Per Napoli nessun accordo
Per Napoli nessun accordo Inutili trattative tra i partiti prima del voto sul bilancio Per Napoli nessun accordo Nemmeno le dimissioni della giunta sono bastate a formare una maggioranza - Ieri è scaduto il termine imposto dal Comitato regionale di controllo - Quasi certo il ricorso alle elezioni anticipate NAPOLI — Oltre dieci ore di estenuanti riunioni, di tentativi di mediazione, di proposte e controproposte non sono servite a ricucire le lacerazioni del pentapartito a Napoli. Dalle 9 di ieri mattina, nella Sala del Baroni del Maschio Angioino, dove hanno luogo le sedute del Consiglio comunale, è accaduto di tutto: consiglieri convocati dai vertici dei rispettivi partiti, tentativi di accordo durante riunioni più o meno segrete, liti consumate davanti ad una tazza di caffè, al banco della bouvette. Tutto per raggranellare 1 41 voti necessari per l'approvazione del bilancio '86, nell'ultimo giorno utile per rispettare il «diktat» del Comitato regionale di controllo. Nonostante la conclamata buona volontà dei partiti — le dichiarazioni di voto si sono protratte fino a notte inoltrata — il Consiglio comunale di Napoli sembra avere imboccato la china dello scioglimento. La giunta minoritaria in carica, guidata dal sindaco socialista Carlo D'Amato e che comprende oltre al psi, la de, il pri e il pli, può contare solo sui 34 voti dei suoi consiglieri. Lo scorso week-end si è consumato nel tentativo di coinvolgere il psdi che, con i suoi cinque voti, avrebbe consentito al primo cittadino di avvicinarsi sensibilmente alla quota di 41 voti. Pur di assicurarsi il consenso dei socialdemocratici, D'Amato era giunto a dimettersi con i suoi assessori. 'Volete il nostro voto sul bilancio? Bene, lo avrete — è stata la risposta del psdi — ma non sottoscri- veremo alcun appello per aggregare altre forze politiche, come chiede il sindaco. Intendiamo rimanere all'opposizione, anche dopo le dimissioni della giunta*. Inutile dunque anche 11 tentativo di raggranellare gli altri due voti necessari per l'approvazione del bilancio. Tanto più che pure la speranza di ottenere l'appoggio dei due consiglieri fuoriusciti dal msl è sfumata: se Salvatore Caruso, uno del due, si è detto disponibile, il secondo, Francesco Vollaro, ha detto di no. Più chiara è la posizione del partito repubblicano. 'Sono settimane che annunciamo di votare a favore del bilancio. Il nostro è un impegno dettato dalla coerenza — ha detto Enzo Mollsso, segretario cittadino del partito — Saremmo stati disponibili anche ad intese più ampie: se non sono state realizzate, non è certo per nostra colpa*. Ma non tutti 1 rappresentanti del quadripartite sono altrettanto disposti a sostenere la sopravvivenza del Consiglio comunale. In casa socialista e democristiana le posizioni sono tutt'àltro che omogenee. Quattro consiglieri socialisti hanno fatto circolare ieri nel tardo pomeriggio un documento in cui si afferma che • la frantumazione del pentapartito, la mancata intesa tra tutte le forze democratiche e gli irrigidimenti e gli errori compiuti anche all'interno della maggioranza, hanno determinato una spregevole conclusione della vita del Consiglio comunale*. La presa di posizione ha provocato l'irritazione degli altri cinque socialisti presenti in Consiglio, 1 quali hanno fatto notare che «il documento non può essere considerato certo la posizione ufficiale del partito*. Critiche e recriminazioni anche in casa democristiana. Formalmente i rappresentanti del partito hanno preannunciato un «voto tecnico» sul bilancio. Ugo Grippo, coordinatore cittadino del partito, deplora 'l'atteggiamento contraddittorio del psi e di quanti votano il documento contabile in giunta per poi disconoscerlo in Constano*. •In realtà nella stessa de esiste un partito dello scioglimento — commenta polemicamente l'assessore democristiano al bilancio Roberto Pepe — questo partito fa capo ai deputati, che agiscono in linea con i vertici nazionali della democrazia cristiana. Noi siamo manovrati come marionette*. f. m. Carlo D'Amato
Persone citate: Carlo D'amato, D'amato, Enzo Mollsso, Francesco Vollaro, Roberto Pepe, Salvatore Caruso, Ugo Grippo
Luoghi citati: Napoli
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