Scorciatoie impossibili di Gianfranco Piazzesi
Scorciatoie impossibili Scorciatoie impossibili La ripresa del terrorismo arubo ha giustamente ridestato l'attenzione su un fenomeno così angoscioso e che ci riguarda tanto da vicino. Per fortuna dentro il governo non sono ancora emersi i due indirizzi di politica estera di cui Andreotti e Spadolini sono autorevoli rappresentanti, ma sui giornali la prudenza è stata minore e le prese di posizione hanno prevalso .sulle analisi e i ragionamenti. Invece siamo dinanzi a una questione molto grave e perciò complessa. Una questione che va esaminata con cura. Astraendo dalle recriminazioni e dalle invettive, tre sono i punti sui quali un po' tutti sembrano d'accordo. 1) E' molto difficile individuare gli autori e i mandanti degli ultimi attentati. La proliferazione dei gruppuscoli eversivi rende proibitive le ricerche. 2) Si sa benissimo quali sono gli Stati sovrani che tengono in funzione, nei loro territori, campi di addestramento per i terroristi palestinesi. Anche prima si sapeva che la Libia, insieme all'Iran e alla Siria, era uno dei Paesi più compromessi, ma alcune frasi pronunciate da Gheddafi alla vigilia del massacro di Karachi hanno tolto ogni dubbio. 3) Gli attentati sono ricominciati appena è ripreso il dialogo tra i Paesi arabi moderati e Israele. Su questi tre punti, quale atteggiamento deve prendere il governo italiano? Giulio Andreotti ha detto ai colleghi della Cee che «l'Europa non deve condannare né assolvere nessuno, ma deve andare a fondo alla ricerca delle responsabilità». Sono parole in linea non solo con la politica estera nazionale, ma anche con l'atteggiamento che i nostri governi hanno sempre tenuto nei confronti del terrorismo. Va infatti ricordato che la lotta ai gruppi eversivi, non da oggi c non soltanto nel Mediterraneo, è stata sempre condotta con due diversi criteri. Alcuni Paesi si sono preoccupati di rispettare sempre la legge, e hanno colpito i responsab.'i soltanto quando sussistevano precisi indizi contro di loro. Altri invece hanno sostenuto e applicato la teoria secondo la quale la sovversione poteva essere eliminala solo se i clandestini perdevano l'aiuto e la copertura dei favoreggiatori. Si diceva: prima di eliminare un focolaio di infezione va prosciugato il brodo di coltura. L'Italia è uno dei pochi Paesi che sono riusciti a debellare un terrorismo esteso e diffuso nel pieno rispetto delle regole democratiche. In Argentina e in Uruguay sono spariti i brodi di coltura, ma sono incominciati i desapareci dos. Veniamo al secondo punto. Al. jni hanno interpretato le parole di Andreotti come un espediente per dissociarsi in anticipo da ogni eventuale rappresaglia americana o israeliana contro i protettori dei terroristi e i mandanti della strage. Non sappiamo fino a qual punto siano esatte queste supposizioni; in ogni caso, il problema andrebbe diversamente impostato. Le ragioni di Israele e degli Stati Uniti vanno capite. Fino a quando il govèrno di Tel Aviv dovrà affrontare la «guerra strisciante» che gii estremisti arabi conducono fuori e dentro i suoi confini, nessuno lo potrà convincere a rinunciare all'arma della ritorsione. Fino a quando, non solo i «cani sciolti» del terrorismo, ma alcuni Stati sovrani, sosterranno che gli Stati Uniti sono i primi responsabili di tutte le sofferenze del popolo palestinese, e incoraggeranno la guerra strisciante anche contro l'America, sarà sempre difficile impedire ai governi di Washington di far finta di niente. Se Gheddafi si vanta pubblicamente di «formare forze inter¬ nazionali per attizzare il fuoco sotto i piedi dell'America», perché inai gli americani non dovrebbero cautelarsi? I «santuari» pongono problemi complessi, di ordine militare e politico. Ammesso (e non concesso) che Andreotti voglia eluderli, il mostro ministro sbaglia. Ma sono in errore anche coloro che pretenderebbero un preventivo e totale allineamento dell'Italia sulle posizioni degli Stati Uniti e di Israele. Visto che le rappresaglie sarebbero condotte alla porta di casa, bisogna vederci chiaro. A nostro parere il governo italiano ha il diritto di ricevere dagli americani preventive e complete informazioni sui loro propositi, la facoltà di accettare o rifiutare un possibile coinvolgimento, il dovere di fornire alla pubblica opinione esaurienti informazioni e spiegazioni sul suo comportamento, quale esso sia stato. Sul terzo punto, l'accordo non dovrebbe essere difficile. Nel Mediterraneo la pace può tornare solo grazie a una intesa tra gli arabi moderati e Tel Aviv. Come purtroppo è evidente, il cammino verso la pace è cosparso di bombe, ma questo non è motivo sufficiente per tornare indietro. Gianfranco Piazzesi
Persone citate: Andreotti, Gheddafi, Giulio Andreotti, Spadolini
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