Sul «Gatt» ombre di protezionismo
Sul «Gatt» ombre di protezionismo COMMERCI MONDIALI / Da domani un difficile vertice in Uruguay Sul «Gatt» ombre di protezionismo PUNTA DEL ESTE (Uruguay) — Gli alberghi San Raphael e San Marco, dove si terranno a partire da domani gli incontri del Gatt nel corso del quali si cercherà di gettare le basi per un nuovo giro di negoziati multilaterali, hanno cominciato a popolarsi di delegazioni (quella italiana è guidata dal ministro Formica). L'attenzione di tutti è puntata in questo momento all'incontro preliminare del cosiddetto «Gruppo del 14» che cercherà di definire una strategia comune soprattutto in materia di politica agricola La conferenza si apre senza una intesa preliminare sul temi e le modalità delle trattative; dato che anche nel recente incontro di Sintra in Portogallo sono riemersi i contrasti tra la Cee, gli Usa, il Giappone ed 11 Canada, un gruppo di Paesi che partecipa per il 42% al commercio mondiale. Problema prioritario è il libero commercio. Ad ostacolare gli scambi non sono più tanto i dazi di dogana, ormai ridotti ad un livello medio del 4-8%, quanto le pratiche non tariffarie e gli accordi bilaterali limitativi delle esportazioni, che sono 120 oltre quelli del «multifibre». C'è da aggiungere che il 27% delle importazioni è soggetto a divieti e controlli nei Paesi industrializzati. Sta nel triangolo Cee, Usa, Giappone il baricentro delle trattative; quel Paesi si accusano reciprocamente di dumping o di protezionismo; al Giappone si fa Inoltre carico di un eccessivo surplus commerciale, mentre per gli Stati Uniti gioca la funzione del dollaro, quale volano dell'economia internazionale. In caso di mancato accordo, c'è il rischio di un ritorno al protezionismo Anni Trenta. Partendo da Roma per l'Uruguay il ministro Formica, che guida la delegazione italiana, ha detto Ieri che «la conferenza del Gatt deciderà del futuro del commercio e degli scambi mondiali: ci sono molti problemi da affrontare e purtroppo non tutti i segnali che arrivano sono positivi». Formica ha aggiunto: «In un negoziato che si preannuncia difficile l'Italia sosterrà la necessità di mantenere un sistema aperto, tale da frenare le tendenze protezionistiche. Discuteremo dello scambio di prodotti, badando » che tutti 1 Paesi, specie quelli più poveri, abbiano la loro possibilità reale sui mercati». Il presidente Reagan
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