Faida veneta, un morto

Faida veneta, un morto E' la sedicesima vittima nella guerra fra bande Faida veneta, un morto S'indaga sul traffico di droga e sui prestasoldi attorno al Casinò DAL NOSTRO CORRISPONDENTE VENEZIA — E' stata una esecuzione spietata. Uno dei tanti, troppi regolamenti di conti della «guerra» tra gruppi rivali nella zona a cavallo tra le province di Padova e Venezia. La vittima, la sedicesima di questa faida apparentemente interminabile, è Orlando Battistello, di 27 anni, di Campolongo Maggiore (Venezia), pregiudicato. L'assassino lo ha aspettato al ritorno a casa. Aveva fatto appena in tempo ad aprire il cancello del giardino quando lo sconosciuto gli ha puntato alla testa una pistola munita di silenziatore e ha fatto fuoco più volte, a bruciapelo. Un proiettile è andato a finire contro un muro, ma gli altri hanno colpito il bersaglio. Era notte. Nessuno, nella villetta blfamiliare dove il giovane abitava, ha udito alcun rumore. Battistello si è accasciato nel giardino, accanto al cancello rimasto aperto. Poco dopo, una telefonata anonima avvertiva i carabinieri dell'accaduto. Sul posto, sono arrivati i militari della compagnia di Chioggia e del nucleo operativo di Venezia e la Squadra mobile. Si indaga sui precedenti giudiziari del giovane, e inoltre negli ambienti del traffico di stupefacenti e dei prestatori di denaro ad usura ai margini del casinò di Venezia (i cosiddetti «cambisti»). La lunga serie degli omicidi tuttora irrisolti, avvenuti nel Veneziano e legati più o meno direttamente al mondo della «mala» della Riviera del Brenta, comincia 1*11 novembre 1981, con l'assassinio di Roberto Menln, di 23 anni di Dolo, trovato con la gola squarciata nella propria automobile. Appena il giorno dopo, in un appartamento del centro storico di Venezia, vengono uccisi a colpi di pistola Eugenio Pagan, di 23 anni, e Cosimo Maldarella, di 31, legati agli ambienti dei «cambisti» del casinò. Il 10 gennaio 1982 il corpo di Gianni Bai-izza, di 46 anni di Vigonza (Padova) venne trovato in un fiume con le mani e i piedi legati. Si diceva fosse il «numero due» del Plovese. Il 17 giugno 1983 Ottavio Andrioll. di 40 anni, di Mestre, viene freddato con sei colpi di calibro 38. Il macabro elenco prosegue negli anni successivi con delitti efferati, inspiegabili se non facendo ricorso all'ipotesi della guerra tra bande. Già in questo 1986 altre tre persone erano rimaste vittime di questa catena di vendette: Paolo Bogo, legato agli ambienti della droga e dei cambisti, viene ucciso a colpi di pistola di notte in casa sua, nel centro storico g. b.

Persone citate: Battistello, Cosimo Maldarella, Orlando Battistello, Ottavio Andrioll, Paolo Bogo