«A Napoli i veri pentiti sono i giudici d'appello» di Giuseppe Zaccaria

«A Napoli 8 veri pentiti sono 8 giudici d'appello» Il pg Olivares attacca i colleghi che hanno assolto Tortora e altri 113 imputati del maxiprocesso «A Napoli 8 veri pentiti sono 8 giudici d'appello» E aggiunge; «Non escludo che abbiano subito pressioni indirette» - «Ora la lotta alla camorra è finita» NAPOLI — .Allora, diciamolo chiaramente: è mia opinione che oggi i soli veri "pentiti" siano i giudici della quinta sezione d'appello di Napoli*. Parla Armando Olivares, 65 anni, sostituto procuratore generale, un passato da presidente di tribunale, una fama di persona schietta. L'altro ieri in un ambiente che pareva ingessato, che nascondeva disorientamento e delusione dietro dichiarazioni di formale ossequio per le decisioni di una corte, la sua sortita (.Ha vinto la camorra*) era stata 1' unica nota strìdente. E adesso l'ultimo accusatore di Tortora dimostra, almeno lui, di non essersi pentito, anzi rincara la dose. E'vero, conferma, a suo giudizio la camorra ha vinto una battaglia importante, forse decisiva. La corte d'appello probabilmente ha subi¬ to l'effetto di una campagna martellante. Per il «pentitismo» è arrivata la fine. Le indagini sulla criminalità organizzata segneranno il passo. Chissà a beneficio di chi. -io non mi sono mai tirato indietro, chi mi conosce lo sa bene — è l'esordio —. Non credo dunque che qualcuno si stupirà se dichiaro di disapprovare totalmente questa sentenza. Ero convinto della colpevolezza di Tortora prima — visto che è di lui, comunque, che bisogna parlare — e lo sono anche adesso. Non avrei chiesto la condanna, altrimenti: io non soffro di deformazioni professionale, né accetto direttive. Adesso, dopo quelle assoluzioni, in piena coscienza dico che la camorra ha acquistato la sicurezza di poter agire impunemente, e temo che presto nelle sue attività ci sarà una ripresa*. Scusi, dottor Olivares, ma l'impressione è che lei continui a proporre anche a processo concluso l'equazione •fuori. Tortora, fuori tutti*, arricchendola adesso di un corollario da dimostrare. «JVo, io ragiono sui fatti: la corte d'appello ha affermato un principio ben preciso, le spiegazioni fornite dopo hanno poco senso... I giudici affermano che il "pentito" non va creduto a meno che alle sue dichiarazioni corrispondano riscontri precisi. Io rispondo: quali dovrebbero essere questi riscontri, lettere, appunti, comunicazioni di servizio? Sulla camorra, ormai è certo, di prove documentali non ce ne saranno più. L'ultimo processo in cui se n'erano potute raccogliere fu celebrato proprio da me, a Santa Maria Capua Vetere, nel marzo dell'84. Da allora, tutti i camorristi si sono resi conto di non poter sottoscrivere documenti che poi li avrebbero messi spalle al muro*. Nessuno, quindi, potrà più sperare di ottenere una prova? -Mi sembra scontato. L'altra conseguenza di questo ragionamento è che i "pentiti" d'ora in poi saranno inutilizzabili, visto che viene negata la possibilità di valutarne le dichiarazioni sul piano logico. La lotta alla camorra è finita: di molti procedimenti ancora oggi fondati sulle accuse dei dissociati sarà chiesta l'archiviazione. Questa ormai è l'aria che tira*. Lei pensa che 11 presidente Rocco, 1 giudici Riccio e Morello non abbiano valutato questi perìcoli? *La magistratura, sia ben chiaro, è sempre stata indipendente, anche a Napoli. Non escludo però che i giudici d'appello possano aver subito pressioni indirette. Non penso che qualcuno sia andato a dir loro "assolvete Tortora", ma intorno al processo si era creato un clima che io ho denunciato pubblicamente, fin dai primi giorni. Questa vicenda conferma che quando la politica entra nelle aule giudiziarie, siamo ad un passo dalla fine: e adesso temo conseguenze ancora più pesanti*. Quali? .Certe pressioni, certi atteggiamenti, certe critiche feroci e ossessive secondo me puntavano soprattutto a screditare la magistratura in vista di una riforma istituzionale. L'obiettivo, mi pare evidente, è quello di condizionare la nostra indipendenza ». Molti Invece sostengono che tenta solo di metter freno agli abusi di potere, di incrinare la solidarietà di ca¬ sta: anzi, ieri lei è già stato denunciato. .E adesso dovrei preoccuparmi anche di un Tortora? Ci mancherebbe altro, roba da ridere Ma con queste dichiarazioni, dottor Olivares, non teme di rinfocolare le polemiche all'interno della stessa magistratura? .Ben vengano le polemiche quando la posta in gioco è cosi rilevante: io sono abituato a dire ciò che penso, ed a farlo con chiarezza. La mia posizione non è legata solo al processo Tortora, per quanto interessante questa vicenda possa essersi rivelata. E poi, mi dica, perché non dovrei parlare? Su questa storia è stato permesso di intervenire a qualsiasi cittadino, sono un cittadino anchio. E a differenza degli altri, conosco gli atti del processo*. Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Armando Olivares, Morello, Olivares, Riccio, Tortora

Luoghi citati: Napoli, Santa Maria Capua Vetere