Una nuova diaspora per la «Harlem» d'Israele

Una nuova diaspora per la «Harlem» d'Israele Gerusalemme vuole espellere una setta di neri americani che sostengono di essere gli unici veri ebrei Una nuova diaspora per la «Harlem» d'Israele NOSTRO SERVIZIO Si definiscono -i veri israeliti, o -i figli dei Profeti». Affermano di essere i discendenti delle tribù d'Israele, confinati in Africa In epoca biblica -a causa dei loro peccati» e più tardi deportati come schiavi In America. «Ebrei negri», insomma, una setta di neri Usa che già da anni cercano di istituire il loro Kingdom of God (Regno di Dio) in Israele, loro presunta patria originarla. Orai la strana comunità, dalle credenze confuse, è minacciata di espulsione dalla Terra Promessa. Il ministro degli Interni d'Israele, l'ortodosso Jitzakh Perez che dà molta importanza alla purezza della fede ebraica, vuole disfarsi ai più presto degli stranieri Indesiderabili A 46 degli ebrei autonominatisi tali sono stati notificati ordini di espulsione e da alcune settimane vengono allontanati dal Paese con l'intervento della polizia. Oli ospiti sgraditi, però, fanno resistenza. -Non abbiamo la minima intensione di farci buttare fuori», after ma il loro capo e portavoce Gherson Parker, un ex auti- sta di pullman di Chicago che nella nuova patria ha assunto il nome di Ben-Aml (figlio del mio popolo) Carter. Il «profeta scelto» Carter considera la popolazione ebraica di Israele, quelli che chiama -ebrei bianchi», usurpatori. Per lui la sua comunità, che conta circa tremila membri, è -il cuore del popolo ebraico». Con citazioni della Bibbia tenta di provare perché i -veri ebrei» sono neri: «Ora Miriam ed Aronne parlavano contro Mose a causa di sua moglie la mora.., per il fatto che awesse preso una mora per moglie» (Numeri. 12:1). Solo la sua comunità avrebbe diritto alla Terra Santa «nei suoi confini biblici», in quanto "Quelli che oggi si autodefiniscono ebrei hanno sottratto identità, Paese, cultura, lingua, storia, ai veri ebrei israeliti*. In modo ancora più aggressivo, e assurdo, uno degli ideologi del Kingdom of God, Schallach Ben-Jehuda scri¬ ve: gli Israeliani bianchi derivano, in realtà, dal popolo tedesco. Hanno «rubato usi e costumi giudaici» e -posto totalmente sotto controllo l'economia tedesca», come Hitler aveva capito molto bene. Sfruttando la -glande menzogna» che 1 nazisti avrebbero ucciso sei milioni di ebrei, hanno fondato lo Stato di Israele. Ora è giunta l'ora di -smascherare questa frottola». Negli ultimi tempi il «messia» Carter ha moderato fortemente il tono: • Vivo qui da lungo tempo, ora vi capisco meglio». Però, a giudizio delle autorità israeliane, -questo culto antisemita, che affonda le sue radici nella criminalità, resta un serio pericolo per il popolo ebraico e per lo Stato» dice un rappresentante del ministero degli Interni. Aggiunge il deputato del Likud Dov Schilanski: -Questi tip. sono peggio della gente dell'Olp». Solo una cosa è strana: che Gerusalemme abbia lasciato a lungo mano libera agli •ebrei neri». La loro immigrazione cominciò già nell'agosto 1969. In quell'anno 1 primi cinque ebrei negri approdarono in Israele, capeggiati da Charles Blackwell, uno del dodici ministri della setta. Nessuno era infastitito dal fatto che si definissero ebrei. Spesso venivano scambiati per falasha, gli israeliti neri dell'Etiopia, e accolti a braccia aperte. A breve termine li segui un gruppo di trenta negri provenienti da Chicago, che avevano trascorso un anno in Liberia ma ne erano stati espulsi. Chiesero asilo nella Terra Promessa, appellandosi alla «legge sul ritorno», secondo cui il Paese è aperto a tutti i veri ebrei. Nel marzo 1970 arrivarono altri 49 ebrei neri, capeggiati da Ben-Aml Carter con le sue tre mogli. La «voce del Signore» gli aveva ordinato di «portene