Vola Columbia in California

Vola Columbia in California IN VIAGGIO PER LA PRIMA VOLTA DOPO LA TRAGEDIA DI GENNAIO Vola Columbia in California Entro il mese lo «Space Shuttle», sulla groppa dì un Jumbo, sarà trasferito a Vandenberg - Nella base sul Pacifico riprendono le esercitazioni per la ripresa dei voli umani fissata per il 1988 - Le millecento lettere di licenziamento ricevute da dipendenti Nasa L'ingresso delle aziende private nel «business» dei lanci commerciali - Tre miliardi di dollari per una nuova generazione di razzi SAN FRANCISCO — Entro questo mese la Columbia tornerà a volare — si badi bene ad evitare equivoci — non ancora nello spazio, ma, per un breve tratto, nell'atmosfera: lo Space Shuttle sarà agganciato sopra il Jumbo jet appositamente attrezzato per il trasporto delle navette da una base all'altra. La Columbia sarà trasferita a Vandenberg, la centrale spaziale della California, quasi a metà strada, sulla costa del Pacifico, tra San Francisco e Los Angeles. In tal modo potranno riprendere le esercitazioni per il primo lancio di una navetta dalla Cape Canaveral della West Coast. La base spaziale militare di Vandenberg era servita finora al lancio dei satelliti da ricognizione (o spia che dir si voglia) e per il lancio di ordigni destinati a percorrere traiettorie particolari. Infatti la posizione geografica della costa californiana consente facilmente la realizzazione di orbite polari. Vandenberg è stata anche attrezzata per il lancio degli Shuttles, sia per conto del Dipartimento della Difesa, sia per la Nasa, poiché anche per l'ente spaziale civile la possibilità di raggiungere con facilità le orbite polari è essenziale per il programma delle stazioni orbitali permanenti. L'inaugurazione delle nuove strutture, per lo Shuttle a Vandenberg, in varia misura semplificate e perfezionate rispetto a quelle dello spazioporto della Florida, avrebbe dovuto avvenire con il lancio di uno Shuttle nel mese di maggio, ma la tragedia del Challenger bloccò tutto. Ora, conclusa l'inchiesta sulle cause della sciagura e adottate le raccomandazioni dei tecnici per quanto riguarda la sicurezza dei razzi ausiliari a propellenti solidi e di altri sistemi, la ripresa PPiLuviaì&à s {aja/i^ojo. per il 1988. .. _ AlmenoJa seconda o la terza delle nuove missioni dovrà partire da Vandenberg. A tale scopo più di duecento uomini dell'Air Force hanno già fatto un buon tirocinio a Cape Canaveral, mentre cinquanta dipendenti dell'Agenzia spaziale sono permanentemente a Vandenberg. E' un segno della ripresa del lavoro nel cosmo e della collaborazione fra Nasa e aeronautica militare, in un periodo difficile per l'ente spaziale. Questo, proprio nei giorni scorsi, ha ridotto nuo- vamente la sua forza lavoro di Cape Canaveral. Millecento dipendenti -(del-tl ìa'tfàsà stonno riceè'8hdò iè'l lettere di licenziamento. La maggior parte di'questa gente è costituita da impiegati d'ordine e ausiliari di vario grado, ma ci sono anche tecnici e ingegneri. I nuovi dirigenti dell'Agenzia, a cominciare dall'amministratore Fletcher, vogliono evitare di disperdere ai quattro venti i loro tecnici dì maggior valore, la cui esperienza e le cui capacità non sarebbero poi facili da rimpiazzare; ma qualcuno se n'è già andato. Ciò non conta in quanto può rientrare nella normale routine di avvicendamento. Diventerebbe un problema se avvenisse un esodo in massa. Per ore? 'questa'pericolò non sembra esserci anche se, ovviamente, ~ il morale non è alle stelle. Fra l'altro la Nasa a Cape Canaveral ha annunciato che riaprirà la lista delle assunzioni quando i voli riprenderanno. Altri due buoni segnali per la ripresa delle attività spaziali sono stati la decisione del presidente Reagan di dare il via per la costruzione di un'altra navetta che entro il 1991 andrà a sostituire il Challenger, e il lancio, nei giorni scorsi, di un satellite militare da Cape Canaveral: il primo perfettamente riuscito, dopo la serie nera dei fallimenti, iniziata con il di sastro del gennaio scorso. Detto questo, alla Nasa e à tutto il resto del