Gli aspiranti stilisti

Gli aspiranti stilisti Firenze, via ai corsi al Politecnico della moda (unica scuola in Italia) Gli aspiranti stilisti Ventisette giovani (cinque stranieri) selezionati tra 2400 - L'iniziativa gestita dall'ente morale per le Arti applicate presieduto dalla signora Raab, moglie dell'ambasciatore Usa - Dicono gli allievi: «Il corso costa tanto ma alla fine avremo le carte in regola» FIRENZE — Hanno preso il via da appena cinque giorni ì corsi della prima scuola italiana che si propone di preparare gli esperti in ogni passaggio del ciclo produttivo dell'industria della moda, dallo stilismo dell libito alla capacità di realizzarne la vendita. C'è aria di trasloco recente, si sballano casse di arredi e di macchine per cucire, arrivano furgoni con ceste di libri per la biblioteca, ma i personaggi degli affreschi, rinvigoriti nei soffitti dal recente restauro, hanno l'aria di tornare a nuova vita ora che invece dei vecchi uffici dell'Annona guardano in classi senza banchi, stile auditorio, ventisette ragazzi nel corso di stilismo, trenta in quello di marketing. La sede è splendida, la cinquecentesca villa Strozzi nel parco di lecci e ulivi di Monte Oiiveto sulla via Pisana. Gli allievi, in prevalenza fiorentini o toscani, ma arrivati da tutta Italia, cinque dall'estero, sono pieni di entusiasmo e molto determinati: hanno superato una selezione severa, scelti su 2400. grazie a titoli, disegni, abiti già confezionati, ed un colloquio per saggiarne conoscenza e vero talento rispetto al mondo della moda. Molti nel loro desiderio di specializzarsi nello stilismo o di studiare la particolare accezione del marketing legato ad uno dei più importanti settori della nostra bilancia commerciale come la moda, hanno sperimentato solo costosi istituti privati: al Poli tecnico internazionale della moda si sentono sicuri di imparare davvero. Firenze ha bruciato le tappe nella scuola, come già nel museo della moda del costa me. La scuola l'ha fondata l'ente morale per le arti ap plicate della moda del costu me. il cui presidente onorario è la signora Ruth Raab. moglie dell'ambasciatore degli Stati Uniti in Italia. Fu lei a parlare all'assessore del Comune di Firenze e capo dell'ente, Amorosi, del Fashion Institute of Technology (Fit) di New York, da cinquantanni la scuola di moda più grande del mondo, tredicimila allievi, corsi di laurea, mul-1 tiple specializzazioni. Ora il Politecnico a Firenze è una realtà con una tale stretta collaborazione con il Fit che a dirigerla c'è Alan Fishman. da vent'anni membro di quel corpo insegnante. E americani sono i capi dei due corsi biennali. Mario Lupia. calabrese di origine, per 10 stilismo. Pat Breen per il marketing: a garanzia dell'avvenire e del valore della scuola (si spera che i due anni di corso diventeranno quattro e a livello universitario) e degli scambi di studenti fra Italia e America. Tra i ventisette studenti del corso di stilismo, diversi i punti di partenza, rare le aspirazioni precoci, studi di liceo scientifico, classico, istituto tecnico: uno. Salvatore Marzano. proviene dall'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, ha fatto il costumista teatrale, ora vuole realizzare i propri modelli dal taglio al cucito, dal progetto in mussola al tessuto, sperimentando 11 disegno attraverso l'arte e il figurino del passato. E' l'unico a rivelare nel suo spolverino bianco, in un minuscolo orecchino al lobo sinistro, una voglia di apparire quello che sarà, cioè uno stilista. Dice Valentina Biliotti, fiorentina: -Il corso è costoso, due milioni e messo in due rate per un anno, ma finalmente avremo le carte in regola. Contiamo già durante questi due anni di avere contatti con l'industria per un lavoro, la scuola lo prevede, ami ce lo promette-. • E' la ragione per cui la scelta di un Politecnico della moda è caduta su Firenze — dice Pat Breen. che a New York insegna scienze economiche all'università ed è felice di essere stata distaccata dal Fit nella capitale toscana —. Non solo la moda italiana è nata proprio qui. ai tempi di Giorgini e di Cucci, e continuano ad esserci rassegne importanti per farla diventare materia viva d'indagine, ma c'è al di là dell'eredità rina- scimentale tutto un mondo che gravita sulla moda e la nutre, dal tessile di Prato alla biancheria artigiana, dal museo del costume alle concerie, fino ai manufatti in pelle e alle calzature. Il nostro Politecnico svolgerà lezioni ma non solo a scuola-. Una scuola al femminile: solo cinque i maschi nel corso di stilismo, tre in quello di marketing. Isabelle Lemaitre viene da Londra, l'ha portata a Firenze la voglia di potersi misurare con la cosa essenziale per un'opera creativa di moda, il tessuto. Quello italiano si vede certo anche in Inghilterra, ma sarebbe troppo costoso sperimentarlo: al Politecnico di tessuti potrà conoscerne tanti e dall'interno, come filato e come capacità di resa, cucito e cadenza in un modello e anche come tecnica rispetto alle attuali attrezzature industriali. Se Silvia Mariani intende specializzarsi in moda maschile, quasi tutti sognano linee nuove ma semplici per la donna, a cominciare da Riccardo Capelli, che dopo il liceo ha lavorato già in una sartoria ed è convinto che la moda italiana piace perché prima di tutto è ben fatta. Stilisti preferiti? Ferré in testa, poi Valentino e Armani, ma anche Moschino. Sono incantati dal fatto che il direttore del Politecnico, Alan Fishman. sia stato maestro al Fit di Norma Ramali che ha inventato lo stile della cantante Madonna. Fishman parla benissimo italiano perché ha studiato all'Accademia di Belle Arti a Roma: ma anche se molti insegnanti sono italiani al Politecnico, l'inglese è la lingua che si studia, e molto, inclusa nel gruppo delle materie umanistiche e scientifiche, ed è quella che capiscono meglio i cinque studenti stranieri, la finlandese Carità Antell. che in Italia è venuta per turismo e ha scoperto di avere una vocazione per la moda; o la graziossima coreana Lee Sun Hee che. approdata a Milano per diventare stilista, ha inviato disegni su disegni per poter sostenere l'esame ed entrare nella scuola di Firenze. Per gli stranieri il corso è più caro perché non pagano tasse allo Stato italiano: quattro milioni e mezzo l'anno. Ma non ha trattenuto Katherine Enderle, sposata ad un fiorentino, dal frequentare il corso di marketing per addentrarsi nei meandri del tessile, del design, della pubblicità, della vendita al dettaglio e all'ingrosso: o Nicole Mosler che in Olanda ha avuto da un amico americano la segnalazione del Politecnico della moda e si è precipitata a Firenze. Infatti, volutamente poco pubblicizzata, la scuola di Firenze ha avuto imbarazzo nella scelta e nella selezione: ma l'anno prossimo ce ne sarà un'altra, e saranno in molti a ritentare accanto ai nuovi. L'idea è di avere un college nel parco per ospitare gli allievi che hanno lezione mattina e pomeriggio, trenta ore settimanali, e tra poco usufruiranno di una mensa (ora fanno colazione al sacco, compreso il direttore, uova sode e uva come il pittore Piero Di Cosmi nel racconto del Vasari). Straordinario che gli allievi non fiorentini, grazie alla segretaria del Politecnico. Gabriella Gandini. abbiano intanto trovato alloggi piccoli, economici ma giusti nell'affollatissima FiLucia Sollazzo