Palermo verso il fallimento

Palermo verso il fallimento L'istanza è stata presentata da un gruppo di creditori Palermo verso il fallimento Il tribunale prenderà in esame tutti i conti - In caso di irregolarità interverrà la procura - Già aperte due inchieste sulla società rosanero - Contributi pubblici sarebbero stati impiegati per il totonero PALERMO — Un gruppo di creditori della Palermo calcio ha presentato in tribunale istanza di fallimento della società. Il giudice delegato, Giuseppe di Cola, ha fissato la prima udienza preliminare, ma la data non è stata resa nota. La procedura prevede che prima di pronunciarsi il magistrato prenda in esame il piano di ammortamento dei debiti che la società, secondo indiscrezioni, non avrebbe ancora presentato. Nel caso in cui si arrivasse al fallimento del Palermo, gli atti saranno trasmessi alla procura della Repubblica che sul conto della società rosanero ha in corso altre due inchieste. In una si ipotizza fra l'altro il reato di falso in bilancio a carico dei dirigenti, riscontrato dalla Guardia di Finanza in seguito ad una verifica fiscale. L'altra inchiesta prende in esame un capitolo dello scandalo del calcioscommesse. Il presidente del Palermo l'avvocato Salvatore Matta e altre dieci persone sono stati incriminati, Attraverso una serie di intercettazioni telefoniche ed una lunga indagine svolta dal commissario Giuseppe Montana, poi ucciso dalla mafia, è stato accertato che nel campionato 1983-84 concluso con la retrocessione del Palermo in serie CI furono truccate diverse partite. Il rapporto del commissario Montana ha messo a fuoco soprattutto il ruolo dell' avvocato Matta, indicato come il «cervello» delle operazioni: sarebbe stato il presidente del Palermo ad «impartire direttive e disporre del denaro» necessario per falsare i risultati. Le somme provenivano in parte «dal calderone costituito dalle scommesse clandestine» e in parte dalle risorse della società. Secondo le conclusioni del dottor Montana, le cifre impiegate per corrompere i giocatori avrebbero avuto quindi un'origine illecita oppure sarebbero state prelevate dalla massa del contributi pubblici concessi alla società. L'inchiesta, partita lo scorso mese di maggio, è ancora in corso. Lunedi 1 sostituti procuratori Alberto Di Pisa e Agata Consoli riprenderanno gli interrogatori di imputati e testimoni. Matta, incriminato a piede libero, è stato già sentito. DAL NOSTRO INVIATO PALERMO — I tifosi palermitani aspettano i fatti da Roma, dopo il colloquio che 11 sindaco Leoluca Orlando ha avuto con Franco Carraro, commissario straordinario della Federcalcio e presidente del Coni. Sulle strade è tornata la calma, i giovani hanno messo via fischietti e petardi e attendono fiduciosi. Non sanno ancora che le condizioni poste dal Coni perché la squadra possa iscriversi alla C2 sono molto onerose. E soprattutto che dopo l'Istanza di fallimento, presentata ieri nel tardo pomeriggio, diventa quasi impossibile ogni iniziativa di risanamento. Nella ignoranza della situazione che si è venuta a creare, ieri sono continuate le polemiche, c'è chi pensa che la fine del Palermo sia stata decisa da una volontà politica. Un'accusa ventilata anche ieri mattina nella sede dell'Associazione industriali durante una breve, ma chiassosa conferenza stampa. C'era il presidente degli industriali Salvino Lagumina, il vicepresidente della Lega cooperative Pippo Li Greci, il sindaco Orlando e il ministro per le Regioni Carlo Vizzini. Erano tutti molto stanchi, la tensio¬ ne di questi giorni infuocati ha lasciato il segno. Perché si è parlato proprio nella sede degli industriali? Perché sono la forza economica che in questo frangente ha garantito presso la Lega calcistica la solvibilità finanziaria della squadra. Ma sembra che questa garanzia non sia bastata alla Lega e gli industriali sono offesi. Ed è un'occasione per far sapere a tutti che sono la parte sana della città «e quando ci è arrivato l'appello per salvare il Palermo, tutte le associazioni hanno contribuito in questo sforzo- dice Lagumina alzando la voce. E aggiunge che quello della Lega è stato uno schiaffo che ha mortificato tutti, la città intera e che nessuno meritava. Però non è stato contento del colloquio con Carraro: «Ci ha solo garantito che sta sperimentando diverse soluzioni per non escludere il Palermo Calcio, ma di quali soluzioni si tratta, non lo sappiamo-. «E dal canto nostro abbiamo la certezza di avere tutte le carte in regola per essere inseriti nella B — gli fa coro Li Greci — si tratta solo di esaminare serenamente gli antefatti della vicenda, ricordare le cose che si sono dette e promesse, sfogliare i documenti che abbiamo in mano-. E sempre Li Greci ha voluto fare una breve storia della società calcistica -tanto per chiarire le idee». Ha ricordato che la squadra è venuta a trovarsi in queste condizioni perché affogata dai debiti ed era necessario salvarla. Ecco che le forze politiche e amministrative si sono fatte avanti e hanno lanciato un appello agli industriali chiedendo la loro collaborazione. Tutti hanno aderito, anche i più piccoli imprenditori. In pochissimo tempo è stato messo assieme un miliardo e mezzo, tanto bastava per l'iscrizione della squadra nel campionato. I documenti sono partiti per Milano al Consiglio della Lega e anche un telex con la garanzia che i 1500 milioni erano disponibili presso la Cassa di Risparmio e che di li a poco sarebbero stati versati alla Lega sotto forma di fideiussione. Ma qui la vicenda si tinge di giallo: il telex si è perso da qualche parte («E' molto strano- commenta qualcuno in sala) e quando il prezioso documento è stato trovato non c'era più niente da fare, il Palermo era uscito di scena. Aldo Popaiz

Luoghi citati: Milano, Palermo, Roma