Perchè fu ribadito l'ergastolo ai «dissociati» di Prima linea

Bemkéiu ribadite itengastaio I «dissociati» di Prima linea I giudici: «La clemenza dello Stato si manifesti con una legge» Bemkéiu ribadite itengastaio I «dissociati» di Prima linea A quattro mesi dalla sentenza sui terroristi di Prima linea, i giudici della corte d'assise d'appello hanno depositato le motivazioni di quel verdetto che, allora, provocò anche qualche polemica. In 1500 pagine, raccolte in 4 volumi, il presidente Ugo Jannibelli ha spiegato, soprattutto, perché non vennero accolte le richieste della pubblica accusa. Il pg Vincenzo Pochettino. a sorpresa, aveva proposto di annullare tutti i nove ergastoli inflitti in primo grado e commutarli in 30 anni di reclusione. Il 10 maggio la corte confermò, invece, il carcere a vita anche a chi aveva dichiarato il «ripudio, della lotta armata: Maurice Bignami. Sergio Segio, Susanna Ronconi. Bruno Laronga, Silveria Russo e Roberto Rosso. Lo spettro dell'ergastolo venne allontanato soltanto per Francesco D'Ursl (30 anni di reclusione). Liviana Tosi (29 anni) e soprattutto per Diego Forastieri, passato dalla massima pena a 4 anni (fu assolto dall'omicidio del giudice milanese Alessandrini). iteti 1111 in 11 II 11 111 I il I ! 11 i Xtl 1111 11 > Il 1 ■ 111111 11 ■ ! I ■< 1111 D'Ursi, imputato di ben 187 episodi criminali, beneficiò delle attenuanti generiche per il ruolo di secondo piano nell'omicidio del barista Carmine Civitate (aveva fornito ai compagni i motorini per scappare, n.d.r.). Nelle gabbie, alle Vallette, c'erano 104 detenuti, l'ultima generazione di Prima linea. C'erano soprattutto gli ex irriducibili, quel manipolo di disperati a cui è mancato il senso della realtà, per capire che non bastava uccidere una decina di persone per scardinare la democrazia. Erano loro i responsabili dei crimini della banda dal '77 all'80: un triennio scandito da rapine, ferimenti, attentati e d* otte omicidi. Spiegano i giudici nelle motivazioni: -E' auspicabile che lo Stato dia una mano ai dissociati, ma questo deve avvenire con una legge. Altrimenti si rischierebbe di contrapporre alla tanto criticata legislazione d'emergenza un'altrettanto criticabile giurisdizione d'emergenza-. E ancora: «La dissociazione non può essere intesa soltanto come ripudio della lotta armata, ma anche come desiderio di riscatto per gli errori del passato e adesione ad una politica di rispetto della vita umana-. La corte d'assise, come si legge in un altro passo della sentenza, ha voluto evitare che -ad uno sconto di pena in questo processo si aggiunga un'ulteriore riduzione dall'annunciato provvedimento legislativo sulla dissociazio-