio), alla direzione delle Tribune (con il ritorno, probabile, di Giuseppe Giacovazzo, direttore della «Gazzetta del Mezzogiorno», in Rai). C'è da definire la situazione del Grl (retto da Salvatore D'Agata, socialista, che potrebbe essere confermato o sostituito dal repubblicano Ennio Ceccarini o dall'editorialista della «Nazione. Francesco Damato) e del Gr2 (anche qui, probabile conferma dell'attuale reggente, il de Paolo Orsina. Altri candi¬ dati: Marco Conti. Guido Farolfi e dal Tgl Pierantonio Graziani). Per la terza rete radiofonica, dopo l'uscita di Enzo Forcella, circola il nome di Gianni Bisiach, area socialista ma gradito al pei. Tre i nomi per la direzione del personale: Sergio Bruno (vicino al direttore generale Biagio Agnes), Nicolò Bonura (attuale reggente, area de) e Luigi Mattucci (area psi). L'ascesa di Leo Birzoli (psdi), direttore della prima rete radiofonica, alla vlcepresidenza potrebbe spianare la strada a Gianni Manzolini, ex redattore del Tgl. Se Corrado Guerzoni lascerà la seconda rete radiofonica potrebbe succedergli Adriano Mazzoletti. vicino alla de. E Arrigo Petacco potrebbe prendere il posto di Pio De Berti Gambini (destinato alla Rai Corporation) alla seconda rete tv. Marcello Sorgi

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