Napoli, aperta la crisi al buio

Napoli, aperta la crisi al buio Le dimissioni a tre giorni dal termine di approvazione del bilancio Napoli, aperta la crisi al buio La decisione della giunta per favorire il reinserimento del psdi nella maggioranza NAPOLI — La terza * giunta D'Amato» è durata esattamente due mesi: costituita il 10 luglio scorso con il solo compito di predisporre il bilancio di previsione, l'amministrazione comunale napoletana si è dimessa ieri sera, dopo una breve seduta a Palazzo San Giacomo. Un'ennesima giornata di consultazioni ed incontri è valsa a modificare anche l'atteggiamento del sindaco socialista, che fino a poche ore prima aveva ribadito il rifiuto di una crisi «al buio». Paradossalmente, le dimissioni potrebbero anche rafforzare l'ipotesi di un nuovo pentapartito: il psdi, che prima dell'estate era uscito dalla giunta accentuando in qualche modo la crisi, aveva posto l'azzeramento delle posizioni come condizione per qualsiasi trattativa.. Ieri mattina i rappresentanti di de, psi, pri e pli si erano nuovamente incontrati coi socialdemocratici nel tentativo di ricostituire un fronte comune. Sui risultati dell'incontro si conosce al momento solo la versione del psdi. il quale afferma di essere animato da «senso di responsabilità». La situazione, si legge in un comunicato, richiedeva «atti politici sostanziali»: adesso le dimissioni della giunta ren¬ dono possibile quanto anche il psdi sollecitava, cioè un «appello istituzionale» che consenta non solo di approvare il bilancio, ma anche di sperimentare nuove alleanze per dare finalmente a Napoli un governo stabile. La seduta di Consiglio fissata per oggi assume dunque il valore di prima, importante verifica. Il tema delle dimissioni evidentemente prevarrà su tutti gli altri argomenti all'ordine del giorno (bilancio compreso): in qualche modo. Inatto sostanziale» compiuto ieri dai componenti la giunta dovrebbe aver riavvicinato le posizioni dei partiti che hanno governato Napoli negli ultimi tre anni. E se neppure i voti del psdi consentono di ottenere una maggioranza (i cinque partiti, tutti assieme, possono contare su 39 degli 80 consiglieri) è ancora possibile che le trattative di questi giorni abbiano assicurato alla coalizione anche l'appog¬ gio di qualche componente altri gruppi. Il partito comunista, sempre ieri mattina, aveva ribadito in una conferenza stampa i motivi del secco «no- che si appresta ad esprimere. In apparenza, dunque, se si vogliono evitare lo scioglimento e le elezioni anticipate, restano solo due vie: un improbabile accordo a sei. o un imbarazzante ricorso a voti che l'opposizione definisce -in vendita». S-z-

Persone citate: D'amato

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