Parigi medita la risposta ai terroristi di Enrico Singer

Parigi medita la risposta ai terroristi Parigi medita la risposta ai terroristi (Segue dalla 1* pagina) quale, come tutte le mattine alle 8,30, aveva raggiunto l'ambasciata nel quartiere di Mar Tacla, nel settore cristiano di Beirut. E' 11 terzo diplomatico francese assassinato in Libano: nell'81 1 terroristi (si parlò allora di uo mini legati alla Siria) uccise ro l'ambasciatore Louis Delamare e, nell'82, un alto funzionario. Ma il tributo di morti In Libano è molto più alto: 123 militari francesi sono stati uccisi da quando è stato creato il corpo dei «Caschi blu» e 58 paracadutisti morirono nel solo attentato contro il quartier generale della Forza multinazionale Le notizie rimbalzate da Beirut hanno dominato una giornata segnata da nuove piste, e da nuove marce indietro, nel dedalo delle indagini sugli attentati a Parigi. Uno dei testimoni della strage di mercoledì In rue de Rennes, tra 130 fotografie mostrategli dalla polizia, aveva creduto di riconoscere Emile Abdallah (un altro del fratelli del capo delle Fari) come uno dei due attentatori che hanno lanciato la bomba contro il grande magazzino «Tati». Ma Emile Abdallah è comparso ieri nel villaggio di Kubeyat. nel Nord del Libano. Il testimone ha però indicato anche un altro uomo (sulla «Bmw» nera usata nell'attentato c'erano due terroristi), si tratterebbe di Salini el Khoury, uno dei membri delle Fari già ricercato In Francia dall'85. E questo riconoscimento potrebbe essere almeno una traccia. A questo punto delle indagini, con migliaia di agenti di polizia che pattugliano Parigi, non è tanto importante dare un nome agli assassini, quanto dargli un volto. Il commando è probabilmente nascosto con falsi documenti e buone coperture: è soltanto Inseguendo un volto che qualche pista potrebbe rivelarsi decisiva. Ma, finora. 1 risultati sono incerti. Tanto che Chirac, nel suo discorso in tv. ha ammesso che la lotta contro 1 terroristi che stanno trasformando Parigi In un campo di battaglia -potrebbe essere lunga-. E c'è anche molto nervosismo nella polizia. Ieri centinaia di agenti sono stati lanciati in un -piano sparviero» sulle tracce di una «Bmw» nera, come quella vista in rue de Rennes, e dopo ore di posti di blocco e di inseguimenti hanno trovato l'auto con una coppia di sposina che erano appena rientrati dal viaggio di nozze in Spagna. Sono sbavature comprensibili in qualsiasi indagine. Ma la gente, bersagliata da notiziari radio e titoli di giornali, si sente sempre meno protetta, dubita dell'efficacia delle misure adottate. Dubbi che si cominciano ad avvertire anche nel vertice politico. C'è un fronte unito contro il terrorismo, certo, ma ieri il segretario del partito socialista, Jospin, ha chiesto che il governo risponda In Parlamento sui -metodi della lotta- e sui suoi risultati. Un passo che ha convinto Chirac a convocare, per oggi, tutti i leader dei partiti — di maggioranza e di opposizione — per un primo punto. Questa sera rientrerà a Parigi anche 11 presidente Mitterrand dalla sua visita ufficiale in Indonesia. Già si sa che Chirac e I ministri dell'Interno e della Difesa saranno all'aeroporto ad accoglierlo e che un «vertice» seguirà subito dopo all'Eliseo. E per le prossime ore, forse per domani, è atteso un discorso in tv di Mitterrand. Ieri, in Indonesia, anche il Presidente ha dichiarato che l'offensiva dei terroristi me¬ diorientali contro la Francia è una -cancrena contro la quale ci si deve battere uniti e con ogni mezzo-. Ma a un giornalista dell'agenzia di stampa Reuter avrebbe detto di non approvare -rappresaglie di tipo israeliano-. E questo sarebbe 11 primo segno di incrinatura nei rapporti tra Mitterrand e Chirac. Enrico Singer