Grand Prix fra festa e dollari di Giorgio Barberis

Grand Prix fra festa e dollari Grand Prix fra festa e dollari Circa un miliardo in palio - Vigilia polemica (febbre o voglia di soldi?) attorno ad Aouita, il più atteso - Cova caviglia bloccata, Mei in pista DAL NOSTRO INVIATO ROMA — Doppia festa questa sera all'Olimpico, prima per celebrare i nove azzurri che a Stoccarda sono saliti sul podio degli Europei, quindi per l'assegnazione dei molti dollari (763 mila, cioè oltre un miliardo di lire) che la Mobil OH ha stanziato per il Grand Prix, all'epilogo dopo quindici tappe che hanno fatto selezione tra i molti partecipanti. Adesso sono rimasti i migliori a contendersi i soldoni dèlia vittoria assoluta (35 milioni) e delle singole specialità (14 milioni). I due vincitori assoluti di un anno fa, Doug Padilla e Mary Decker-Slaney, questa volta non ci sono. Entrambi hanno scelto una stagione di rifiato, specie la Decker che già pensa ai Mondiali del prossimo anno. Ma sono assenze che pesano relativamente, in quanto sulla rampa di lancio per succedere loro compaiono nomi come Aouita, Harris, Howard, Syedykh tra gli uomini; Donkova, Puica, Ashford e Whitbread tra le donne. Ammesso che si possa parlare di meriti, certo chi ambisce più legittimamente alla vittoria maschile è il marocchino Said Aouita, bloccato da un infortunio lo scorso anno proprio alla vigilia della finalissima che avrebbe potuto consacrare la sua eccellente stagione. Quest'anno Aouita si è ripetuto, in più svariando dai 1500 ai 5000 attraverso tutte le distanze intermedie che gli sono capitate. Nonostante ieri accusasse un attacco influenzale, stasera correrà i 5000, dove il campo dei partenti è accreditato di tutti i migliori corridori espressi da questa stagione. Cosa che, però, per lui fa poca differenza perché abituato ad imporre ritmi tali alle gare cui partecipa, si da stroncare ogni velleità altrui. La notizia (data dal suo manager Dionisi) che Aouita, arrivato in serata, fosse febbricitante, naturalmente ha dato campo alle supposizioni, spesso antipatiche come accade in questi casi. Chi avanzava l'ipotesi che il marocchino in realtà battesse cassa per un ingaggio supplementare, chi diceva che non gli stesse bene la presenza di Panetto come eventuale «lepre., visto che il compagno di squadra di Cova avrebbe poco interesse a dettare una gara di cui Mei potrebbe approfittare per strappare al suo «capitano, il record nazionale. Gareggiando Aouita chiuderà le polemiche, perché, anche dovesse sfuggirgli la vittoria assoluta, incasserà sempre un bel gruzzolo. I dollaroni sono, d'altronde, la formula vincente di questa manifestazione di cui Primo Nebiolo, presidente della federazione internazionale, va giustamente fiero, confortato dalle cifre che dicono come il Grand Prix sia decollato anche all'Est. «Quest'anno il Grand Prix — ripeteva ieri Nebiolo — ha fatto tappa, tra l'altro, a Bratislava, Dresda, Mosca e Budapest. Un altr'anno lo vuole anche Sofia. I Paesi orientali hanno scoperto quale veicolo pubblicitario può rappresentare e vogliono approfittarne. Cosi aumenterà il numero delle prove, nel 1987 se ne disputeranno almeno un paio in più». Si diceva dei 5000 che dovrebbero rappresentare il clou di una serata di grande atletica. Oltre ad Aouita saranno al via il belga Rousseau, lo svizzero Deleze. gli statunitensi Maree e Nenow, il portoghese Leitao, lo spagnolo Gonzales, i kenyani Waigwa e Kipkoech, oltre naturalmente agli azzurri Mei, Antibo e Panetto.. Manca purtroppo Alberto Cova, al quale è stata immobilizzata la caviglia sinistra con una doccia gessata che dovrà portare per venti giorni. Chi dubitava che a Stoccarda avesse accampato scuse per non aver vinto è servito. Altra gara che promette scintille è quella del salto in alto con Paklin uomo da battere in un lotto di concorrenti nel quale chi è peggio accreditato in questa stagione è il tedesco occidentale Thraenhardt con 2,31. Poi c'è il martello con Syedykh in gran forma (e se dovesse ritoccare il mondiale stabilito a Stoccarda ipotecherebbe il successo nel Grand Prix). Il peso propone la rivincita tra Guenthor, Timmermann, Beyer e Andrei finiti nell'ordine ai campionati continentali. E ancora c'è lo sprint con il fantastico Ben Johnson che misurerà un'altra volta i vari Imoh, Smith, Christie. Tra le donne tre gare soprattutto: i 100 hs della Donkova che appena tre giorni fa ha ulteriormente ritoccato il suo primato del mondo; i 200 nei quali Evelyn Ashford, caricata dai successi contro la Drechsler (a Bruxelles) e la Goehr (a Rieti) lotterà soprattutto contro il cronometro perché aggiungendo alla vittoria un eventuale primato avrebbe buone probabilità di aggiudicarsi il Grand Prix. Ed è un discorso questo che vale anche per la Whitbread, giavellottista britannica di nascita cipriota, che tuttavia avrà anche una temibilissima rivale in gara nella Felke, da lei detronizzata a Stoccarda. Giorgio Barberis ATLETICA All'Olimpico tanti assi ed entusiasmo per i «reduci» degli europei