Cile, mugugno nelle caserme

Cile, mugugno héllè caserme Il comando della regione militare di Punta Arenas critica Tassassimo del gioimHsta*~Violenze ai funerali Cile, mugugno héllè caserme La Chiesa chiede notizie degli ultimi scomparsi - Pinochet rinuncia al referendum SANTIAGO — Il comando della quinta regione dell' esercito cileno, il cui quartier generale si trova a Punta Arenas (estremo Sud del Paese), ha condannato ieri duramente il rapimento e 1' uccisione, ad opera di sconosciuti, di un giornalista vicino all'opposizione cilena, il direttore del settimanale Analisis José Carrasco, assassinato con 13 colpi di pistola alla testa, chiedendo che la giustizia applichi 'tutto il rigore della legge» per punire i responsabili. Dalla proclamazione dello stato d'assedio, domenica sera, per la prima volta ufficiali superiori condannano l'omicidio di un oppositore da parte di commando civili, che stanno facendo rinascere tra la popolazione la psicosi degli «squadroni della morte». Tre oppositori prelevati lunedi scorso nelle loro abitazioni erano stati trovati uccisi il giorno dopo. Anche i familiari del segretario della Federazione studentesca dell'Università, del Cile, José Parraguez, hanno denunciato ieri la sua scomparsa: da mercoledì scorso sono 52 le denunce di sparizioni presentate ai tribunali del Paese. La polizia è intervenuta con bombe lacrimogene e idranti per disperdere a Santiago una folla di circa mille persone che si erano riunite davanti alla sede del periodico Analisis per tributare l'estremo omaggio al giornalista. La gente si è poi riunita nuovamente al cimitero per presenziare alla tumulazione. Il regime ha ordinato l'arresto di decine di altri reporter, molti dei quali si sono resi irreperibili e vivono temporaneamente in clandestinità. Pinochet tace. Nel discorso per il tredicesimo anniversario del golpe aveva promesso nuove leggi contro la «sovversione comunista» da sottoporre a referendum popolare. Sembrava volesse farlo a tempi brevi, sfruttando lo choc dell'attentato, ma ieri si è appreso che non convo¬ cherà più gli elettori. Questo, almeno, quanto ha detto il comandante in capo delle Forze Annate, arnmiraglio José Toribio Merino. Il generale intende comunque mantenere i massimi poteri «/ino a che Dio lo permetterà». Secondo gli osservatori, Pinochet potrebbe aver deciso di rinviare una nuova legislazione repressiva «ufficiale» che gli attirerebbe nuove critiche, affidandosi invece all'azione, piti o meno discreta, di «squadroni» e servizi segreti. Malgrado la capitale sia pattugliata dalle forze dell'ordine, e l'altra notte sia stato decretato il coprifuoco parziale, i guerriglieri si sono rifatti vivi facendo esplodere due bombe in un sobborgo. Gli ordigni sono scoppiati senza provocare gravi danni nei pressi di due edifici municipali. La Chiesa cattolica ha chiesto al governo chiarimenti in merito ai sequestri di persona avvenuti negli ultimi gior¬ ni, invitando le autorità a dare prova di moderazione nell'applicazione dello stato di assedio. Sotto le pressioni interne e dellopinione pubblica internazionale il regime si è deciso a fornire un primo bilancio (che si sospetta fortemente incompleto) delle retate degli ultimi giorni: secondo le autorità, quattro persone sono rimaste uccise e 44 sono attualmente detenute, a disposizione del ministero dell'Interno. Le motivazioni dell'arresto parlano del «loro evidente legame con azioni di violenza e di sovversione dell'ordine pubblico. Le hanno promosse, giustificate o ne hanno creato le condizioni del loro sviluppo». Sono finiti in carcere, tra gli altri, il dirigente socialista Ricardo Lagos, i dirigenti del «movimento democratico popolare» German Correa, Rafael Maroto e Pascual Barraza, i sacerdoti francesi Pierre Dubois, Patrick Carruete e. Jaime Lancelot (espulsi) e due donne. Santiago. Due donne piangono dopo aver sentito alla radio che tre sacerdoti cartolici francesi del loro quartiere, La Victoria, uno dei più poveri della capitale, sono stati arrestati e verranno espulsi (Ap)

Luoghi citati: Cile, Santiago