Persone

Romani con la ramazza fw.WuytUù'Ui tisi i -ftFtnoo .vuo<i ■hv.ijC.Wo~j fcOÌ li'.. . j*.*j*\Vf3t4<«. «/ «v< Persone di Lietta Tornabuòìii ^ Se il cittadino diventa spazzino, se la gente si sostituisce agli addetti mancanti manchevoli nel tentativo di pulire Roma, cos'è? Un bell'atto di civismo, o una disperazione? Domenica scorsa, e la cosa si ripeterà domenica prossima, per iniziativa del quotidiano // Messaggero, quattromila romani si sono trasformati in netturbini. Sono andati per le vie della città, anche alle antiche Terme di Caracalla e al Colosseo, a piazza Navona, al Campidoglio, con le ramazze di saggina, i guanti, le carriole, i sacchi, e si son messi a fare pulizia. Hanno raccolto duecento tonnellate di spazzatura, rifiuti, detriti rimasti da chissà quanto nelle strade della capitale; hanno festeggiato gli attori, le ballerine classiche o i turisti giapponesi che erano tra loro; hanno celebrato l'impresa con linguaggio guerresco, il «fronte della sporcizia», «l'esercito volontario della mondezza». Benissimo: ma e disperante Tidea che di simili ir-'-iative ci sia bisogno. Roma è lurida, lo vedono tutti: strade non spazzate né lavate da mesi, polvere sudicia e infetta agitata dal vento di mare alla sera, cassonetti e cestini eternamente traboccanti che esibiscono e riversano il loro nauseante contenuto, mucchi di spazzatura marcenti al caldo di settembre, tappeti di porcheria e di mozziconi di sigarette nelle vie sgombre soltanto alla domenica e altrimenti occupate durante la settimana dalle automobili parcheggiate fisse in sosta abusiva, così che neppure un ipotetico netturbino zelante riuscirebbe a fare il suo lavoro. Roma lurida significa disagio per i romani e la peggiore immagine (capitale lercia = Paese incivile) offerta agli stranieri, lo capiscono tutti: però non succede niente. Tutto quello che l'amministrazione in difficoltà riesce a escogitare, oltre le chiacchiere pompose del sindaco Signorello campione d'inerzia, sono proclami, grida, minacce: è ricordare che i capizona e capisquadra della Nettezza Urbana sono agenti di polizia giudiziaria, è incaricare questa nuova/vecchia polizia della spazzatura di multare chi sporca la città. Allora il e fatevele da voi», in questo campo come in tanti altri, può essere una soluzione pragmatica, un modo attivo di denunciare la situazione e beffare l'amministrazione, uno stimolo per assessori e burocrati, una buona azione costruttiva, una trovata giornalisticopubblicitaria. una manifestazione d'esasperazione, una prova di spirito d'iniziativa. Può essere ciascuna di queste cose, tutte quante insieme, o anche un'espressione di sfiducia nella lotta politica indirizzata a liberarsi di nullafacenti o incompetenti. Simbolicamente, il romano con la ramazza resta l'immagine sin troppo precisa di un meccanismo nazionale: le amministrazioni e lo Stato che non fanno o non ci arrivano, i cittadini che tentano di surrogarli a prezzo della propria fatica e del proprio tempo, l'autorità pubblica che seguita a rimanere paralizzata, i cittadini che ovviamente non riescono, i problemi irrisolti che fatalmente imputridiscono. Mostri Altro che il Diavolo prediletto dal Papa, altro che gli spaventevoli insetti-femmina extraterrestri del film Aliens: i Nuovi Mostri degli Ottanta sono i Tir. I grandi camion vengono considerati ormai non più come un mezzo per trasporti su strada, ma come un flagello, un nemico spietato della collettività, un pericolo permanente per l'essere umano. Nella realtà, contro i Tir si esercitano divieti, multe tremende, limitazioni di cir¬ colazione, minacce d'arresto dei conducenti. Nell'immaginazione cinematografica si e andati molto oltre, e da un pezzo. Nel 1972 Duci di Spielberg, o Convoy di Peckinpah nel 1983, già lanciavano il nuovo western autostradale in cui i grandi camion erano i killer, comparivano sui dossi come gli indiani spuntavano sulle colline, studiavano le automobili-vittime con intelligenza sorniona, le uccidevano con spettacolare crudeltà. Ma erano comunque uomini a guidarli, mentre adesso Stephen King presenta in Brivido la peggiore delle ipotesi, i grandi camion che, partecipi d'una generale rivolta di ogni tipo di macchina contro ogni essere umano, si mettono in moto e cambiano marcia da soli, da soli si guidano velocissimi per distruggere sia gli uomini sia le automobili considerate amiche dell'uomo come il cane. Si capisce che i Tir hanno le loro colpe, magari gravi. Eppure tanto accanimento resta razionalmente sproporzionato, nell'ostilità e nelle fantasie ostili che suscitano pare esserci qualcosa di più: una paura misteriosa, un livore, un'angoscia strani per i Mostri rombanti del Mondo a Quattro Ruote. Nozze Il gran matrimonio Torlonia sarà stato mondano e brillante, ma è più divertente il racconto d'un pranzo di nozze a Rieti di piccola borghesia ancora un poco contadina. Gli invitati si mettono a tavola alle quattro del pomeriggio, per alzarsi sol tanto alle dieci di sera. Antipasti nel ferino stile locale: coratella, fagioli con le cotiche, bruschettà. Quattro di versi tipi di pasta. Quando arrivano gli arro sti (manzo, pollo, quaglia, abbacchio), i camerieri portano in tavola anche vaschette di stagnola e sacchetti di plastica. L'esperienza ha insegnato che pochi mangeranno la carne, pecca to sprecare quanto è già pagato, la praticità è tutto: così il trucco di Totò o Nino Taranto che nelle vecchie farse alle feste riempivano le falde della marsina di ghiottonerie da portare a casa c stato legalizzato, istituzionalizzato, organizzato. Romani con la ramazza

Persone citate: Lietta, Nino Taranto, Peckinpah, Signorello, Spielberg, Stephen King, Torlonia

Luoghi citati: Rieti, Roma