Psycho lll, la vendetta su Hitchcock di Stefano Reggiani

Psyeho la vendetta su Hitchcock PRIME FILM: Torna Anthony Perkins folle assassino del motel Psyeho la vendetta su Hitchcock Ventisei anni dopo il film del maestro del brivido, l'attore è anche regista e dimostra di avere uno stile già maturo e furbo FSYCHO III di Anthony Perkins, con Anthony Perkins, Diana Scarwid, Jeff Fabey, Roberta Maxwell, Hugh Gillin. Produzione americana a colori. Giallo-horror. Cinema Vittoria di Torino. Cinema Embassy e Fiamma di Roma. Se un attore è vissuto tanto tempo dentro un personaggio, portandone il peso e gli incubi, viene il momento in cui vuole fare i conti da solo con la propria maledizione. Perkins. con la sua faccia da ragazzo disturbato, fu l'interprete ideale nel 1960 dello • Psyeho» capostipite, forse il racconto più oppressivo e violento di Hitchcock. C'era un vecchio motel, un padrone timido e allarmante, l'ombra di una madre querula e minacciosa, la povera Jane! Leigh trucidata mentre fa la doccia da un'apparizione in abiti femminili...Mammismo e sessuofobia, un risvolto della cosidetta misoginia hitcheockiana, con Perkins a farne le spese, accusato d'aver impugnato l'arma assassina di una madre morta e impagliata. E' curioso che nei vent'anni, anzi ventidue di manicomio criminale che s'immaginano trascorsi (nella realtà 26) Perkins atto- re non sia quasi cambiato. Se ne ebbe avviso in uno •Psyeho II. di due anni fa, primo proseguimento del modello: indiretta conferma che i meccanismi della pazzia criminale non invecchiano; ma in quella coda Perkins era solo protagonista. Adesso ha deciso di affrontare le bestia senza riserve, anche come regista. Non si tratta di rovesciare l'antico schema (per il quale il modello ha resistito come modello), quanto di consumare una vendetta, di liberarsi di Hitchcock confermandolo. L'aspetto più interessante di questo proseguimento per fatto personale riguarda lo stile, già maturo e furbo. La scena classica con un'aggiunta di sangue, secondo le esigenze correnti, frasi brevi, delitti e suspense: Perkins esce dalla prova decisamente condannato come personaggio, legittimato come regista. Prendete l'introduzione: sulla cima di un campanile una novizia che vuole suicidarsi provoca la morte della suora che voleva salvarla, precipitandola nel vuoto. Ecco trovata, con efficace sintesi, l'anima gemella di Perkins. In fuga dal convento e in cerca d'amore, l'infelice ragazza approderà al motel disabitato e sarà attratta dallo strambo padrone, perchè i disadattati si chiamano. Lo sceriffo fa il tifo democraticamente per Perkins (dopo vent'anni ha pagato, ha il diritto-dovere di integrarsi), ma di chi è quella stridula voce dietro i vetri? E perchè istiga l'ex ragazzo contro le ragazze? E perchè un paio di giovani donne finiscono pugnalate al motel da una lama misteriosa ma non troppo? Perkins regista ha il vantaggio figurativo e svantaggio psicologico di fronte a Hitchcock di poter sbucciare le sue donne, perfetti nudini da assassino; per Hitch doveva bastare una figura in controluce, una mano aggrappata alla tenda della doccia, occorreva una crudeltà più sottile. E tuttavia l'Intera parte finale dell'aggiornamento di Perkins si raccomanda ai cultori dei casi clinici cinematografici e agli psychofili intransigenti: vedete come l'attore regista si vendichi sanguinosamente arrendendosi, convinto d'aver trovato l'unicc lieto fine possibile. Stefano Reggiani Perkins con Diana Scarwid

Luoghi citati: Roma, Torino