Morrison, magia d'antico rock di Alessandra Pieracci

Morrison, magia d'antico rock Finisce nella contestazione il concerto al Palasport Morrison, magia d'antico rock TORINO — All'inizio sembra quasi un rock da camera: glaciale, distaccato. Il gruppo, là sul palco del Palasport, suona chiuso in se stesso, staccando un brano dall'altro con ,la puntualità, di un^imj piegato che timbra il cartellino. L'isolamento è accentuato dalla nudità scenografica e dalla semplicità dell'impianto luci: fasci di colore che, nonostante le alternanze cromatiche, lasciano immutato l'alone rosso intorno ai musicisti. Lui, Van (George Ivan) Morrison, è un mito in giacca qualunque, con i segni dell'età che si vedono nei capelli perduti e nei chili acquistati. Snobba gli atteggiamenti spettacolari (salvo rifiutare l'ingresso ai fotografi come le rockstar che fanno le bizze e arrivare con la mezz'ora di ritardo accademico), se ne frega del protagonismo di palco¬ scenico scegliendo di interpretare il ruolo più intenso del musicista puro. L'atmosfera è più adatta all'intimità di un teatro, ma i 1319 spettatori (mercoledì se,ra, ^neU'arabij.0 della Festa dei l'Unità)-., vogliono non accorgersene. Rispondono al menestrello irlandese con un calore unilaterale. Una fiamma che pian piano si potrebbe spegnere se, finalmente, Morrison non tirasse fuori i giochi brucianti della sua voce rabbiosa. Una voce nera e dura, che si avvolge intorno alla linea melodica delle ballate e si innalza dalla ritmica dei più duri brani metropolitani. Il bluesman autentico si stacca solitario e monumentale ripercorrendo 11 suo cammino musicale dalle origini ad oggi. L'attualità è quel • No method, no guru, no teacher» che l'ha riportato di colpo alla ribalta anche fra i giovanissimi. L'autore dell'accattivante colonna sonora di Ufficiale e gentiluomo torna a raccontare in musica la dura realtà. E lo fa con una fedeltà imperitura alle origini," al blues amalgamato con il rock e il folk d'Irlanda. Niente tradimenti in nome di un'evoluzione verso le hit parade. La recentissima «Tir Na nog», «Beautiful Vision», •She gives me religion», «Summertime in England», • Purple Heather» sono tutte accomunale da uno stile che. se a tratti sembra denunciare un'età avanzata, mantiene vivissima la forza dell'anima ribelle. Dietro le rughe si riconoscono i lineamenti del giovane leader degli Them. Sono brividi profondi che nulla hanno a che spartire con le epidermiche sollecitazioni di molta musica d'oggi. Intorno a Morrison ci sono Jerome Rimson al basso. Arty McGlym alla chitarra. Richard Buckley al sax e al flauto. Martin Grover alla tromba. Clifford Drinkwater alle. tastiere,_.Roy Jones alla batteria? ÌV "còriste Helen Brandley e JuneBoys. Il finale è in crescendo, con un'esecuzione trascinante di • Gloria.. Ma lo scorbutico Van sembra voler a tutti i costi lasciare uno strascico di irritato scontento: se ne va dopo un'ora e un quarto di concerto, e non c'è verso di farlo tornare sul palco. Il pubblico applaude, grida, lo invoca per almeno dieci minuti. Poi le ovazioni diventano insulti: «Buffone», «Ladro di polli». «Truffatore». Un epilogo inglorioso o un'ultima provocazione da ostentata indifferenza? Alessandra Pieracci

Persone citate: Clifford Drinkwater, George Ivan, Helen Brandley, Jerome Rimson, Martin Grover, Purple Heather, Richard Buckley, Roy Jones, Them

Luoghi citati: Irlanda, Torino