Mosca incalza Israele

Mosca incalza Israele Dopo rincontro airOnu tra Peres e Shevardnadze Mosca incalza Israele Il ministro sovietico chiede la conferenza sul Medio Oriente prima di riconoscere Gerusalemme - «Le parti studeranno le rispettive posizioni» - Nessuna reazione a Washington DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — A 24 ore dall'incontro Peres-Shevardnadze, il sottosegretario agli Esteri sovietico Petrovski ha dichiarato che .l'Urss dà alla risoluzione della crisi mediorientale la precedenza sulla ripresa delle relazioni diplomatiche con Israele». Lo stesso Shevardnadze, nel suo discorso all'Onu in risposta a quello di Reagan del giorno prima, ha inoltre proposto mia formazione di un comitato preparatorio della conferenza internazionale di pace nell'ambito del Consiglio di Sicurezza.. .Ribadiamo — ha detto Shevardnadze all'Assemblea generale — che insieme con Israele la mappa politica dovrebbe essere condivisa da uno Stato arabo della Palestina.. Con queste affermazioni, Mosca ha condizionato il proprio riavvicinamento a Gerusalemme all'assunzione di un ruolo preminente nelle questioni mediorientali, ruolo che Reagan intende assolutamente negarle, e che per Peres potrebbe essere invece limitato. Il ministro degli Esteri sovietico ha rivendicato la legittimità e l'utilità della sua richiesta sottolineando che l'Urss ha precisi interessi geopollticl nel Medio Oriente, e adducendo l'esemplo della Conferenza di Stoccolma sulla sicurezza europea. «72 successo di Stoccolma — ha sostenuto — dimostra che la formula delle conferenze internazionali funziona.. In un palese tentativo di rassicurare Israele, ha concluso che «un trattato di pace includerebbe la garanzia del suo diritto all'esistenza come Stato autonomo.. Né Shevardnadze né Petro vski hanno smentito che l'in' contro con Shimon Peres abbia toccato diffusamente anche la ripresa dei rapporti diplomatici e dell'emigrazione degli ebrei russi. Ma sono stati meno ottimisti del premier israeliano sui futuri col¬ loqui, che avverranno a livello di sottosegretari, non più di ministri, e sulla rapidità della convergenza tra i due Paesi. Mentre la missione di Israele all'Onu, nel discutere i retroscena dell'incontro, ha accennato a reciproche concessioni, i rappresentanti sovietici hanno detto semplicemente che «/e due parti studieranno le rispettive posizioni.. E' chiaro che 11 Cremlino attende anche, le reazioni della Casa Bianca. Queste diversità non ridimensionano il significato dell'incontro stesso, che ha spezzato un'impasse di 19 anni, causata dalla guerra- lampo del 1967. Evidenziano però le difficoltà da superare. Prima di acconsentire alla sua partecipazione a una conferenza internazionale, Israele infatti, su pressione degli Stati Uniti, esige di essere riconosciuto dall'Urss, e di vedere riattivato l'esodo degli ebrei russi. Peres, e ancora di più Shamir, che sta per succedergli, concepisce inoltre la conferenza internazionale di pace sul Medio Oriente non come un polo negoziale, ma come un ombrello sotto la cui egida tenere trattative bilaterali dirette con ogni Stato arabo che lo desideri: esclude infi¬ ne la nascita di uno Stato arabo della Palestina in Cisgiordania e a Gaza. Mentre il Cremlino cerca di investire l'Onu dei problemi causati da questi opposti ordini di precedenza c dai diversi obiettivi — ieri Shevardnadze ha rivolto un appello in tale senso all'Assemblea generale — il governo israeliano rimane legato alle posizioni americane. Di qui la serenità con cui la Casa Bianca ha accolto l'incontro tra Peres e Shevardnadze, di cui era stata peraltro preavvertita: lo vede come l'avvio di un lungo processo, non una svolta immediata. e. c.