Confinati da un mese sulla nave di Ermete Grifoni

Confinoti da un mese sullo nove Nove stranieri respinti da Italia e Turchia: finiranno in Grecia? Confinoti da un mese sullo nove Hanno già fatto quattro volte la spola fra Ancona e Smirne - C a il traghetto va in cantiere DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANCONA — Si concluderà certamente in Grecia, ma non si sa bene come, l'odissea di cinque pakistani, tre senegalesi e di un cittadino dell'Alto Volta «prigionieri» loro malgrado di una nave-traghetto che, facendo la spola tra Smirne e Ancona, non è riuscita a sbarcarli né in Turchia né in Italia. Entrambi i Paesi infatti li giudicano «indesiderabili» e non permettono loro di mettere piede a terra. La nave-traghetto che ha a bordo i nove scomodi ospiti si chiama «Baroness», batte bandiera cipriota. Nelle ultime quattro settimane ha compiuto quattro viaggi di andata e ritorno da Smirne ad Ancona e per ben otto volte i nove passeggeri sono stati respinti allo sbarco. Costretti quindi a rimanere a bordo, hanno totalizzato più di 300 ore di navigazione. Ieri sera la «Baroness» ha lasciato alle 23 per l'ultima volta il porto di Ancona diretta a Patrasso; per fine .stagione turistica rientrerà infatti nel porto greco di Igoumenitza. Toccherà quindi all'armatore farsi carico, oltreché del lavori a bordo della nave, anche dei nove passeggeri che ne sono ormai divenuti un «carico fisso». Quindi le autorità greche dovranno disporre il loro sbarco e forse la loro espulsione dal territorio ellenico. Il clamoroso caso dei nove indesiderabili della «Baroness» cominciò più di un mese fa a Smirne, dove i cinque pakistani, tre senegalesi e il cittadino dell'Alto Volta si imbarcarono pagando regolarmente 11 biglietto: meta l'Italia per un soggiorno turìstico, dissero. Giunti nel porto di Ancona 11 commissariato di pubblica sicurezza dello scalo marittimo, che funziona come posto di frontiera, negò ai nove il permesso di scendere a terra: i pakistani avevano un visto di ingresso palesemente falsificato; gli altri avevano In tasca soltanto pochi spiccioli, insufficienti per un soggiorno nel nostro Paese. - Respinti cosi al confine portuale, i nove erano costretti a risalire sulla nave e a tornare a Smirne. Ma una volta giunti in questo porto si vedevano negato il permesso di sbarco anche da parte della polizia turca, che aveva loro consentito invece di imbarcarsi alla volta dell'Italia. Da allora, era da poco passato il Ferragosto, i nove non hanno potuto fare altro che andare avanti e indietro tra Ancona e Smirne, senza poter sbarcare. Ad aiutarli un po' è stato 11 comandante della nave, Leonldas Vratsanos. «51 sono guadagnati da mangiare — ci ha detto — facendo qualche lavoretto a bordo, visto che c'erano e non potevano più scendere*. I nove sono stati dlfattl impiegati nelle pulizie e hanno dato una mano all'equipaggio In qualche altra umile incombenza di servizio. «Ora però — ha detto il comondante greco — bene o male dovremo scaricarli. La nave va in manutenzione invernale: Ermete Grifoni

Persone citate: Smirne