Cani e gatti, l'altro shopping di Mosca

Cani e gatti, l'altro shopping di Mosca Mercato all'aperto per gli animali: dai pesciolini a levrieri che valgono due stipendi Cani e gatti, l'altro shopping di Mosca Anche lo Stato offre cuccioli: prezzi buoni, ma scelta ridotta - Ogni weekend, una ressa da far rimpiangere le normali code DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Arrida da un villaggio, nella campagna di Mosca. Non è la prima volta: al vecchio mercato della via Kolitnikopskaia, l'inverno scorso ha già venduto qualche cucciolo di balonka, uno dei cani più diffusi, qui: un animale bianco, piccolo e mite, che si vuole selezionato dalla grande Caterina per intrattenere la corte, ma che è diventato la compagnia prediletta di pensionati e babushke, nei cortili e nei piccoli giardini sparsi ovunaue a Mosca. Questa volta, la contadina grassa e forte, vestita di un abito informe, ha portato quattro gattini nati poche settimane fa. Li tiene in una cesta di betulla, coperti da un feltro grigio: ma uno lo alza fino agli occhi, lo mostra a chi passa. «Sua madre è u n'acchiappa topi diplomata», dice ridendo; e, come in una filastrocca per bambini: «Provate a fargli una carezza, sentite che pelo morbido e lustro, provate a sfregargli il pelo, sentite che piacere», ripete. Per ogni gatto chiede dieci rubli, che al cambio equivalgono a poco più di ventimila lire: ma che sono parecchi, per uno stipendio di centonovanta rubli il mese. Intorno a lei si accende presto una discussione fitta; una contrattazione che finisce per accalorare tutti, la contadina e gli acquirenti potenziali, padre e figlia arrivati dall'altro capo di Mosca. E' così dovunque, al vecchio mercato che tutti conoscono co;ne ptlci rinok, il «mercato degli uccelli*; ma che in realtà raccoglie cani e gatti, conigli e pesci rari, cocorite e piccioni. Una festa popolare, una fiera rumorosa e un poco triste che esplode ogni fine settimana, il sabato e la domenica, estate e inverno; che attira migliaia di persone, ogni volta; che vanta un giro d'affari consìstente (in mano ai privati, ma perfettamente legittimo, come quello dei mercati kolkosiani) e trasforma un isolato di questo rione industriale, nella zona Est di Mosca, in uno dei luoghi più caratteristici e asiatici della capitale. Fin dall'esterno: c'è subito, avvicinandosi alle cancellate, una cantilena, un cadenzato mormorio di offerte. Chi è venuto senza licenza, nasconde il cane, o il gatto, nel risvolto della giacca: lo mostra quando capisce che non ci sono rischi. Sembra una vendita di contrabbando, nei vicoli di Napoli: in realtà, è soprattutto una sceneggiata popolare; perché nessuno disturba i venditori, neanche qui. Per entrare, si deve fare a gomitate: molto più che nelle file per i rifornimenti alimentari; molto più che in ogni altra occasione di ac¬ quisto. La via è obbligata, ci si fa largo attraverso due ali di uomini e ragazzi che offrono pesci colorati, brillanti, luminosi: quasi tutti in piccoli barattoli che ospitarono, un tempo, cetrioli o marmellate. Con due rubli se ne possono avere tre o quattro, a seconda delle dimensioni e della -rarità; per quelli più grandi, si arriva a cinque, sei, anche sette rubli. E' come una processione ininterrotta, fermarsi è difficile; si è presto guidati verso il capannone dove a vendere è lo Stato fa prezzi inferiori, ma l'offerta è scarsa) e poi verso il piazzale dei cani. Ci sono i balonka, naturalmente, ma anche pastori tedeschi, alani, levrieri: molti sono con i genitori, animali con petto e zampe anteriori coperti delle medaglie conquistate in qualche concorso, uno delle centinaia che vengono organizzati nell'Urss. Sono i più preziosi: fino a tre, quattrocento rubli e più. Molti hanno alle spalle collage di foto: la storia dei genitori raccontata cosi, l'immagine di quello che i piccoli potranno diventare. E' l'altro volto dello ptici rinok: l'esibizione di pregiatissimi simboli di status. Molto costosi e motto •ricercati, capaci di suscitare ammirazioni e invidie; di alimentare sogni giovanili e ambizioni più adulte. L'aspetto più vero del rinok tuttavia è altrove: nei contadini che vendono pesci e piccioni da pochi rubli, o nei pescatori che acquistano per qualche copeco al sacchetto motil, le larve di zanzare; o, soprattutto, nelle donne che arrivano dalla provincia per vendere gattini randagi: segni di una società che, certo, ama più di altre gli animali; ma che, anche, non può permettersi di buttar via nulla. e. n.

Persone citate: Cani

Luoghi citati: Mosca, Napoli, Urss