Su Varsavia un vento di «primavera »
Su Varsavia un vento di «primavera » A pochi giorni dall'amnistia, festa in casa Kuron e grande raduno à Czestochowa Su Varsavia un vento di «primavera » Walesa discute con la Chiesa e con Bujak il futuro di «Solidarnosc» - Tutti si chiedono: che fare? NOSTRO SERVIZIO VARSAVIA — Per i responsabili di «Solidarnosc» è arrivato il momento delle scelte difficili. Bisogna smantellare quello che resta delle strutture clandestine del sindacato e, approfittando delle circostanze create dalla liberazione dei prigionieri politici, esortare i dirigenti che ancora si nascondono a uscire allo scoperto? E, in tal caso, è necessario costituire subito un organismo sostitutivo, in attesa del «gran giorno», per riaffermare la vitalità del movimento? Ma una tale decisione non potrebbe suonare come una provocazione verso il potere, le cui intenzioni rimangono ancora oscure? Di questo, e di altri problemi, sabato scorso hanno parlato Lech Walesa e Zbigniew Bujak, rispettivamente presidente «eletto» e ex dirigente clandestino di «Solidarnosc», fiancheggiati da Geremek e Mazowiecki — due consiglieri di Walesa —, da Eiwlowieyski (una personalità vicina all'E¬ piscopato che in primavera aveva avuto contatti con le autorità), e da numerosi altri esponenti del Kor Nulla si è saputo di queste conversazioni ma si può ritenere che Walesa e i suoi consiglieri si siano pronunciati a favore di decisioni prudenti per poter gestire il futuro; Bujak, appena scarcerato dopo tre mesi di prigione e anni di clandestinità, sarebbe invece favorevole a iniziative più vivaci. Bisogna pure dire che gli •ottimisti», i quali ritengono che l'opposizione sia ancora sufficientemente forte da costringere il potere a tenere un atteggiamento più morbido, hanno potuto trovare incoraggiamenti dallo spettacolo offerto domenica dal pellegrinaggio annuale degli operai a 'Czestochowa: oltre cinquantamila persone, un mare di bandierine di «Solijdarnosc», applausi per i numerosi dirigenti del movimento convenuti e che hanno approfittato per parlarsi (c'erano Walesa, Lis, Burosewicz, Modzelewski); e, per coronare il tutto, una polizia per una volta molto discreta e la presenza di una delle principali figure dell'Episcopato, il cardinale Gulbinowicz che il giorno prima, durante un'altra cerimonia, ricordava che 'Senza organiszazioni indipendenti' (dal potere, ndr) 'la profonda crisi politica e economica del Paese non potrà essere superata». In queste condizioni non è dunque tanto facile tenere i piedi per terra. Già venerdì sera, il decimo anniversario della fondazione del Kor (Comitato di difesa operaio) era stato l'occasione per una festa che ha riscaldato il cuore di tutta {'•altra Polonia». C'era ressa nell'appartamento di Jacek Kuron, una delle «bestie nere» del regime: decine di ex prigionieri politici, uomini di tante battaglie, quelli del Kor, di «Solidarnosc», della lotta clandestina, e non mancavano gli artisti indipenden¬ ti il cui cuore è però rivolto chiaramente all'opposizione, come il regista Andrzej Wajda. E c'era anche un ospite inatteso in questa simpatica riunione (dove era vietato parlare di politica...): Leszek Moczulski, persidente della Confederazione della Polonia indipendente, un organismo quasi in antitesi con il Kor, spesso considerato come un avversario ideologico. Decisamente, come ha dichiarato Adam Mlchnik a Le Monde, -le cose e la gente cambiano molto man mano che passano gli anni, specialmente quando questi anni si passano nelle prigioni'. C'era tuttavia, a questa strana serata, un assente di riguardo: Lech Walesa. Come se il presidente di Solidarnosc volesse non prendere le distanze, ma dare di sé un'immagine un po' diversa, più autonoma. Quello stesso giorno Walesa aveva avuto un lungo colloquio con il segretario della Conferenza episcopale, monsignor Da- browski (che è anche- l'interlocutore abituale del potere, e in particolare del ministro degli Interni). Un consulto molto importante in vista del delicato periodo che si preannuncia: la Chiesa resterà evidentemente l'intermediario privilegiato tra le autorità e l'opposizione. La commissione mista formata da rappresentanti del governo e dell'Episcopato dovrà riunirsi oggi. Dovrebbe essere l'occasidne per il potere per precisare un po' le sue Intenzioni, di indicare se realmente vuole muoversi verso qualche apertura. Non è certo che le autorità siano pronte a mostrare le loro carte, ma quanto meno dovrebbero essere fissate le regole del dialogo. Il generale Jaruzelski ha lasciato sabato Varsavia per un viaggio in Estremo Oriente. Visiterà anche Pechino. Bisognerà attendere il suo ritorno perchè la nebbia si diradi. Jan Krauze Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa»
Luoghi citati: Estremo Oriente, Italia, Pechino, Polonia, Varsavia
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