Ivrea ha già il market-integrato di Giampiero Paviolo

Ivrea ha già il market-integrato Inchiesta sulla rivoluzione portata in provincia dai grandi centri commerciali Ivrea ha già il market-integrato Nel Canavese, in diciotto anni, si è passati dalla prima «Standa» al «Mega», all'area-vendita inserita nel quartiere periferico, cresciuto in poco tempo, lontano dai negozi tradizionali - Una città che spende 80 miliardi l'anno IVREA — Tre date fondamentali per la grande distribuzione a Ivrea. 1968: apre i battenti la Standa, a due passi dal cuore della città. 1981: si inaugura il Mega di Burolo, costretto a un'area periferica dall'ostracismo dell'amministrazione comunale. 1986: s'inizia la costruzione del centro integrato di San Giovanni, il primo dedicato a un quartiere cresciuto troppo in fretta. L'evoluzione della specie quindi, dalla quale sembra agevole ricostruire il mutare delle concezioni urbanistiche ed economiche in un'area autonoma, naturale punto di riferimento per oltre centomila persone. Ivrea è città ricca. I suoi 27 mila abitanti spendono nei negozi circa 80 miliardi l'anno (50 nel settore alimentare). Riescono comunque a mettere qualcosa da parte: la città è al 15° posto nella speciale classifica del risparmio bancario in Italia. Vi prosperano due mercati settimanali. 570 negozi e oltre 100 locali pubblici. La qualità è soprattutto nel centro storico, dall'isola pedonale di via Palestro alla prima parte del lungo Dora. Ma l'espansione continua verso Bellavista e corso Massimo d'Azeglio, mentre si attende l'inaugurazione di importanti negozi in via Circonvallazione e a Porta Vercelli. Il piano commerciale parla chiaro: la grande distribuzio¬ ne può trovare nuovi spazi nel quartiere San Orato (3000 metri per un centro integrato), in via Strusiglla e nel cosiddetto polo centrale. L'obiettivo è smuovere la categoria e riqualificare 1 negozi despecializzati. A sentire gli addetti ai lavori c'è spazio per tutti. Dice Giacomo Cacello, direttore del Mega: »I nostri clienti vengono qui soprattutto per la spesa settimanale. Non ci sono giorni preferiti, tranne forse il sabato per i dirigenti Olivetti. Sappiamo di nuove iniziative e quindi di possibili concorrenze future. Non c'è problema, la torta da dividere è ampia». Il Mega dà lavoro a 40 persone, su un'area di vendita di 2400 metri, circondata da un parcheggio da 400 posti. Ogni giorno entrano 1500 clienti, possono scegliere tra 8000 articoli diversi: -In prevalenza alimentari, un settore dove cerchiamo di garantire una gamma molto vasta. Recentemente abbiamo aggiunto altri generi, legati co¬ munque alla casa: attrezzistica, biancheria intima, casalinghi, giocattoli*. Clientela certamente più varia alla Standa, punto di riferimento per esigenze anche contrastanti: si entra per comprare un solo articolo come per la grande spesa. Le casse battono 4000 scontrini al giorno, vi lavorano cento dipendenti. Il rapporto città-supermercato è buono, cementato da anni di convivenza: il direttore ha fatto parte della giunta Ascom fino a po¬ chi mesi fa. quando l'associazione è stata commissariata per un buco di centinaia di milioni. Dicono in direzione: -Il piano commerciale permette nuovi insediamenti? Ne prendiamo atto senza drammi, vivificare la realtà commerciale eporediese può voler dire migliorare la capacità di attrazione-. Quindi, in buona sostanza, affari per tutti. Il futuro passa invece per San Giovanni, quartiere letteralmente esploso in questi anni. Già vi vivono tremila persone, ma diventeranno il doppio entro il 1990. A ottobre dovrebbe aprire i battenti il centro integrato costruito dal Consorzio Borgonuovo. Ivrea, senza rinunciare a tradizionali prerogative, si adegua dunque alla realtà metropolitana o a quelle di molti centri della cintura, da Pianezza a Settimo, da Collegno a Grugliasco. Spiega Franco Cucchiarati, progettista dell'opera: 'E' l'unica prospettiva credibile per i nuovi insediamenti superiori ai 1500 abitanti. Un market da 300 metri e una decina di negozi da 70 possono soddisfare le esigenze più immediate*. Quindi alimentari e casalinghi, abbigliamento, perfino tabacchi, giornali e parrucchiere. Originale anche l'architettura post-barocca, che richiama in certi motivi il grande mercato di Porta Palazzo. Al piano superiore un modesto spazio per le residenze, in tutto quattro alloggi- All'ufficio commercio del Comune ammettono: «Per anni la rete di vendita si è sclerotizzata sull'esistente, senza innovazioni. Risultato: gli eporediesi finivano per emigrare verso Biella o addirittura Torino. Adesso c'è il tentativo di diventare realmente polo di attrazione». E gli esercenti? Le nuove iniziative non sembrano preoccupare troppo, la percentuale di negozi specializzati, Giampiero Paviolo zati. Giampiero Paviolo

Persone citate: Bellavista, Franco Cucchiarati, Giacomo Cacello, Giampiero Paviolo, Mega