La tela di Penelope al Sud

La tela di Penelope al Sud Ecco le cifre dei ritardi nelle opere pubbliche, raccolte dal commissario di governo La tela di Penelope al Sud Dopo le crìtiche di Craxi a Bari - Il numero dei cantieri che «prorogano» la conclusione è inferiore a quello denunciato - Ma il loro costo è altissimo (23 mila miliardi), con ulteriori aggravi -1 progetti dell'ultima ora ROMA — Appena letto il testo del discorso pronunciato sette giorni fa dal presidente del Consiglio, Craxi, alla Fiera del Levante, il commissario del governo per l'intervento straordinario nel Mezzogiorno, Giovanni Travagline ex europarlamentare democristiano, ha commissionato al suo staff uno studio dettagliato in merito alle denunce di Craxi. Che la situazione fosse drammatica risultava anche a lui, ma alcuni conti non gli tornavano. Secondo il primo ministro le clientele del Sud stanno dissanguando lo Stato: 'Risultano ancora formalmente in corso 43.080 progetti dei quali ben 36.636 già realizzati per oltre il 90 per cento delle opere-, aveva detto. Per poi aggiungere: -Ogni cantiere è un pozzo che spilla soldi; ogni collaudo rinviato è spesa che si aggiunge a spesa. A star dietro agli elenchi delle perizie suppletive e degli "adeguamenti funzionali" si viaggia nell'ordine delle migliaia di miliardU. E aveva definito il tutto -una tela di Penelope-. Ma. a sorpresa, Travagltni ha ricevuto ieri mattina, nel suo ufficio di piazza Kennedy all'Eur (nella sede della ex Cassa del Mezzogiorno che adesso deve essere tra sformata In Agenzia) dati diversi da quelli presi a spunto da Craxi per il suo atto d'accusa. Eccoli. I progetti appaltati dall'agosto del 1950, quando fu istituita la Cassa per 11 Mezzogiorno, ad oggi sono stati 42.325 dei quali 3930 erano «opere non fisiche» (studi e ricerche). Del restanti 38.395 ben 33.256 — per un importo di 21 mila miliardi in valori storici — sono già stati ultimati, e solo 5139 sono a un livello medio di attuazione del 75 per cento. Meno, dunque, molti meno di quelli denunciati da Craxi. Poi, però, analizzando con cura le cifre che gli avevano appena portato sul tavolo, il professor Travagllnl s'è reso conto che per quanto riguarda l'.operazione sanguisu ga» nel confronti dello Stato la realtà non si discostava molto da come l'aveva de scritta il presidente del Consiglio. In parte era anche peggiore. Tanto per comin ciare l'importo complessivo di queste cinquemila opere in perenne fase d'attuazione è di 23 mila miliardi, duemila in più di quelli che son serviti per tutte le altre che erano sette volte di più. E se per quelle già ultimate — 29.197 delle quali sono già state • trasferite alle Regioni per l'esercizio da parte degli Enti istituzionalmente competenti-. mentre per 4059 sono tuttora in corso le procedure di trasferimento — ci sono da sborsare ancora soltanto 600 milioni (una cifra che vien giudicata modesta), per le altre cinquemila di cui sopra la Cassa del Mezzogiorno, prima di chiudere i battenti come ha stabilito la legge n. 64 approvata lo scorso 1 marzo, ha dovuto autorizzare ben 3200 perizie suppletive per un importo complessivo di 4060 miliardi. Un appunto presentato a Travaglini dai suoi collaboratori spiega a cosa si ag grappino queste perizie suppletive: .Maggiori lavori per completamento opere in corso di esecuzione, accantonamenti per eventuale revisione prezzi, spese per maggiori stanziamenti per gare in aumento, per espropriazioni, spese generali di progetto e direzione, forniture accessorie, Iva ecc.-. Nell'appunto è scritto anche che «circa un terzo di esse (1200 per un ammontare di mille miliardi circa, ndr) approvate dalla gestione commissariale, sono quelle relative ai soli lavori di completamento dei contratti inerenti i lavori principali-. E non è tutto. Ci sono poi altre mille perizie di cui è per il momento difficile stabilire l'importo complessivo ancora da esaminare. Insomma: quelle 5139 «opere in corso con media di avanzamento del 75%- continueranno a succhiare per un bel po' qualche migliaio di miliardi. Finito? No. Quando due anni fa si stabili la definitiva soppressione della Cassa del Mezzogiorno, fu deciso altresì che le richieste di «nuove opere» presentate entro il 31 luglio del 1985 dovessero essere pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale e prese in considerazione per ulteriori erogazioni. Ed ecco dunque che si presentarono alla Cassa altri novecento progetti per un ammontare complessivo di circa cinquemila miliardi. E a quasi la metà di essi è già stato detto di si. Per legge sono stati inoltre tenuti 1 rubinetti aperti nei confronti dei -progetti di ricerca scientifica-, dei -progetti di itinerari turisticoculturali- e dei famosi -incentivi alle attività produttive-. Cosicché risulta dai cai coli presentati dai dirigenti della ex Cassa due volte al governo e una alla commis sione bicamerale di controllo sugli interventi straordinari nel Mezzogiorno, che lo Sta to sì accinge a sborsare una somma che viaggia attorno ai ventimila miliardi di lire. Senza la certezza che questa cifra, peraltro già imponente, non venga fatta ulteriormente lievitare da nuove richieste di enti locali e industrie appaltatrici. Come si è arrivati a tanto? Per varare la nuova legge sul Mezzogiorno sono stati necessari ben cinque anni, durante i quali (e soprattutto negli ultimi mesi) la sopprimenda Cassa del Mezzogiorno ha dovuto faticare non poco per tenere a bada le crescenti richieste di soldi che venivano dal Sud. Lavori che inspiegabilmente si allungavano sempre più, richieste di nuove perizie, costi denunciati in costante aumento: sono bastate quelle 5139 «opere» ancora non ultimate a tenere aperta la ferita che provoca un'emorragia di denaro pubblico. •Io non so perché i dati in mio possesso siano diversi da quelli offerti da Craxi nel discorso di Bari — afferma ii professor Travaglini —; ma una cosa è certa: il risultato non cambia e condivido al cento per cento le preoccupazioni del presidente del Consiglio. Sia chiaro: una delle ragioni fondamentali degli aumenti dei costi e dell'allungamento dei tempi di realizzazione è stata la carenza nelle previsioni dei programmi, predisposti in genere in assenza dei progetti esecutivi che soli possono determinare le spese realmente occorrenti per realizzare le opere. Questa carenza, per fortuna, è ora superala dalla nuova legge sul Mezzogiorno in base alla quale i programmi vengono appunto predisposti tenuto conto dei progetti esecutivi presentati dagli enti-. Domani mattina dopo un dibattito su questi temi tra i professori Mariano D'Antonio. Carlo Pace e Antonio Pedone, il ministro per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno, Salverino De Vito, terrà a Bari il discorso conclusivo della Fiera del Levante. Toccherà a lui tirar le somme delle polemiche aperte dalle affermazioni di Craxi. E dare qualche indicazione concreta su come interrompere la filatura di questa «tela di Penelopedelie clientele meridionali. Paolo Mieli l.os Annelos. L'attrice Linda Evans sorride dopo aver licei ufo un koala di peluche dal console generale d'Australia durante un ricevimento in suo onore. La Evans ha giralo recentemente una serie di telefilm ambientati in Australia. Alle sue spalle è Meredith Salenger, che nel «serial» interpreta il molo di figlia della star americana UN KOALA PER LINDA

Luoghi citati: Australia, Bari, Roma