Petroli: i Tovo sotto processo

Petroli* i Tovo Botto processo Padre e figlio a giudizio Petroli* i Tovo Botto processo Imputati anche sei autisti e sei industriali Adelio e Mario Tovo. padre e figlio, titolari dell'omonima impresa di prodotti petroliferi, dovranno rispondere in tribunale di associazione per delinquere allo scopo di commettere frodi, di frode in commercio e violazione della legge tributaria (pare per 50 milioni). Con i due imprenditori sono stati rinviati a giudizio, per gli stessi reati, dal giudice Istruttore dott. Cuva, la segretaria contabile Angela Mangano, 6 autisti della ditta Tovo e 6 Industriali del Nord Italia. In. tribunale ci sarà anche Lucia Anselmi, moglie ora separata di Mario Tovo, che risponde però di furto e dei reati attinenti all' interferenza» nella sfera privata del marito. E' una storia che nasce da un violento contrasto tra 1 coniugi Tovo quando 11 loro matrimonio, nell'82. va in crisi. Spiega Mario Tovo: «£' stata una separazione agitata. Mia moglie pretendeva un miliardo, l'intestazione di tutti i beni comprati durante il matrimonio, azioni della società e 6 milioni al mese. Non potevo accettare. Lei allora mi ha minacciato: "Sé non paghi, ti denuncio". Io ho segnalato alla magistratura il tentativo d'estorsione fla donna è stata prosciolta)». Lucia Anselmi, come aveva minacciato, presentò la denuncia alla Procura contro 11 marito e parti l'inchiesta. Nell'esposto la donna spiegò al giudice che alla Tovo, speculando sul peso, si truffavano clienti ed Erario. E, a conforto delle sue accuse, avrebbe consegnato alcuni nastri e vari documenti. La Anselmi aveva fatto impiantare una vera centrale d'ascolto nella sua abitazione, proprio sopra gli uffici della ditta. Microfoni ben nascosti dietro un quadro e un mobile, trasmettevano nell'alloggio di sopra tutto quello che avveniva alla Toyo. Lucia Anselmi avrebbe poi consegnato al giudice vari documenti raccattati nel sacco dell'immondizia o rubati negli uffici della Tovo La frode si basava su un gioco piuttosto complicato di fogli che passavano tra le mani degli autisti, tanto che il giudice ha dovuto disporre una pe'rizia per venirne a capo. Gli autisti sono Adolfo Peana, Andrea Sdutta, Francesco Bruno, Giuseppe Giribaldi, Luigi Mazza e Pietro Sartore. Sei sono anche gli industriali che avrebbero dato una -copertura» all'attività della Tovo: Sante Renzi e Pasquale Ciccognani di Milano, Umberto Orzincolo di La Spezia, Vittorio Furgeri di Bra, Gino Alberigi di Piacenza e Renato Campo che risiede a Montecarlo. Mario Tovo, difeso dall'avv. Vittorio Chiusano, ha replicato: «E' vero che gli autisti avevano due fogli di rimessa, ma il motivo è semplice. Uno, quello giusto, era per il cliente; l'altro con cifra inferiore al vero serviva per il vigile se ti fermava. Si evitava così la multa per il sovraccarico'.

Luoghi citati: Bra, La Spezia, Milano, Montecarlo, Nord Italia, Piacenza