«Dando retta a De Michelis gli stranieri ci mangeranno»

«Dando retta a De Michelis gli stranieri ci mangeranno» Per la Confindustria il nodo resta quello del costo lavoro «Dando retta a De Michelis gli stranieri ci mangeranno» ROMA II presidente Lucchini è nella Germania Orientale. Chiediamo al direttore generale Paolo Annibaidi qual è l'opinione della Confindustria sulle affermazioni in materia di costo del lavoro che il ministro De Mlchelis ha fatto ieri nell'intervista a «La Stampa-. De Michelis sostiene che il costo del lavoro non è più il fattore centrale della competitività e che gli imprenditori dovrebbero prestare maggiore attenzione ad altri problemi che incidono sulla competitività in modo più determinante, quali il costo del denaro, la qualificazione professionale, il mercato del lavoro, eccetera. -Fa male De Michelis a sottovalutare il costo del lavoro. Oggi la situazione economica è caratterizzata da un restringimento del mercato mondiale per cui la competitività diventa ancora più determinante. Il rischio nostro è di perdere competitività in una Europa dove la concorrenza continua a diventare sempre più forte. Al limite esiste persino il pericolo che il mercato italiano diventi preda dei produttori esteri-. Sono in corso le trattative per il rinnovo dei contratti di lavoro uelle maggiori categorie. Sul costo del lavoro qual è II vostro atteggiamento? « Confindustria e confederazioni sindacali l'8 maggio scorso hanno sottoscritto un accordo nel quale si afferma che il costo del lavoro deve re stare entro i limiti di inflazione programmata e che l'obiettivo deve essere limitato alla salvaguardia del potere d'acquisto delle retribuzioni. Il sistema migliore e più spiccio per fare i contratti senza troppi conflitti è di applicare l'accordo dell'8 maggio che indica le linee entro le quali muoversi-. Che margini ci sono per 1 contratti? • Non ci sono grandi margi ni». De Michelis sostiene che gli imprenditori devono dare al lavoratori quote degli Incrementi di produttività rea lizzati in questi anni. ■ Il ministro indica delle cifre ma non le spiega. E' vero che il costo del lavoro per unità di prodotto negli ultimi due anni è migliorato. Capisco anche la soddisfazione di De Michelis. Però bisogna considerare due aspetti: 1) Il costo del lavoro per unità di prodotto italiano cresceva rapidamente; oggi questa cre¬ scita è molto rallentata però gli altri Paesi hanno fatto meglio. 2) In un sistema economico aperto nel quale le imprese operano contano i rapporti più che le cifre assolute: nel 1985 il costo del lavoro per unità di prodotto in Italia è cresciuto del 7,5 per cento. Negli Stati Uniti l'aumento è stato dell'1,7per cen- to: in Giappone dell'I2 per cento; in Francia del 2 per cento, in Inghilterra del 5 per cento. Nella Germania Federale si è registrata addirittura una diminuzione: il costo del lavoro per unità di prodotto è diminuito dello 02 per cento. Sono tutti Paesi con i quali noi siamo in concorrenza e rispetto ai quali restiamo svantaggiati-. Quindi non pensate di poter trasferire quote di produttività nei contratti. -Tutti manifestano la tentazione di pescare nella produttività. Mi domando quante volte dovrebbe essere distribuita. Esiste anche la contrattazione aziendale. Inoltre tutti si pongono il problema dell'occupazione. Per creare occupazione occorrono più investimenti che non devono essere sacrificati deviando parte della produttività su altri terreni-. Altre domande abbiamo rivolto al consigliere delegato della Federmeccanica. Mortillaro, chiamato direttamente in causa dal ministro De Michelis. «Con il ministro si è aperta una garbata polemica che però "non fa farina". Noi purtroppo abbiamo ancora la "maglia nera" del costo del lavoro per unità di prodotto rispetto a tutti i nostri concorrenti-. Il ministro ha sostenuto che lei sbaglia e sbagliano anche gii imprenditori. -Citando cifre di carattere generale come fa De michelis corriamo il rischio di mettere nello stesso calderone settori die operano in una serrata competizione internazionale con altri che non sentono la concorrenza nella stessa misura. Nell'industria alimentare, per esempio, la competizione internazionale è meno forte che in altri settori-. De Michelis ha polemizzato direttamente con lei. Che cosa risponde? •Rivolgo al ministro una sola domanda: nella sua ipotesi le retribuzioni crescerebbero più dell'inflazione; a che cosa servono allora gli accordi come quello dell'8 maggio scorso?.. Sergio Devecchi MihliPl bli Gianni De Michelis Paolo Annibaldi

Luoghi citati: Europa, Francia, Germania Federale, Germania Orientale, Giappone, Inghilterra, Italia, Roma, Stati Uniti