Schubert rinasce con Peter Schreier

Schubert rinasce con Peter Schreier Al «Settembre» grande successo del tenore tedesco e del Jess Wien Trio Schubert rinasce con Peter Schreier Musica da camera di Ravel con i tre bravi fratelli viennesi - Brani che smentiscono il carattere melodico degli archi TORINO — Un bel concerto pomeridiano d'un curioso complesso cameristico (curioso perché composto di tre fratelli: Johannes, Elisabeth e Stefan Kropfitsch) ha permesso di completare la conoscenza di tutta la musica da camera strumentale di Maurice Ravel, conoscenza avviata pochi giorni fa con Quartetto, eseguito dal complesso Parrenin. Dopo quello .spie lide inizio la produzione cameristica di Ravel si prosciuga in una preziosissima ricerca sperimentale, di cui il Duo I»r violino e violoncello rappresenta la punta più avanzata. Chissà se la scelta dell'insolito organico strumen' tale potesse essere stata suggerita dalla conoscenza del bel Duo di Kodàly per violino e violoncello? Certo è che Ravel ne trae il partito opposto: mentre per Kodàly l'uso di quei due stru¬ menti, senza base armonica, è l'occasione per uno spiegamento illimitato di melodia, appoggiata alla scoperta del canto popolare, Ravel sembra che si diverta a smentire il carattere melodico dei due strumenti ad arco, addensan¬ do urti d'armonia e asprezze ritmiche. (La melodia di Ravel — diceva il maligno Satle — sembra il canto di un usignolo col mal di denti). Ne esce un'opera di originalità indubbia, superiore a quella del precedente Trio e della successiva Sonata per violino e pianoforte, che concedono qualche cosa di più al piacere dell'ascolto, la Sonata aprendosi — tra l'altro — al primi influssi musicali del Nuovo mondo con un dolce e calmo blues inserito in luogo di secondo tempo. D Jess Wien Trio suona assai bene queste cose. La violinista Elisabeth sembra un poco il leader del complesso; nei Trio-/le* è• irjtatnfital tendono un poco a soffocare'il violoncello del fratello Stefan. Il pubblico inverosimile che stipava la chiesa di San Francesco ha decretato un successo vivissimo al simpatico complesso familiare. In serata, nella più comoda e accogliente sede del Teatro Carignano. il tenore Peter Schreier, accompagnato con molto gusto dal pianista Norman Shetler (americano, ma di studi viennesi, e si sente) ha regalato ai torinesi un'au¬ tentica vendemmiata schubertiana, con tredici dei quattordici ultimi Lieder raccolti poi sotto il titolo Schwanengesang (Canto del cigno) e dieci Lieder su poesie di Goethe. Il cinquantenne tenore tedesco è ricco di quelle doti di cui si rimprovera sempre la mancanza ai cantanti italiani: buona scuola e .stile. Ciò gli permette di arginare felicemente i primi daruif.'deìl'età e di una carriera che non conosce soste, se è vero quanto afferma il programma, che canta da cento a centocinquanta serate all'anno. Specialista di Mozart e di Bach, 11 suo Schubert è esente da smancerie romantiche. Applaudltlssimo, ha concesso cinque o sei bis, tra cui alcuni dei capolavori più popolari, come Haidenróslein, Die Forelle, e Lieder da Die schòne MUllerin e dalla Winterreise. m. m.

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