Bianco e nero

Bianco e nero ARTE IN GALLERIA Bianco e nero Bianco e Nero (Piemonte artistico e culturale, via Roma 264). Questa rassegna ideata parecchio tempo fa da un appassionato cultore di grafica qual è rimasto il dr, Arturo Costa e legata ben presto all'attività del primo «Piemonte artistico» presieduto dal comandante Enrico Martini Mauri — segretario Arturo Bottello — si proponeva in modo particolare la valorizzazione delle tecniche incisorie. Fa quindi piacere vederne onorato l'intendimento dalla presenza della splendida acquaforte di Mario Calandri, / granchi, come dalle fini composizioni realizzate da Eandl e da Vincenzo Gatti in tecniche calcografiche sostanzialmente affini, pur essendo poi cosi diverse nei rispettivi registri poetico-visivi. ai quali si accompagnano altre opere apprezzabili per le loro tecniche incisorie. Tra queste la figura di Alessandri e Ossi di seppia di Roberto Bertola, La mela di Gosso. Non mancano presenze che si fanno favorevolmente notare neppure tra disegni e pastelli, fors'anche più duttili ad esempio nella risposta di gusto surreale di Marco Regge come nella vigorosa scansione spaziale della pagina di Tunlnetto o nel naturalismo del gatto della De Agostini. Non si dimentichi tuttavia la portata promozionale dell'iniziativa da ricondursi con ogni impegno all'incisione originale. Incisioni e disegni dal XV al XIX secolo. In attesa di Hokusai, di cui «L'Arte Antica» (via Volta 9) esporrà quanto prima la serie completa, in bianco e nero, delle Cento ve¬ dute del Fu)i, una selezione di disegni e incisioni di Maestri dei secoli passati offre sempre l'occasione di qualche gradito incontro al più alto livello. Dal dinamismo della Caduta di Fetonte di Cambiaso al Santo (che) intercede dinnanzi al Crocefisso per le anime del Purgatorio d'un Magnasco sempre intensamente espressivo, il disegno non manca di soddisfare ogni potenziale collezionista, come possono peraltro fare anche i bulini e le acque forti dei Maestri: da Rembrandt a Cranach e DUrer. Paesaggi e figure. I nomi di H. Maurice Cahours, di Edgardo Corbelli e Faraoni son da tempo di casa nella Galleria di Stefano Pirra (corso Vittorio E.le 82), un po' meno, forse, quello di Giulio Da Milano ma difficilmente si potrebbe vedere altrove meglio rappresentata l'opera loro, con dipinti cui il passare di due o tre decenni e più ha aggiunto una maturazione che in diversi casi qui si è esercitata su opere del miglior impianto. Di Corbelli ricordiamo un vecchio Paesaggio espressionistico del 1950. ma non meno la grande tela del ritratto di Giuliana, dal senso cromatico particolarmente forte e accordatissimo. Di Cahours le acque e la campagna francese, cui s'accostano i patetici fiori di Faraoni. Di Da Milano, con qualche preziosa piccola tempera con 1 ricorrenti motivi delle Odalische e degli Interni con natura morta, non mancano disegni degli Anni 30 con cui il più tardo Doppio ritratto del 1958 ha ancor modo di misurarsi con successo. art. dra.

Luoghi citati: Giuliana, Piemonte