Le truppe Nato nell'operazione Torino di Francesco Fornari

Le f ruppe Nato nell'operazione Torino Il «partito azzurro» (italiani e americani) simula l'attacco all'area industriale Le f ruppe Nato nell'operazione Torino Riprodotto fedelmente quello che potrebbe accadere nella realtà - Successo dell'esercitazione DAL NOSTRO INVIATO CANDELO (Vercelli) — Appuntamento d'autunno con le esercitazioni della Nato Ftase (Forze Terrestri alleate del Sud Europa), divise per la prima volta in due fasi: la Display Determination, che si svolge in Piemonte, e la Allegro Exchange, in Friuli. Ieri, nel poligono di Candelo-Massazza si è conclusa la prima fase della Display, cui hanno partecipato reparti del 3" Corpo d'Armata italiano e la 2* Task Force US, rappresentata dalla 30' Brigata meccanizzata americana, composta da volontari della Guardia Nazionale del NordrCarollne. Oltre 1500 uomini fra soldati e ufficiali, più di 100 cingolati, 20 carri armati Leopard, artiglieria, batterle lanciamissili, elicotteri e 12 cacciabombardieri hanno dato vita, nei termini più realisticamente possibili, ad un'operazione bellica complessa e spettacolare sotto gli occhi attenti e interessati di numerosi addetti militari stranieri, del sottosegretario alla Difesa sen. Signori, del capo di stato maggiore della Difesa gen. Bisogniero del capo di stato maggiore dell'esercito gen. Poli, del comandante della Ftase gen. Donati, di altre autorità militari e civili. Il tema tattico presupponeva un aviosbarco di forze nemiche che aveva per obiettivo il congiungimento con le truppe avversarie già operanti nel territorio e un attacco all'area industriale di Torino. Agli uomini del 1° gruppo tattico motorizzato Legnano e a quelli della brigata americana, il compito di neutralizzare l'azione nemica, con l'appoggio dell'artiglieria e dell'aviazione. A giudizio degli esperti è stata una delle esercitazioni meglio organizzate e riuscite, sia dal punto di vista tattico che da quello spettacolare. In tempi e spazi ridotti, gli osservatori hanno potuto assistere allo svolgimento di una vera battaglia, dove nulla era stato lasciato al caso ed erano anche previste, fatto abbastanza nuovo in manovre che si concludono sempre con la vittoria dei «nostri», notevoli perdite da parte delle truppe impegnate nella difesa. Effettuato lo sbarco nell'aeroporto di Verrone, le forze nemiche, appoggiate dal¬ l'artiglieria pesante e dall'aviazione, hanno intrapreso le operazioni per tentare di congiungersl col gruppo di manovra già insediato e, insieme, puntare verso Torino. La prima fase dell'operazione consisteva nell'individuare le forze avversarle: elicotteri che volavano a bassa quota, zigzagando fra gli alberi, e truppe trasportate hanno preso contatto con gli avamposti nemici cercando di valutarne le forze e stabilire una prima linea difensiva. I bersaglieri del battaglione Governolo, lo stesso che venne impiegato in Libano, e soldati della brigata americana si sono portati a ridosso degli avversari, ma sono stati respinti da un violento fuoco di artiglieria e dall'Intervento dell'aviazione, in questo caso rappresentata da Mirages belgi. Dopo aver subito pesanti perdite, 11 «partito azzurro» (le forze della Nàto) è stato costretto al ripiegamento, ma il risultato pref is sato è stato raggiunto. A que sto punto, infatti, il comando «azzurro» disponeva di tutte le informazioni necessarie per impostare la controffensiva. L'alto grado di addestramento e l'affiatamento fra 1 comandi di truppe non abituate ad operare insieme è emerso in tutta la sua efficacia. Come pedine su una scacchiera i reparti italiani e americani si sono disposti sul campo dli battaglia, validamente sostenuti dall'artiglieria e dall'aviazione. Aerei A6, decollati da una portaerei statunitense al largo di Napoli, G91 e F104, hanno contrastato efficacemente l'avanzata degli «arancioni» (11 nemico), Tutto si è svolto secondo copione: fanti italiani trasportati con gli elicotteri hanno predisposto una prima linea difensiva, mentre la hrigata corazzata americana interveniva con tutta la potenza dei suol mezzi. Bloccate, le forze nemiche sono state costrette a ripiegare, ma a questo punto l'Iniziativa è passata nelle mani delle truppe della Nato che, con una manovra aggirante, hanno chiuso in una sacca gli avversari. Gli osservatori hanno avuto un quadro perfetto di quello che potrebbe accadere in una situazióne reale: eli¬ cotteri che sbarcano i soldati protetti dal fuoco dell'artiglieria, missili che fronteggiano l'aviazione nemica, carri armati che avanzano assistiti da elicotteri, carri gittaponte che in pochi minuti gettano un ponte su un torrente sul quale passano i possenti carri armati Leopard. Con un sincronismo perfetto, soldati italiani e americani, che non avevano mai operato Insieme prima d'ora, hanno realizzato i compiti loro affidati. «Questo è stato il vero successo dell'esercitazione*, ha detto il gen. Donati. Accanto al nostri soldati di leva hanno operato 1 volontari della Guardia Nazionale americana: professionisti, bottegai, operai, che si addestrano periodicamente nel loro Paese, pronti per essere impiegati in qualunque parte del mondo si renda necessario il loro intervento. Come ha sottolineato 11 gen. Donati, «soldati di leva italiani e cittadini-soldati statunitensi: due modi diversi ed irrinunciabili di milizia, capaci di esprimere la cosciente partecipazione di un popolo alla propria difesa*. Francesco Fornari

Persone citate: Bisogniero, Leopard, Poli