Sdi, accordo fatto

Sdi, accordo fatto Concluse le trattative Italia-Usa sullo scudo stellare Sdi, accordo fatto Previste commesse alla nostra industria per 14 mila miliardi - L'intesa segue quelle già realizzate con Germania Federale e Inghilterra - Braccio di ferro in Francia DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — La trattativa tecnica fra l'Italia e gli Stati Uniti per il programma Sdi (l'«Iniziativa di difesa strategica» nota anche come scudo spaziale) si è conclusa. L'annuncio e la firma ufficiale dell'accordo intergovernativo fra Washington e Roma avverrà a breve scadenza, entro le prossime settimane. E prima dell'inizio dell'autunno sarà anche formalizzato 11 primo «pacchetto» di commesse per le industrie italiane ammesse a partecipare al grandioso progetto tecnologico. Il governo Craxi aveva tenuto al corrente il Parlamento sull'andamento di questa iniziativa ancora lo scorso giugno, con le trattative in corso. Poi, verso la fine del mese di luglio, alcuni esponenti industriali italiani che avevano partecipato a Washington a una riunione promossa dal generale James Abrahamson, responsabile dell'organizzazione del Pentagono adibita a concretizzare questo progetto, avevano avuto assicurazione che i negoziati erano entrati ormai nella fase finale. E adesso, secondo le indiscrezioni filtrate da fonti governative, la partecipazione delle industrie italiane al programma Sdì è stata resa possibile dall'intesa fra i due Paesi, n governo italiano si aggiunge quindi, seppur con ritardo, alla Germania federale e alla Gran Bretagna, che con Israele avevano già sottoscritto nel mesi scorsi la loro adesione al progetto di «guerre stellari». Negli ultimi giorni ha preannunciato il «si» anche il Giappone, mentre la trattativa con la Francia presenta ancora delle difficoltà. Il presidente Mitterrand ha espresso ripetutamente la sua opposizione a questo progetto soprattutto per le sue implicazioni militari. E in concorrenza ha patrocinato il programma Eureka (solo civile) per coagulare la tecnologia europea su un progetto alternativo. Ma dopo la vittoria del centro-destra nelle elezioni politiche, la posizione di Mitterrand si è indebolita e il suo primo ministro Chirac è favorevole alla partecipazione francese all'«Iniziativa di difesa strategica», pur senza rinunciare al programma Eureka. Senza attendere l'esito di questo braccio di ferro intestino in Francia, 1 rappresentanti del governo italiano hanno trovato una soluzione più che soddisfacente per il nostro Paese, per non rischiare di far sfuggire ai gruppi industriali pubblici e A PAGINA 5 Scudo spaziale Tokyo ci sta di Renata Pisu privati le importanti commesse industriali già Insidiate dalla concorrenza tedesca, britannica e giapponese. Secondo autorevoli Indiscrezioni, le imprese interessate al primo lotto di ordini sono la Snia-BPD (del gruppo Fiat), la Contraves, l'Aeritalia e la Selenla (IH). La Snia-BPD opera, fra altri settori, nel campo del propulsori a razzo che avrebbe interessato in particolare'! responsabili americani del progetto Sdi. Nel 1985 questa Impresa, che partecipa al programma spaziale «Ariane», ha registrato un fatturato di circa 600 miliardi di lire nel settore difesa e spazio. La Selenia, produttrice di sensori nei sistemi elettronici e militari, è egualmente impegnata in questi programmi di ricerca nei sistemi di riconoscimento elettronico del veicoli spaziali e di collegamenti via satellite. L'Aeritalia ha una vasta esperienza nel settore della componentistica spaziale. La Contraves. infine, produce sistemi radar. Secondo quanto si è appreso, anche altre aziende italiane (Telettra, Comau, Marconi, Sma e gruppo Efim) dovrebbero essere in grado di aggiungersi a questo primo gruppo di partecipanti al progetto Sdi, ottenendo un secondo «pacchetto» di commesse. Non è stato ancora precisato il valore di questo primo scampolo di contratti offerti alle imprese Italiane. SI è avanzata la cifra di dieci milioni di dollari (circa 14.000 miliardi di lire), che non sono molti rispetto a quanto si erano aggiudicati in precedenza i gruppi inglesi e tedeschi. Ma l'Italia è arrivata in ritardo rispetto ai concorrenti. Inoltre il Parlamento americano ha drasticamente ridimensionato 1 fondi richiesti all'inizio dal presidente Reagan per il programma di ricerche, scesi da 5,3 miliardi di dollari per l'87 a soli 3,1. E, infine, le trattative hanno subito un rallentamento a causa dell'emendamento presentato dal senatore John Glenn sul taglio del fondi governativi alle imprese estere in concorrenza con quelle americane nel progetto di iniziativa strategica. Il provvedimento è passato al Senato ma non ancora al Congresso. Negli ambienti governativi italiani si esprime la fiducia che la portata di questo emenda' mento venga nettamente ri' dotto nell'ulteriore dibattito congressuale. Sui particolari dell'intesa intergovernativa, che deve essere ancora resa nota, non si hanno maggiori dettagli. A quanto risulta l'accordo dovrebbe essere più centrato sull'aspetto tecnico-giuridico della partecipazione delle industrie italiane al programma di «scudo spaziale» che su una adesione politica, come era stato per la Gran Bretagna, in modo da disinnescare le polemiche di politica interna.

Persone citate: Chirac, Craxi, James Abrahamson, John Glenn, Marconi, Mitterrand, Renata Pisu