i figli di Qeova nella terra di Dio» sostenne il leader carismatico, uomo piccolo e dalla barbetta ispida, che guida i suoi seguaci con mano di ferro. Carter non si curò del fatto che molti suol discepoli avessero una carriera criminale alle spalle. Le autorità di Gerusalemme avevano tuttavia negato loro, nel frattempo, il riconoscimento come ebrei. Di conseguenza, la suprema Corte confermò che la «legge sul ritorno» non era applicabile nel loro caso. Malgrado ciò gli israeliani permisero -per motivi umanitari» che un numero sempre maggiore di negri giungesse nel Paese con la scusa di riunire le famiglie. -Siamo stati troppo ingenui, ci fidavamo troppo» giudica ora Jitzach Agassi, portavoce del ministero degli Interni di Gerusalemme. Ben presto l'esotica comunità arrivò a contare centinaia di membri, che formavano a Dimona, città in pieno sviluppo nel Sud del Paese, un ghetto nero, vivendo prevalentemente di lavoro clan¬ destino. -Harlem nel deserto», commentavano con rabbia 1 vicini israeliani di fronte all'insediamento dei nuovi immigrati. Negli Usa sono ancora in attesa di poter tornare qui due milioni di ebrei neri, annunciò Carter, il capo della setta, e a domande su che cosa volesse diventare nella nuova patria, rispose, con assoluta fiducia in se stesso: •Primo ministro». Gli israeliani tentarono all'Inizio di integrare questi neri, che rispettano il Sabbath e mangiano general mente Kasher (seguendo cioè le regole rituali). Una commissione d'inchiesta consigliò ■di costruire loro un villaggio autonomo nel deserto del Negev.'A un patto: la setta doveva rinunciare a far'venire altri fedeli In fin dei conti, -uno Stato ebraico dovrebbe mostrare verso le minoranze una sensibilità maggiore rispetto ad altri Paesi». Ma ora con quel progetto si è chiuso. Visto che la comu¬ nità nera nello Stato di Israele resta una comunità di accaniti disturbatori, gli immigrati illegali devono essere rispediti indietro negli Usa. Questo, però, non è affatto semplice. La maggior porte degli immigrati negri hanno rinunciato da lungo tempo alla nazionalità, altri hanno consegnato 1 passaporti al «messia» Carter, che li tiene sotto chiave. Le autorità Incontrano difficoltà non indifferenti nell'identlflcare i membri del gruppo, che hanno assunto nomi ebraici ricavati dalla Bibbia. La setta non ha fatto neppure registrare morti o nascite. Molti fedeli non vogliono inoltre tornare negli Stati Uniti perché sono ricercati dalla Giustizia. il tentativo di Carter d'impedire l'espulsione in programma è fallito. La minacciata «marcia della fame» da Dimona a Gerusalemme non ha avuto luogo. E le voci secondo sul la setta preparava un suicidio collettivo, come quello della «setta del tempio del popolo» a Jonestown in Ouyana, nel 1978, si sono rivelate infondate. Anche gli sforzi degli «ebrei israeliti» con appelli alla Croce Rossa e ai deputati negri del Congresso Usa per mobilitare l'opinione pubblica a sostegno della loro «lotta per la sopravvivenza» sono naufragati In realtà qualche tempo fa una delegazione di uomini di colore americani con Incarichi di prestigio si recò in Israele per adoperarsi a favore dei fratelli neri. Il loro portavoce Rustln Bayard mostrò alla fine comprensione verso le preoccupazioni di Gerusalemme: -Ogni Stato ha il diritto di determinare il carattere della popolazione». Nonostante tutto, ci vorrà del tempo perché l'ultimo ebreo nero lasci Israele. Dal momento che i voli diretti della FA Al per New York sono prenotati con largo anticipo, solo pochi fedeli della setta possono essere trasferiti settimanalmente negli Usa, sotto la sorveglianza della polizia. Copyright «De? Spi egei» e per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: Agassi, Charles Blackwell, Gherson Parker, Hitler, Kasher, Perez, Profeti, Rustln Bayard, Sabbath