Sardegna, giustizia dimezzata

Sardegna, giustìzia dimezzata Problemi di organico e di efficienza: la magistratura è in crisi Sardegna, giustìzia dimezzata Due esempi: Cagliari dall'83 senza presidente di Tribunale; quello di Oristano deferito al Csm DAL NOSTRO CORRISPONDENTE CAGLIARI — E' l'Isola dei sequestri di persona (l'ultimo risale ad appena sette giorni fa), ma anche quella dei palazzi di giustizia «dimezzati». Dallo scorso luglio, Cagliari attende un nuovo presidente della corte d'appello: il responsabile del tribunale manca addirittura dal 1983. A dire :' vero, il Consiglio superiore della magistratura aveva, dopo varie incertezze, scelto il presidente, ma un concorrente — ritenendo ingiusta la «bocciatura» — si era rivolto ai giudici amministrativi bloccando l'insediamento. E da allora, tra ricorsi incrociati, la vicenda è arrivata, senza una conclusione, sino al Consiglio di Stato. Ad Oristano, nel centro della Sardegna, il presidente del tribunale è in servizio, ma il prossimo 10 ottobre dovrà presentarsi davanti alla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura: l'accusano di aver dedicato solo ritagli di tempo ai fascicoli quando era ancora giudice istruttore e di non avere, una volta ottenuto il nuovo incarico, dato sufficiente impulso alla sezione penale. Al Nord, a Tempio Pausania. la macchina della giustizia si regge soltanto grazie al rimedio delle applicazioni e delle supplenze. E di recente s'è scoperto che il giudice istruttore Luciano Sanna (ora in servizio alla pretura di \v. mi «.«.* ut» » ll. i \j uiiu [ ji «_ i Arezzo) lasciò, quattro anni fa, in eredità al successore circa 600 procedimenti inevasi. Tutto ciò. tra 11 1969 e il 1981, in un periodo In cui il tribunale di Tempio riusciva, al massimo, ad aprire non più di cento istruttorie all'anno. Fra le inchieste lasciate a languire, alcuni omicidi e diversi sequestri, compresi quelli di Fabrizio De André e Dori Ghezzi, oltre ai rapimenti del giornalista Leone Concato e dei coniugi lombardi Ornella Fontana e Roberto Pancirolli. Sulla sconcertante vicenda il Csm ha aperto un'inchiesta e a metà ottobre il dottor Sanna dovrà presentarsi davanti alla sezione disciplinare. A Nuoro, zona ad alto tasso criminale, le falle nell'amministrazione della giustizia sono ormai un fatto quasi fisiologico. Come a Lanusei. dove non fanno più notizia i ricorrenti scioperi con i quali gli avvocati cercano di richiamare l'attenzione del ministro e del Csm sugli assurdi vuoti negli organici. Fa storia a sé solo Sassari, un'oasi felice, e che anzi si batte per ottenere nuove competenze, per esempio una sezione della corte d'appello. In un quadro tanto sconfortante sul piano del personale (a Nuoro mancano quattro giudici su dodici, ad Oristano sei su nove), altri elementi condizionano i delicati ingranaggi della giustizia. A Cagliari il dialogo tra settori della magistratura e avvocati è talvolta difficile: è l'eredità di uria «guerra» esplosa dopo l'arresto di quattro legali (coinvolti nell'indagine sulla scomparsa di un collega) e ampiamente scagionati dopo una lunga detenzione preventiva. Le frizioni vertono su temi di grande attualità: la carcerazione preventiva e l'utilizzazione dei «pentiti-. E l'argomento è stato riproposto all'attenzione dell'opinione pubblica da una clamorosa iniziativa dei familiari di un giovane, morto suicida nel luglio scorso in una cella di isolamento della prigione di Buon Cammino, a Cagliari. I parenti dello sfortunato ragazzo hanno citato in giudizio il ministro di Grazia e Giustizia sollecitando il risarcimento dei danni: l'udienza, davanti al tribunale civile, è fissata per il prossimo 24 novembre. L'ultimo colpo all'immagine della giustizia, per tanti versi già in crisi, è stato lnferto nei giorni scorsi dalla notizia che il presidente del tribunale di Oristano, Giulio Segneri, dovrà presentarsi davanti alla sezione disciplinare del Csm. Dovrà dimostrare di non essere stato «pi grò» quando era semplice giudice istruttore e anche in epoca successiva, quando non avrebbe «pungolato» i colleghi della sezione penale L'alto magistrato ha accolto serenamente la notizia dell'inchiesta: .-Credo — ha spiegato — di non aver proprio nulla da rimproverarmi:' chi mi conosce sa quale ruolo ho svolto e, documenti alla mano, sono pronto a dimostrare di aver promosso un 'attività più intensa rispetto al passato-. Ma l'ex procuratore generale di Cagliari. Giuseppe Villa Santa, che con una raffica di rapporti diede il via agli accertamenti, ribadisce gli addebiti: «Ho inviato numerosi rapporti su gravissimi ritardi nelle istruttorie condotte dal dottor Segneri e da altri giudici di Oristano. Si tratta — chiarisce —di centinaia di casi gravissimi finiti in prescrizione: concussione e persino un omicidio-. Le due versioni si confronteranno tra una ventina di giorni i Roma: poi il Consiglio superiore della magistratura tirerà le somme ed emetterà il verdetto. Ma intanto non si può fare a meno di notare che per la seconda volta nel giro di pochi mesi l'organo di autogoverno dei giudici è costretto ad effettuare verifiche. Poco prima che esplodesse l'estate, il Csm aveva inflitto la sanzione dell'ammonimento a un giudice istruttore e a un pubblico ministero di Cagliari, ritenuti «colpevoli» d'aver dimenticato in carcere un imputato chiamato a rispondere d'un reato già cancellato dall'amnistia. Corrado Grandesso