Nasce a Milano il gigante delle multisale di Susanna Marzolla
Nasce a Milano il gigante delle multisale Ristrutturato l'Odeon, otto platee per un costo di 10 miliardi: è la nuova strategia Cannon Nasce a Milano il gigante delle multisale MILANO — L'ingresso è sempre quello, marmi e vetrate in via Santa Radegonda, a due passi dal Duomo di Milano. Sempre quella anche la cassa, in solido legno al centro dell'atrio. Ma qui, chi adesso entrerà nel 'Vecchio- Odeon, dovrà dire chiaramente che biglietto vuole: per il film 1, 2, 3..., S. Tante sono (quasi come al Georges V di Parigi) le sale in cui il vecchio cine-teatro è stato diviso e altrettante le pellicole in programmazione. Giovedì, dopo tre anni di lavori, ci sarà l'inaugurazione ufficiale della prima multisala cinematografica italiana di queste dimensioni. Per.l'avvio sono stati scelti: Top gun (film già record di incassi in Usa), Pericolosamente insieme di Reitman con Robert Redford, I love you di Marco Ferreri, A proposito della notte scorsa, Francesca è mia con Afonica Vita, Domenica sì, Lo zoo di Venere, Soltanto tra amici. Era della Gaumont l'originario progetto della multisala Odeon, avviato proprio a partire dall'esperienza francese. La Cannon lo ha reso esecutivo, affidandosi allo stesso architetto già scelto inizialmente, Marco Albini. Trasformare l'Odeon in una multisala ha infatti comportato non pochi problemi di tipo ambientale: il vecchio cine-teatro era vincolato dalla sovrintendenza ai monumenti come esempio di stile déco. «E noi lo abbiamo mantenu¬ to», dice Albini, mostrando con orgoglio le due sale più importanti (una contiene 1200 spettatori) ricavate appunto da quelle preesistenti. Le decorazioni, le colonnine, i palchetti: tutto è rimasto come un tempo, anzi meglio perché l'opera di ristrutturazione ha comportato anche il restauro. Ma le infiorettature déco nascondono impianti di proiezione e di sicurezza modernissimi. E moderne sono le altre sei sale, più piccole (da 500 a 100 posti) ricavate in quelle che erano le infrastrutture del teatro, camerini e corridoi. «Il problema più grosso — spiego Albini — è stato riuscire a dare ad ogni sala autonomia d'accesso e isolamento acustico». Ciò si è reso possibile creando un complesso sistema di scale ed ingressi. Un unico impianto computerizzato controlla la proiezione nelle otto sale che avviene su schermi costruiti ad hoc: «I più' grandi possibili — spiega la Cinemeccanica, che ha fornito gli impianti — per dare allo spettatore l'Impressione di calarsi nel film». Cinema «puro» è la filosofia dell'Odeon: niente poltrone per chiacchierare o fumare fuori dalle sale, solo un banco-bar all'ingresso, niente vendita di biglietti a proiezione iniziata o a posti esauriti, nessun intervallo tra il primo ed il secondo tempo. Attirerà gli spettatori un simile esperimento? La Cannon, che ha investito nell'operazione più di 10 miliardi (3 in impianti tecnologici) è fiduciosa: «Contiamo di avere un milione di presenze l'anno». Calcolando che il biglietto costa 8 mila lire fanno otto miliardi: quando riuscirete ad ammortizzare i costi? «E' presto per dirlo. Bisogna tenere conto che l'Odeon di Milano è solo il punto di partenza, contiamo di creare multisale in ogni grande città italiana. A Roma il Metropolitan diventerà un complesso con 4 sale; a Torino faremo 4 sale all'Ambrosio e tre all'Augustus. Milano è l'esperimento che darà il via a tutto il progetto». Susanna Marzolla
Persone citate: Afonica Vita, Albini, Cannon, Gaumont, Marco Albini, Marco Ferreri, Reitman, Robert Redford
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