La sciarada viennese cerca il voto-sorpresa di Tito Sansa

La sciarada viennese cerca il voto-sorpresa OSSERVATORIO La sciarada viennese cerca il voto-sorpresa (Tutti contro tutti nelle prime elezioni dell'era Waldheim) L'8 giugno, quando gli austriaci elessero presidente della loro Repubblica l'ex segretario generale delle Nazioni Unite Kurt Waldheim. discusso per il suo passato nazista, il cancelliere socialista Fred Sinowatz si dimise. Per dedicarsi al partito che aveva ricevuto «uno schiaffo') dall'elettorato. Secondo Sinowatz si era trattato di un voto di destra che. rischiava di essere il preludio alla svolta voluta da) partito popolare (democristiano) sostenitore di Waldheim. Qualcuno aveva anche ventilato il pericolo che il nuovo presidente della Repubblica Waldheim, per sfruttare l'onda favorevole del partito popolare, potesse sciogliere il Parlamento e indire elezioni politiche in autunno, con sei mesi di anticipo sulla data preusta per aprile. Ora ci siamo. L'Austria, uscita da poco più di due mesi da una campagna elettorale di un'acrimonia senza precedenti, tornerà alle urne per elezioni politiche anticipate. Non si svolgeranno a ottobre, ma a novembre, il giorno 23. E' l'unica data possibile, dicono a Vienna prima non si può, perché la Costituzione prevede una vacanza parlamentare di due mesi, più tardi neppure, perché è inimmaginabile che i bravi austriaci vengano di stratti dalla politica durante le quattro domeniche di Avvento, o durante le feste di Natale o in gennaio e febbraio, quando le vallate alpine sono paralizzate dal gelo. Sulla data i contendenti una volta tanto, sono d'accordo tutti, socialisti, popolari, liberali, benché non sia ben chiaro come vi si sia ar rivati. ' Il nuovo cancelliere socialista Franz Vranitzky l'ha proposta dopo aver dichiarato «finita» la coalizione di governo con il partito liberale che sabato scorso a Innsbruck, con un colpo di mano, aveva eletto a proprio capo l'esponente dell'ala destra (con simpatie naziste) Jocrg Haider al posto del moderato Norbert Steger, che è vicecancelliere e ministro dell'Industria e Commercio. Da taluni osservatori politici la proposta di Vranitzky stata giudicata un'abile mossa. Hanno detto che il cancelliere ha colto al volo l'occasione offertagli dallo slittamento a destra del piccolo partito per sfruttare la sua attuale popolarità. Nel l'Austria con difficoltà di bi lancio, con la disoccupazione in preoccupante aumento Vranitzky temeva l'aggravarsi della crisi nell'inverno, non voleva presentarsi in primavera a un elettorato scon tento. Ma c'è anche un'altra tesi, quella di un putsch organizzato dall'ala destra del partito liberale con la compiacenza del partito popolare per far saltare il governo di «pie cola coalizione» socialista-li berale. Eleggendo a loro capo il nazionalista di destra Joerg Haider e defenestrando il moderato Norbert Steger, i liberali hanno non solo fatto un cambio di guardia al loro vertice, ma hanno automaticamente sconfessato il vice cancelliere e ministro dell'In dustria, mettendo in crisi il governo. Vranitzky, insomma, sarebbe stato preso in una trappola, ai conservatori r riuscito di ottenere le elezioni anticipate senza che il presidente della Repubblica Kurt. Waldheim dovesse muovere un dito. Martedì 23 settembre il Cancelliere annuncerà al Parlamento austriaco il progetto di indire elezioni anticipate per il 23 novembre. Una maggioranza assoluta dei socialisti, grazie alla quale Bruno Kreisky potè governare come un sovrano per dodici anni, sembra irraggiungibile, secondo i primi sondaggi. Quale governo avrà dunque l'Austria alla fine di novembre? Ammesso che i socialisti di Vranitzky ottengano (come è probabile) la maggioranza relativa, dovrano scegliersi un alleato di coalizione. Esclusi i liberali dopo il vigoroso spostamento a destra di sabato scorso, non rimangono che i democristiani di Alois Mock. Si tornerebbe allora alla «grande coalizione» che governò la Repubblica austriaca per due decenni, dalla fine della guerra al 1966 (con il cancelliere Alfons Gorbach), si tornerebbe alla usanza del dProporz» (la spartizione dei posti in tutti i gradi dell'amministrazione, fino ai più bassi), che paralizzò la vita dell'Austria fino all'avvento di Kreisky. Il presidente della Repubblica Waldheim potrebbe però affidare il cancellierato a un democristiano e questo si potrebbe alleare con i nazionalisti del partito liberale, a loro più vicini che non i «rossi». In tal caso la svolta cominciata con l'elezione di Waldheim, continuata con il «putsch» di sabato scorso, sarebbe compiuta nel giro di soli cinque mesi. Non a caso l'ex cancelliere Bruno Kreisky, aveva consigliato a Vranitzky di temporeggiare, ma non è stato ascoltato. Tito Sansa

Luoghi citati: Austria, Innsbruck, Vienna