La legione straniera cambia volto

La legione straniera cambia volte BASKET Domenica il campionato, con molti nomi nuovi dall'America La legione straniera cambia volte Oggi a Milano la «stella» McAdoo - Guadagneranno tutti molto nella stagione italiana, questi finti dilettanti, ma non tutti sono all'altezza della situazione E' arrivato anche Napoleone a completare la legione straniera del nostro basket: Napoleon Johnson, pivot 23enne di 2,05 pescato da Rieti in Israele. La lista cosi è completa: 64 giocatori per elevare il tasso tecnico-spettacolare del campionato che parte domenica. Diamo dunque un'occhiata agli stranieri. Si è cambiato parecchio: solo Yoga Bologna e Annabella Pavia hanno confermato la loro coppia. Ventitré le novità e più di metà ex professionisti. Qualche buon nome, la stella (calante) McAdoo, tanti gregari che in Italia possono trovare la Mecca con ingaggi a volte fin troppo buoni per Tinge nuità di qualche dirigente, ma il nostro campionato, a dispetto di qualche presun tuosa dichiarazione, non è l'Nba: cosi anche un giocato re di medio calibro, con la giusta mentalità, può diventare una carta vincente. Tra tanti americani, anche due novità dall'Est europeo. Venezia ha scelto la via jugoslava e. accanto al collaudato cannoniere Dalipagic. ha inserito il centro Radovanovic, reduce da tre stagioni in Francia: non avere un pivot statunitense può essere un grosso handicap, ma quest'anno in America gli auten tlcl centri erano merce raris sima, per cui anche uno sia vo. ben ferrato nel ruolo, può andar bene. E' più o meno il ragionamento che ha fatto Caserta, con la insolita scelta del bulgaro Glouchkov. reduce da un dispendioso (per i Phoenix Suns) tentativo di inserimento tra i prò: non è costato poco (anche la Federazione bulgara ha preteso la sua fetta), ma sicuramente ha •fatto notizia-. Ora tocca a Marcelletti scoprire se vale. Tra gli americani il più atteso è McAdoo. che giungerà oggi a Milano. Fuori discussione la sua fama, tutto sta a vedere se. a 35 anni, avrà ancora stimoli e freschezza atletica per svettare anche tra noi. Lo Zander Hollander, caustica «bibbia» del basket americano, garantisce comunque che il suo tiro -può essere ancora devastante-. Non altrettanto positivi i giudizi su altri americani della nuova ondata: il varesino Pittman ha visto crollare le sue medie di tiro perché -ha provato a tirare da più di mezzo metro- ; per il triestino Earl Jones -un punto interrogativo sulle sue motivazioni-: il pesarese Charlie Davis • ha fatto un canestro da tre punti in quattro anni-: il bolognese Byrnes «è il tipico giocatore anonimo, che a volte tira da fuori, ma non è ciò che si chiede a un'ala-; il torinese Garnett è nel •quintetto dei super-pagati, per quello che ha reso- e il riminese Lamp -dopo aver avuto la sua maglia ritirata alla Virginia University (un omaggio che si fa solo con i grandi — n.d.r.). ha avuto il tiro ritirato a Portland-. Ci sarebbe di che allarmarsi, ma l'Nba è un altro pianeta. Qui. come sottolinea ancora la Federazione Internazionale, il basket è dilettantistico, a dispetto dei 100 mila e più dollari (fino ai 300 mila di McAdoo e Davis) che ogni americano incassa, esentasse. Ma l'ipocrisia continua, e ogni -dilettante- straniero, per essere tesserato, deve avere motivi di lavoro o di studio per soggiornare nel Bel Paese. Cosi, grazie a dirigenti o a tifosi compiacenti, scopriamo che le nostre squadre sono piene di ^Pierre-, magari per imprese di costruzioni (che Maggio intenda lanciare le sue attività in Brasile e Bulgaria?). Oppure, con più fantasia, di tecnici grafici come Garnett e Thibeaux. o programmatori in una scuola di Cantù. Il golosissimo Pittman potrebbe far l'assaggiatore di cioccolato nell'azienda di Bulgheroni, ma anch'egli è più pomposamente -consulente per le relazioni esterne-. E Dalipagic e Radovanovic, a Venezia, produttori di un'agenzia turistica. Ovviamente per vacanze in Jugoslavia. Guido Ercole Milano. Ken Bario w. il nuovo statunitense della Tracer giunto ieri in Italia con la moglie, accolto dal suo allenatore Dan Peterson