Quei moderni Anni 20

Quei moderni Anni 20 Martin ha diretto Ravel, Falla. Satie e Stravinski Quei moderni Anni 20 TORINO — Quando si dice «la grande guerra» s'intende la guerra del 1914-18, sebbene dopo ce ne sia stata una ancora più grande. Quando si dice •la musica moderna», s'intende la musica degli Anni Dieci, Venti e Trenta, sebbene dopo sia venuta una musica ancora più moderna. Di quella musica moderna d'una volta Settembre Musica ha proposto un breve profilo attraverso le esecuzioni del romano Gruppo Strumentale «Musica d'Oggi» diretto da Karl Martin, svizzero di nascita ma ormai italiano di attività. In apertura s'è completato 11 ciclo della musica da camera di Maurice Ravel con quella Introduzione e allegro che ai suol tempi (1906) era stato un grande successo e più del precedente (e migliore) Quartetto aveva aperto al trentenne compositore le porte della fama internazionale. Arpista la brava Antonelli. Seguiva il Concerto per clavicembalo e cinque strumenti di Manuel de Falla, unico dei quattro lavori eseguiti che rientri ormai (1926) nella poetica del neoclassicismo. L'ispirazione popolare del compositore spagnolo si prosciuga in una sorta di essenziale ascetismo, i colori rutilanti del folclore andaluso impallidiscono e si screpolano come uri paesaggio montano dell'arida terra mancega. La presenza del clavicembalo sottolinea il partito preso di arcaismo. (Purtroppo l'abilità della solista Velia De Vita fu sfavorita dall'esile suono dello strumento). Niente neoclassicismo, ma allegra presenza d'epoca ne La belle excentrique di Erik Satie, una suite di tre pezzi da café-chantant, scanzonate immagini di folclore da boulevard che potrebbero figurare benissimo come accompagnamento d'una comica di Charlot. Infine, capolavoro dello stile moderno durante la grande guerra, L'histoire du soldat, che conserva intatto il suo mordente, anzi, non mancherà d'aumentarlo in questi tempi in cui il Diavolo sta ridiventando un personaggio d'attualità. All'esecuzione strumentale, ben governata dal maestro Martin, forniva il filo della storia (in italiano, nella tradu. zione di Sergio Tofano) la voce poderosa e varia dell'attore Renzo Palmer. Tutti, re. citante, strumentisti e direttore, in abiti borghesi, cioè maglione o maniche di camicia, deposto il sussiegoso frac della musica da concerto. Qualche elemento scenico suggerito attraverso il gioco delle luci. Pubblico un po' meno nu moroso del solito, almeno se. concio gli standards di Settembre Musica, ma molti applausi, m. ra.

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