Atomica in offerta speciale

Atomica in offerta speciale Facile procurarsela, Libia e Iran ne approfittano Atomica in offerta speciale Un libro pubblicato a Parigi svela il «mercato» - La beffa di Rabat PARIGI — In un libro di imminente pubblicazione, «Le marche de la bombe A» (di cui alcuni periodici hanno riportato, in questi giorni, estratti e sintesi) un giornalista francese, Ronald Jacquard, mostra che ormai qualunque Paese, anche se non appartiene al «club nucleare», può aspirare a comperarsi la bomba atomica. Se ne trovano immagazzinate, in ogni parte del globo, tante da comportare una potenza distruttiva globale pari a quella di 500 mila Hiroshima; e, dopo 1 successi conseguiti in questo campo da Israele, Sud Africa, India e Pakistan, 1 candidati più vicini al possesso dell'«arma assoluta» sarebbero, attualmente, Libia ed Iran. Nel volume Jacquard sostiene tra l'altro d'essere venuto a conoscenza di un inquietante carteggio custodito dal 1980 negli archivi del ministero della Difesa di Parigi, da cui risulterebbe che sei anni or sono il Marocco fu sul punto di procurarsi un'atomica grazie alla fornitura — da parte francese — delle componenti e dei sistemi necessari al «montaggio». La vicenda (chiamata in codice «operazione gasogeno») avrebbe avuto inizio nel dicembre 1980 in un albergo di Rabat quando un ministro e due colonnelli dello stato maggiore delle Forze Armate reali ricevettero una delegazione di tecnici francesi che operavano per conto di un ente pienamente legale (e operante sotto l'egida dell'Ocse), l'Istituto internazionale per le Innovazioni. Il direttore di quest'ultimo, Lucien Becker — sostiene ora Roland Jacquard — convinse la controparte marocchina che i fosfati di cui 11 Marocco è uno del maggiori produttori mondiali potevano permettere di ricavare uranio per decine di bombe atomiche. Becker — continuano le rivelazioni — presentò qualche tempo dopo al governo marocchino un rapporto di 56 pagine che illustrava praticamente il da farsi ed Indicava 1 costi dell'operazione, compreso il materiale per l'.atomica» che sarebbe pervenuto a Rabat tramite società di comodo. Sta di fatto che i marocchini si insospettirono pochi giorni prima di prendere una decisione definitiva, quando i loro servizi di sicurezza, mediante microfoni in camere d' albergo, udirono frasi compromettenti pronunciate da esperti della missione francese. Cosi le trattative furono interrotte per sempre. Ma che il Marocco non corresse solo 11 perìcolo di essere truffato risulta dal parere di altri specialisti: lo schema di atomica proposto dall'istituto francese avrebbe avuto un difetto nel dispositivo di sicurezza, tanto che la bomba poteva esplodere anche contro la volontà degli addetti alla sua custodia.

Persone citate: Becker, Jacquard, Lucien Becker, Rabat, Roland Jacquard, Ronald Jacquard