settore scientifico-industriale che opera per le attività spaziali permangono non pochi complessi problemi da risolvere: sono questioni fondamentali di scelta, di cambiamenti di indirizzi programmatici, di diversificazione dei sistemi di lancio; c'è poi il fatto dell'ingresso delle industrie private in quei campi che finora erano stati riservati soltanto agli enti pubblici, civili o militari che fossero. Si tratta del lancio di razzi e satelliti da parte di privati. Cominciamo da quest'ultimo punto. L'amministrazione Reagan ha dato il disco verde per l'ingresso delle aziende private nel business dei lanci commerciali. Ma le varie compagnia interessate stanno per ora procedendo con molta cautela. Vogliono sapere il costo di affitto delle basi di lancio ,'ederali; vogliono conoscere le regole del gioco; vogliono l'assicurazione che la quindicina di carichi paganti commerciali di alta priorità che la Nasa lancerà alla ripresa dei voli degli Shuttles non taglieranno le gambe alle imprese messe in atto dai privati. Inoltre le compagnie sono preoccupate dalle ancora incerte prospettive circo le coperture assicurative dei lanci, e la volontà dell'amministrazione di intervenire in caso di bisogno. Vorrebbero inoltre un impegno da parte militare e da parte della Nasa per quanto riguarda l'acquisto di un certo numero di veicoli di lancio in modo da garantire i grossi investimenti necessari alle nuove attività. I clienti dei futuri lanci privati hanno la possibilità di scegliere fra varie •famigiiem di razzi ben sperimentati quali gli Atlas, i Delta, i Titan, ecc., ma la loro disponibilità in un numero commercialmente valido richiederà tempo e investimenti, come si è detto. Infatti, poiché negli anni passati la Nasa scelse l'uso degli Shuttles praticamente per ogni tipo di satellite, la produzione dei razzi appena ricordati era cessata o quasi. Comunque, una delle aziende private che entrerà nell'agone dei lanci spaziali — Io Transspace Carriers Inc. — ho annunciato il suo primo lancio entro l'autunno del 1987. Ma ciò dipenderà da quanto rapidamente la Me Donnell Douglas Astronautics Company potrà cominciare a consegnare i suoi razzi-Delta, ora in via di com- pletamento, nonché dal rilascio da parte della Nasa delle attrezzature in suo possesso per il lancio di questo tipo di razzi. Per quanto riguarda le scelte che la Nasa deve compiere, c'è l'amaro problema della riduzione del numero delle missioni programmate prima del gennaio scorso e quello della decisione sulle priorità. I tagli non saranno certamente indolori. Dovrà poi essere affrontata e risolta la questione della diversificazione dei sistemi di lancio. Riconosciuto l'errore di avere affidato le attività spaziali quasi esclusivamente ai sistemi Shuttles, si dovrà passare alla fase di rendere compatibili anche economicamente sistemi plurimi. Il Pentagono, per opera deWAir Force, ha incoraggiato la creazione di una nuova generazione di razzi con capacità di lancio comparabili con quelle dello Shuttle. E' un programma di quasi tre miliardi di dollari (quattromiladuecento miliardi dì lire circa) che ha per scopo lo sviluppo di un razzo che potrà essere impiegato sia dal Dipartimento della Difesa, sia dalla Nasa. Per invogliare le industrie del settore a darsi da fare in tal senso, l'Air Force acquisterebbe un numero sufficiente di razzi (una dozzina all'anno) in modo da creare una base accettabile per le industrie costruttrici. Infine sono in cantiere gli studi di fattibilità degli spazio-piani: veri aeroplani e vere astronavi insieme capaci di operare nell'atmosfera e nello spazio, sia per usi militari sia per usi civili. Saranno tecnologicamente molto più avanzati degli Shuttles che comunque rimarranno in servizio ancora per vari anni e serviranno oltretutto alla costruzione della prima stazione orbitale permanente il cui programma è stato manitsnvtj).* # ' 1 1 Giancarlo Masini i Cape Canaveral, 11 novembre 1982. Lo spettacolare lancio della «Columbia» (Foto Nasa)

Luoghi citati: California, Columbia, Florida, Los Angeles, San Francisco