Cellule d'embrione per curare il Parkinson

Cellule d'embrione per curare il Parkinson L'annuncio dello scienziato svedese Bjorklund durante un convegno a Marsiglia Cellule d'embrione per curare il Parkinson Imminente un tentativo di trapianto sui cervelli dei malati - Si ripropone un gravissimo problema etico NOSTRO SERVIZIO PARIGI — Nessuno sinora aveva osato innestare, a scopi terapeutici, cellule nervose di feti umani nel cervello di un paziente. Presto — nel giro di settimane, al massimo di mesi — lo si farà. Autore di questa «prima» mondiale sarà ancora una volta il professore svedese Anders Bjorklund, dell'università di Lund, che per primo provò a Impiantare cellule nervose nel cervello di vittime del terribile male. In quel caso, il tessuto era stato prelevato dalle ghiandole surrenali dello stesso paziente, e innestato in una zona particolare del cervello, n primo impianto di questo tipo venne tentato In Svezia nel 1982; da allora, un totale di quattro malati di morbo di Parkinson sono stati trattati con questa tecnica sperimentale. La malattia è caratterizzata da anomalie di determinate cellule nervose che in condizioni normali sintetizzano la dopamina, un neurotrasmettitore indispensabile al buon funzionamento del sistema nervoso centrale e al controllo della motilità. Le terapie farmacologiche messe a punto per correggere questa anomalie consentono di ridurre alcuni handicap, ma non costituiscono una reale risposta terapeutica: 1 disturbi ricompaiono sempre, più o meno rapidamente, dopo l'inizio della cura. Alcune cellule dell'organismo, in particolare quelle delle ghiandole surrenali, hanno naturalmente la capacità di sintetizzare la dopamina: era dunque inevitabile la tentazione di impiantarle nella regione cerebrale colpita. I quattro tentativi fatti in Svezia con il consenso del Comitato per l'Etica dell'Istituto Karollnska di Stoccolma non furono propriamente un successo: dopo un miglioramento durato alcuni giorni, 1 sintomi del male (rigidità, tremore, ecc.) ricompavero. Esperimenti analoghi sono stati annunciati in altri Paesi, tra 1 quali il Messico. Il lavoro di ricerca è intanto continuato sugli animali in laboratorio: è possibile riprodurre sperimentalmente su topi e ratti, Iniettando sostanze particolari, una sindrome parkinsoniana. Sono cosi stati realizzati con successo innesti tra specie diverse. Recentemente, alcuni gruppi di ricerca hanno persino tentato di innestare cellule di embrioni umani su topi ai quali erano state distrutte determinate regioni cerebrali. Perché gli embrioni umani? Spiegano gli specialisti riuniti a Marsiglia per il 10° Congresso europeo di neuroscienze, dove Bjorklund ha fatto il suo annuncio: «£' come se le cellule surrenali fossero troppo adulte, troppo vecchie per adattarsi alle nuove funzioni che si richiedono loro. In compenso, le cellule embrionali hanno una plasticità che potrebbe-venire utilizzata efficacemente a scopi terapeutici». Le ricerche si basano su uno dei principali punti fermi acquisiti in questi anni dagli specialisti in neuroscienze: 1 neuroni del cervello si dividono in due grandi categorie, quelli la cui funzione è, tutto sommato, equivalente a quella di un sistema ghiandolare (e quando diviene deficitaria può essere integrata o trapiantata), e quelli che, al contrario, si integrano e si associano, e che non hanno affatto la stessa elasticità dei primi. Gli esperti sottolineano che 1 primi pazienti sottoposti a innesto da parte dell'equipe svedese soffrivano di una forma avanzata di morbo di Parkinson, e che per questo non erano «i candidati ideali» al successo dell'esperimento. Le certezze degli svedesi non sono condivise all'unanimità dalla comunità scienti fica. E resta comunque un problema: supponendo — cosa che pare acquisita — che il Comitato per l'Etica dia l'avallo a slmili esperimenti, da dove verranno le cellule embrionali utilizzate? Da interruzioni volontarie della gravidanza? Da aborti terapeutici? Le donne saranno informate sull'uso che verrà fatto di una parte del cervello dei loro feti? Come si svolgeranno le cose nella pratica, dal momento che è noto che le cellule impiantate devono essere vive perché l'Intervento del chirurgo sia efficace? Presto non sarà più possibile svicolare dal dibattito sull'utilizzazione di tessuti fetali a fini terapeutici Dopo il morbo di Parkinson, sono già allo studio altri modelli sperimentali. In primo luogo la frequente demenza senile o morbo di Alzheimer. Jean-Yves Nau Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: Anders Bjorklund, Bjorklund, Lund, Parkinson

Luoghi citati: Italia, Marsiglia, Messico, Parigi, Stoccolma, Svezia